Presidenzialismo o premierato, le ipotesi per le riforme istituzionali: cosa vuole fare Meloni

Stefano Rizzuti

06/05/2023

Giorgia Meloni ha convocato le opposizioni per un confronto sulle riforme istituzionali: l’obiettivo è l’elezione diretta del capo dello Stato o di governo, quindi presidenzialismo o premierato.

Presidenzialismo o premierato, le ipotesi per le riforme istituzionali: cosa vuole fare Meloni

Un governo più stabile, attraverso il presidenzialismo o il premierato. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha deciso di convocare le opposizioni - alla Camera dei deputati - per una serie di incontri in vista delle riforme istituzionali che il governo vuole mettere in campo.

Meloni cerca un percorso condiviso con le opposizioni, almeno all’inizio. Sarà l’occasione del primo faccia a faccia con la segretaria del Pd, Elly Schlein, ma anche e soprattutto il momento in cui capire se una riforma costituzionale può essere scritta insieme ai principali partiti d’opposizione.

Il punto principale riguarda l’elezione diretta, che sia del capo dello Stato o di quello di governo. Meloni punta da sempre al presidenzialismo, ma non vuole fare alcuno sgarro al capo dello Stato, Sergio Mattarella. Inoltre sul punto sembra difficile trovare convergenza al di fuori del centrodestra. Più probabile, quindi, che si punti sul premierato. Si dovrebbe discutere anche di legge elettorale e di un possibile ritorno delle province.

Riforme istituzionali, Meloni incontra le opposizioni

Meloni incontrerà le opposizioni martedì 9 maggio insieme alla ministra per le Riforme, Elisabetta Casellati, e ad altri esponenti del governo: Matteo Salvini, Antonio Tajani, Luca Ciriani, Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari.

Ci sarà Schlein per il Pd, mentre non dovrebbe presentarsi Giuseppe Conte, convocato a Brescia (ma per il 10 maggio, il giorno dopo) per testimoniare sull’inchiesta Covid. L’assenza del leader pentastellato potrebbe in realtà essere anche un segnale politico.

Il Terzo Polo si presenterà unito: non ci sarà Matteo Renzi, ma parteciperà Maria Elena Boschi insieme a Carlo Calenda. Meloni dedicherà più tempo a M5s e Pd. Ecco il calendario degli incontri di martedì:

  • 12:30 +Europa
  • 13 Autonomie e minoranze linguistiche
  • 13:45 Alleanza Verdi-Sinistra
  • 15:30 Terzo Polo
  • 17 Movimento 5 Stelle
  • 18:30 Pd

Perché Meloni incontra le opposizioni

Il motivo principale per cui Meloni ha deciso di convocare le opposizioni per le riforme istituzionali riguarda l’iter di questo procedimento: la revisione della Costituzione è complessa e richiede un’ampia maggioranza. Una riforma condivisa, inoltre, può scacciare il pericolo del referendum, i cui rischi - come dimostra quanto successo a Renzi nel 2016 - sono sempre elevati.

Riforme istituzionali, presidenzialismo più lontano?

Al di là della difficoltà di approvare una riforma presidenzialista con in carica un capo dello Stato, inseguire il modello del presidenzialismo è difficile anche per la scarsa convergenza al di fuori del centrodestra. Anche il Terzo Polo, di certo più aperto a un dialogo con la destra sulle riforme, non sembra favorevole a una riforma presidenzialista: il Quirinale non si tocca, è il ragionamento.

Il premierato ovvero il sindaco d’Italia

Sembra più probabile che il governo punti sul premierato. La ministra delle Riforme, Casellati, dopo gli incontri con le opposizioni di inizio anno sembra aver trovato maggiori aperture sull’elezione diretta del presidente del Consiglio.

Il modello del sindaco d’Italia troverebbe di certo favorevole il Terzo Polo, che conta però su pochi parlamentari. Il Pd dovrebbe essere contrario, ma potrebbe ragionare sull’ipotesi di un premierato più forte di quello attuale, pur non intaccando il ruolo del Parlamento.

Bisogna poi capire le modalità di questo sistema: un’elezione diretta sullo stile del sindaco d’Italia, con governo e Parlamento strettamente legati; oppure maggior potere al capo di governo; o piccoli ritocchi al sistema attuale come con la sfiducia costruttiva.

Riforme, cosa farà il governo

Dopo i primi incontri effettuati da Casellati, quindi, ora tocca alla presidente del Consiglio scendere in campo direttamente. Dopo gli incontri, che serviranno a valutare anche l’eventuale apertura di Pd e M5s all’istituzione di una commissione per le riforme, Meloni potrebbe predisporre con la ministra delle Riforme un testo, da proporre al Parlamento entro giugno.

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