Secondo Maurizio Landini hanno ragione la Banca d’Italia e il membro italiano del Board della Bce Fabio Panetta: le imprese stanno mantenendo alti i prezzi a fronte di costi ridotti.
I prezzi di beni e servizi sono ancora troppo alti. Ben al di là del tasso d’inflazione. E la “colpa” potrebbe essere anche delle aziende, che non ritoccano i listini neanche con la discesa dei costi di produzione. Stanno scatenando diverse polemiche in queste ore le parole del segretario della Cgil Maurizio Landini, che ha parlato apertamente di inflazione da profitto in un’intervista a Il Corriere della Sera.
Non è il primo a farlo: in realtà hanno detto la stessa cosa il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco e Fabio Panetta, membro italiano dell’esecutivo della Banca centrale europea. Ma c’è davvero questo fenomeno?
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In un blog di tre economisti della Bce si legge che buona parte dell’inflazione è spinta dai profitti delle società. Queste, in alcuni settori, avrebbero alzato in media i prezzi più di quanto fosse necessario per coprire i costi di produzione più alti degli anni scorsi.
I margini più ampi delle imprese avrebbero quindi contribuito a più di metà del rialzo del deflatore del Pil (che esclude l’inflazione importata dall’estero) lo scorso anno: più di quanto hanno fatto i salari. Insomma, i profitti avrebbero determinato al 60% l’inflazione domestica.
Le aziende, comunque, potrebbero essere state spinte a imporre prezzi più alti di quanto necessario per ripianare i mancati guadagni del periodo Covid, sfruttando in tal senso l’importante aumento dei consumi. In una situazione generale di rialzo di tutti i listini, però, per i consumatori diventa praticamente impossibile capire se un bene o un servizio è più costoso per l’aumento delle spese di produzione o per la ricerca di profitto extra.
Le imprese si stanno approfittando dell’inflazione?
Secondo Visco e Panetta, quindi, le imprese italiane, non escludendo che questo possa accadere anche nel resto d’Europa, stanno registrando profitti in aumento, perché non hanno contenuto i prezzi quando negli ultimi mesi il costo delle materie prime è sceso.
Per Landini “sul carrello della spesa si stanno facendo profitti esagerati, perché negli ultimi mesi i costi di produzione sono molto scesi, pensiamo al prezzo del gas, mentre gli aumenti per le famiglie hanno continuato a correre”. Poi il segretario della Cgil attacca chi parla di spirale prezzi-salari che potrebbe essere innescata dal rinnovo dei contratti.
“Quel che si è visto - spiega - è diverso: salari fermi e profitti delle imprese in crescita, che ora non ritirano gli aumenti anche se producono a costi molto minori di sei mesi fa. E investimenti delle imprese comunque deboli”.
Le proposte di Landini
Secondo Panetta, quindi, se le aziende non moderano i rincari, il rischio è che la Bce continui ad aumentare i tassi di interesse, nel tentativo di fermare un’inflazione in qualche modo congelata dalle stesse imprese.
Per scardinare questa situazione Landini propone di istituire un contributo straordinario di solidarietà sui profitti e far fare al ministero dello Sviluppo economico un controllo puntuale su prezzi e tariffe, eliminando quello che considera “un elemento di speculazione”.
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