Livelli da record per i prezzi delle case a livello globale. Un altro motivo per ritardare la prima stretta sui tassi da parte della maggiori banche centrali.
Prezzi delle case sotto i riflettori. Secondo le rilevazioni di Bloomberg Economics, Nuova Zelanda, Canada e Svezia sono i tre Paesi dove il rischio di bolla immobiliare è più concreto.
Le quotazioni degli immobili sono a livelli tali da far tornare di attualità gli echi della grande crisi finanziaria, partita proprio dal comparto immobiliare.
Diversi, tra gli altri, sono gli ingredienti che hanno spinto e che promettono di continuare a spingere al rialzo i prezzi delle case a livello globale:
- tassi di interesse ai minimi storici praticamente ovunque;
- stimoli fiscali a livelli mai visti;
- risparmi derivanti dai lockdown;
- riduzione dell’offerta a causa delle misure restrittive;
- attese positive sul futuro dell’economia;
- crescita dei prezzi dei materiali da costruzione.
Prezzi della case sotto i riflettori
In un contesto in cui i debiti accesi per l’acquisto di un’abitazione hanno fatto registrare una decisa accelerazione, il problema si porrà quando i tassi per forza di cose torneranno a salire.
Guardando questa classifica di Bloomberg Economics, oltre ai tre Paesi citati, nelle prime posizioni ne troviamo due per i quali l’appuntamento con la prima stretta monetaria non dovrebbe essere molto lontano come Regno Unito e Stati Uniti.
Classifica Bolle Immobiliari. Fonte: Bloomberg Economics
La classifica tiene conto del rapporto tra prezzo delle case e costo annuo dell’affitto, di quello tra prezzo delle abitazioni e reddito, prende in considerazione l’incremento reale e nominale dei prezzi e l’andamento del credito.
In diversi Paesi Ocse, attualmente gli indicatori si attestano a livelli superiori rispetto a quelli fatti registrare nel 2008.
Incrementi Prezzi Case. Fonte Bloomberg Economics
Secondo i numeri della Banca Centrale Europea nel quarto trimestre i prezzi degli immobili sono cresciuti del 5,8% annuo, l’incremento maggiore dal 2007. In Olanda il mese scorso l’indicatore delle quotazioni degli immobili esistenti ha segnato l’incremento maggiore dal 2001.
La statunitense National Association of Realtors ha calcolato che a maggio il prezzo mediano delle abitazioni negli USA è cresciuto del 23,6% annuo sopra quota 350 mila dollari.
Raggiunto un picco negli USA?
Almeno per quanto riguarda gli Stati Uniti, la situazione potrebbe però essere nei pressi di un punto di svolta: i volumi delle vendite delle case esistenti sono scesi dello 0,9% tra aprile e maggio e lo stock di abitazioni sul mercato il mese scorso è salito del 7%.
“La contrazione delle vendite e la crescita degli stock segnalano che la forte spinta rialzista sui prezzi potrebbe iniziare a perdere forza”, ha detto Ian Shepherdson, capo economista di Pantheon Macroeconomics.
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