Prezzi record, nuovi aumenti a doppia cifra sul carrello della spesa per caffè, biscotti, latte e burro

Giacomo Andreoli

02/09/2022

Coldiretti ha analizzato gli ultimi dati Istat sull’inflazione di agosto, svelando i rincari di una serie di beni alimentari di prima necessità: l’effetto per i cittadini è sempre più forte.

Prezzi record, nuovi aumenti a doppia cifra sul carrello della spesa per caffè, biscotti, latte e burro

Caffè, burro, pasta, carne, zucchero, latte. I prezzi dei beni alimentari continuano a salire, con l’inflazione che non accenna a fermarsi in tutta Europa. Elaborando gli ultimi dati dell’Istat Coldiretti ha messo in fila tutti gli aumenti rispetto a un anno fa.

Il quadro finale è preoccupante: se il record assoluto rimane per l’olio di semi, con il prezzo cresciuto fino al 63% per le difficoltà di importazioni dall’Ucraina, la crescita vertiginosa dei prezzi riguarda tantissimi altri beni, tutti con aumenti a doppia cifra. In generale, infatti, i beni alimentari rincarano del 10,2% rispetto ad agosto del 2021, mentre il “carrello della spesa” (che include anche i prodotti per la cura della casa e della persona) fa registrare un balzo del 9,7%, come non si vedeva da giugno 1984.

Tutto questo, per Coldiretti, può portare nei prossimi mesi a una vera e propria crisi alimentare, con 2,6 milioni di persone a rischio fame (di cui 670 mila bambini), che potrebbero essere costrette a chiedere aiuto per mangiare.

Gli aumenti al supermercato

Dopo l’olio di semi ai primi posti ci sono il burro (+34%) e la margarina (+24%). Quindi, tra i prodotti che sono più cari al supermercato, ci sono la farina (+23%), il riso (+22%), la pasta (+22%), i biscotti (+19%), i gelati (+18%), la carne di pollo (+16%) e le uova (+15%).

E ancora: cresce del 14,9% lo zucchero, del 13,6% il pane, del 12% per verdure fresche, dell’8% la frutta, del 7,9% la marmellata (di ogni tipo) e del 6,7% il caffè. Solo per frutta e verdura, così, gli italiani per risparmiare hanno tagliato gli acquisti dell’11% (valori ai minimi dal 2000).

Effetti pesanti per la filiera agroalimentare

La situazione è grave non solo per i cittadini, che vedono il carrello della spesa gonfiarsi e l’Iva non abbassarsi come era stato previsto dal governo Draghi prima di cadere, ma anche per gli allevatori. In particolare, per loro, il boom dei mangimi si somma a quello delle bollette di gas e luce. Insomma: un’impennata dei costi che porta sull’orlo della chiusura migliaia di stalle, dove l’attività non si può fermare senza arrivare ad abbattere gli animali.

In agricoltura, secondo Coldiretti, si registrano aumenti dei costi che vanno da un progresso del 170% per i concimi, al balzo del 90% dei mangimi (oltre al +129% per il gasolio e il +300% delle bollette, con l’energia necessaria a pompare l’acqua per irrigare i raccolti).

Questa inflazione colpisce tutta la filiera agroalimentare, a partire dalle campagne, dove il 13% delle imprese ha chiuso e il 34% è talmente in difficoltà da produrre, secondo il Crea, con reddito negativo per effetto dei rincari.

Caro-vita, “serve un intervento urgente

Per Ettore Prandini, presidente di Coldiretti “bisogna intervenire per contenere il caro energia e i costi di produzione con interventi immediati per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro”. Secondo Prandini, quindi, servono accordi di filiera tra imprese agricole e industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi “che non scendano mai sotto i costi di produzione, come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni”.

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