Il prezzo del petrolio è stato abbattuto dalle ultime dichiarazioni di Donald Trump. Ma perché?
Il prezzo del petrolio ha esteso i rossi già messi a segno nella giornata di ieri, mercoledì 11 marzo, ed è tornato a perdere più di 5 punti percentuali nelle prime ore del mattino.
Tutto è accaduto in concomitanza con il forte calo dei mercati azionari, che nella penultima seduta della settimana sono letteralmente crollati.
Le odierne perdite del prezzo del petrolio hanno trovato ragion d’essere non soltanto nei timori legati all’epidemia, ma anche nelle misure mese in campo da Donald Trump con l’obiettivo di fermare l’emergenza coronavirus. La reazione degli investitori però non è stata delle migliori.
Perché il prezzo del petrolio sta scendendo ancora
Nel pomeriggio di ieri, l’OMS ha ufficializzato la decisione tanto temuta: il coronavirus, inizialmente identificato come epidemia, si è tramutato ormai in una pandemia.
Una notizia certamente negativa, alla quale ha fatto seguito la decisione di Donald Trump di cancellare tutti i voli dall’Europa (tranne che dal Regno Unito) verso gli Stati Uniti.
Anche il prezzo del petrolio ha guardato con scetticismo le mosse del tycoon e ha accentuato i rossi della precedente giornata, determinati dalla guerra in corso fra la Russia e l’Arabia Saudita che hanno minacciato un reciproco aumento della produzione (con ovvie conseguenze sulle quotazioni).
Persino gli Emirati hanno scelto di entrare nella partita e hanno annunciato la propria intenzione di incrementare l’output dopo il fallimento dell’ultimo vertice OPEC+.
“La dichiarazione di emergenza dell’OMS e il ban del traffico tra gli USA e l’Europa stanno affossando l’outlook della domanda globale di energia, in congiunzione con una guerra dei prezzi che si sta intensificando tra Russia e Arabia Saudita,”
ha dichiarato Margaret Yang, market analyst di CMC Markets Singapore.
Diversi elementi dunque sono tornati a pesare sul prezzo del petrolio: al momento le quotazioni di WTI e Brent stanno lasciando sul campo più del 4%.
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