Il prezzo del petrolio continua la sua corsa e gli esperti si attendono una continua crescita anche nei prossimi mesi.
Continua la corsa del prezzo del petrolio iniziata con l’aumento della domanda arrivata grazie alla riapertura delle economie mondiali.
A questo si sono aggiunte le preoccupazioni per la produzione statunitense dopo i danni causati dall’uragano Ida alle infrastrutture nel Golfo del Messico, riducendo la produzione di circa 1,4 milioni di barili al giorno da fine agosto.
Il contratto future del greggio WTI ha toccato un massimo di 71 dollari nel corso delle ultime ore, tornando ai massimi dai primi di agosto, per poi ripiegare leggermente. Stesso trend per il Brent, scambiato vicino alla soglia dei 74 dollari al barile.
Nuovi movimenti nei prezzi del petrolio potrebbero arrivare domani (ore 16:30) con i dati sulle scorte diffuse dall’Energy Information Administration (EIA), e gli analisti prevedono un calo degli stock.
Le previsioni degli analisti sul prezzo del petrolio
Secondo molti esperti la corsa del petrolio potrebbe non terminare a breve termine, viste alcune condizioni come il clima e le incertezze sulla domanda mondiale causato dal permanere della crisi da coronavirus per il diffondersi della variante Delta.
Secondo gli analisti di Bank of America (BofA), l’incremento della produzione in Arabia Saudita e da parte di altri membri dell’Opec+ ha attualmente compensato l’aumento della domanda.
Questi esperti sottolineano come l’organizzazione dei produttori stia cercando di stabilizzare i prezzi, tornando così a svolgere quel ruolo che storicamente gli apparteneva.
Altro fattore importante secondo BofA riguarda il generale aumento dei prezzi dell’energia, con il gas naturale in primo piano, aumentando la richiesta di petrolio.
La banca stima che in Asia ci siano circa 1,5 milioni di barili al giorno di capacità di produzione di petrolio inutilizzata, mentre in Europa quasi 300 mila barili al giorno e negli Stati Uniti è presente una quantità definita dai suoi esperti “discreta”.
Dalla banca americana scrivono che un inverno più freddo del previsto potrebbe essere alla base di un futuro rialzo dei prezzi, portando il greggio fino ai 100 dollari al barile.
Si tratta di una previsioni più bullish del mercato, ma non si tratta dell’unica attesa rialzista degli esperti.
Le previsioni sul petrolio di Goldman Sachs e Citigroup
Il rally del petrolio potrebbe continuare anche secondo Goldman Sachs, soprattutto nel prossimo primo trimestre, vista la forte domanda e la crescente scarsità dell’offerta.
L’accordo sul nucleare con l’Iran, aggiungono questi esperti, potrebbe essere un catalizzatore di movimenti dei prezzi anche del petrolio.
Per quanto riguarda le previsioni, Goldman Sachs ribadisce il suo target price di 80 dollari al barile nel quarto trimestre, con rischi di un rialzo per la prima metà del 2022.
Anche per Citigroup, infine, le prospettive di mercato rimangono positive nel corso di quest’anno, anche se il trend rialzista risulta a rischio nel 2022 in quanto i produttori cercheranno di aumentare la produzione di petrolio.
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