A febbraio entrerà in vigore il price cap Ue sul gas, ma nel frattempo emergono dettagli sui vantaggi ottenuti dalla Germania in cambio dell’ok, oltre alle pressioni di varie aziende su Von der Leyen.
Tra un mese entrerà in vigore il price cap. Il tanto atteso tetto al prezzo del gas, dopo quasi un anno di trattative tra i Paesi membri dell’Ue, sarà finalmente realtà. Gli effetti, ancor prima del suo avvio e di un suo eventuale utilizzo, sono già evidenti, con il metano al Ttf di Amsterdam da settimane sotto i 100 euro al megawattora e addirittura nelle ultime due sotto la soglia degli 80. Tutto questo a fine gennaio dovrebbe produrre una discesa importante del costo del gas in bolletta.
Insomma, un calmieramento di rilievo rispetto alle fiammate dei mesi scorsi, ad esempio ad agosto, quando si erano sfiorati i 350 euro al megawattora, con conseguenze pesanti per i cittadini europei. Decisivo per il via libera del tetto è stato l’ok della Germania, da sempre ago della bilancia delle decisioni comunitarie. Ora, però, emerge che in cambio del sofferto voto a favore del cap, Berlino avrebbe ottenuto qualcosa.
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