Procedura d’infrazione: si deciderà il 2 luglio, ma Salvini non è pronto a prendere impegni con l’UE
Sulla procedura d’infrazione contro l’Italia si deciderà nell’arco di qualche giorno.
Oggi la Commissione europea si è seduta nuovamente al tavolo delle discussioni ed ha analizzato ancora una volta lo stato dei conti pubblici nostrani, gravati da un debito e da un deficit irrefrenabili.
L’odierna analisi ha portato l’esecutivo comunitario a rimandare tutto al prossimo 2 luglio, giorno in cui la procedura d’infrazione contro l’Italia potrebbe concretizzarsi una volta per tutte. D’altronde, neanche dall’esecutivo sono giunte rassicurazioni di nota: Matteo Salvini ha già confermato di non sentirsi pronto a prendere impegni con l’Unione europea.
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Procedura d’infrazione più vicina
Nell’odierno meeting la Commissione europea si è limitata a fare il punto della situazione e a confermare lo stato attuale dei colloqui tra Bruxelles e Roma. Tutto è accaduto proprio mentre sono emersi alcuni verbali dell’esecutivo comunitario risalenti al 5 giugno, nei quali è trapelato il piano europeo per correggere il deficit italiano.
Le discussioni sulla procedura d’infrazione come anticipato, saranno rimandate al 2 luglio, giorno in cui i commissari si riuniranno a Strasburgo e decideranno le sorti del Belpaese.
Sull’argomento è tornato anche Matteo Salvini, che non si è detto ancora pronto a prendere impegni con l’UE sul deficit pubblico.
“Non siamo più nel Medioevo, siamo il Paese terzo contributore dell’Ue, facciamo parte di un club al quale versiamo diversi miliardi l’anno ma che poi ci chiede atti di sottomissione costante”.
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