In un contesto in cui la giustizia si fonda su tempistiche e formalità rigorose, l’inaffidabilità del sistema telematico può concretamente compromettere il diritto di difesa.
Non vi è dubbio che la società moderna sia ormai una società digitale, così come è evidente che la quotidianità della professione forense, che di fatto assorbe e riflette i cambiamenti della società civile, sia pienamente immersa in questo contesto.
Negli ultimi anni, non si può non considerare come la professione forense, ormai quasi interamente digitalizzata, sia sopravvissuta quasi darwinianamente, adattandosi ai tempi molto meglio di quanto avrebbe potuto fare se fosse ancora completamente «cartacea» ed «in presenza».
In ambito di processo civile, si è concluso un percorso avviato nel 2014 e culminato nel 2020 con importanti innovazioni. Tra queste, l’obbligo di deposito telematico per gli atti dei procedimenti avanti ai Tribunali e alle Corti d’Appello, la possibilità di svolgere udienze tramite collegamento da remoto e l’introduzione delle udienze a trattazione scritta, laddove non sia necessaria la presenza delle parti. [...]
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