I risultati del sondaggio di Money.it: per il 42% dei rispondenti la colpa delle proteste degli agricoltori è dell’Unione europea, il 28% invece punta il dito contro il governo.
Proteste degli agricoltori, la colpa è dell’Ue. Questo è il responso del sondaggio di Money.it, arrivato proprio nel giorno in cui i trattori nostrani hanno indetto una manifestazione a Roma che si concluderà al Circo Massimo: per gli organizzatori sono attesi nella Capitale non meno di 20.000 persone.
Come si può vedere dai risultati del sondaggio, che ricordiamo non ha un valore scientifico ma soltanto indicativo non essendo stato realizzato a campione, il 42% dei rispondenti è convinto che la colpa delle proteste degli agricoltori sia dell’Unione europea.
Per il 28% invece la colpa delle problematiche che attanagliano gli agricoltori sarebbe del governo, mentre il 18% ha puntato il dito contro la grande distribuzione. Meno gettonate infine le opzioni Coldiretti (8%) e cambiamenti climatici (2%).
Nel frattempo sia l’Unione europea sia il nostro governo - vedi il parziale ritorno dell’esenzione Irpef - si sono detti pronti a venire incontro alle richieste degli agricoltori, promesse e annunci che però al momento non sembrerebbero aver tranquillizzato il settore viste le proteste che stanno continuando in tutta Europa.
Proteste degli agricoltori: per il sondaggio la colpa è dell’Ue
Per il sondaggio quasi la metà dei lettori di Money.it sarebbe convinta che la colpa delle proteste degli agricoltori sia dell’Unione europea, una tesi questa sposata da gran parte del governo che fin da subito ha appoggiato le ragioni della categoria.
L’argomento però è molto più complesso e, per quanto riguarda l’Italia, con ogni probabilità la colpa del difficile momento dell’agricoltura è un insieme di tutte le possibili cause elencate nel sondaggio.
Difficile non considerare i cambiamenti climatici quando si parla dei problemi dell’agricoltura, così come i partiti di governo che hanno votato tutti per la nuova Pac non possono adesso dare la colpa solo all’Europa che non è un essere astratto ma agisce su indicazione del Parlamento e della Commissione europea.
Appare chiaro come a essere sacrificato sarà di certo il Green Deal, il grande piano europeo nato con lo scopo di raggiungere nel Vecchio Continente la neutralità climatica entro il 2050.
Molto dipenderà da quello che sarà l’esito delle elezioni europee, con un possibile spostamento verso destra del Parlamento europeo che potrebbe essere il de profundis di ogni progetto comunitario di transizione ecologica.
© RIPRODUZIONE RISERVATA