Putin: «ci difenderemo con tutti i mezzi a disposizione», ecco perché il rischio nucleare è più vicino

Claudia Mustillo

30 Settembre 2022 - 15:50

È arrivato il giorno dell’annessione dei territori ucraini dopo i referendum: ecco cosa ha detto Putin e cosa cambia nello scenario internazionale.

Putin: «ci difenderemo con tutti i mezzi a disposizione», ecco perché il rischio nucleare è più vicino

Oggi è il giorno dell’annessione dei territori ucraini dove si sono tenuti i referendum, giudicati «fasulli» dalla comunità internazionale e da Kiev. Il presidente russo Vladimir Putin siglerà i trattati di adesione alla Federazione russa delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk e delle regioni di Kherson (Est Ucraina) e Zhaporizhzhia (Sud Ucraina) con una cerimonia nella Sala di San Giorgio del Grande Palazzo del Cremlino.

Nel discorso tenuto in occasione della cerimonia, Putin ha chiesto un minuto di silenzio per gli «eroi» che combattono in Ucraina e per le «vittime delle azioni terroristiche di Kiev». Adesso ogni attacco ai territori ucraini è un attacco alla Russia e il rischio di un’escalation nucleare diventa sempre maggiore: «Gli Stati Uniti sono l’unico Paese al mondo ad aver usato le armi nucleari due volte, a Hiroshima e Nagasaki, stabilendo così un precedente», ha ricordato Vladimir Putin nel suo discorso.

Cosa ha detto Putin durante la cerimonia

«Voglio che mi sentano a Kiev, che mi sentano in Occidente: le persone che vivono nel Lugansk, nel Donetsk, a Kherson e Zaporizhzhia diventano nostri cittadini per sempre», ha affermato Putin, aprendo la cerimonia di firma dei trattati di annessione a Mosca delle quattro regioni ucraine.

L’Ucraina deve «cessare il fuoco cominciato nel 2014, siamo pronti a tornare al tavolo dei negoziati. Ma la scelta dell’annessione della popolazione delle quattro regioni ucraine - ha continuato il presidente russo- non è più in discussione.»Difenderemo la nostra terra con tutti i mezzi a nostra disposizione".

Putin ha poi continuato spiegando che sebbene l’Unione Sovietica sia parte della storia e non tornerà, i russi che vivono fuori i confini possono tornare nella loro «patria storica»: «L’amore per la Russia è un sentimento indistruttibile. Ecco perché anche i giovani nati dopo la tragedia della caduta dell’Unione Sovietica hanno votato», ha aggiunto Putin.

Cosa cambia ora a livello internazionale?

Dopo la firma dei trattati, il presidente li invierà per la valutazione alla Corte Costituzionale e poi sottoporrà la ratifica all’Assemblea Federale e nello stesso tempo presenterà alla Duma, camera bassa del Parlamento russo, un disegno di legge costituzionale sull’adesione di nuovi soggetti alla Federazione Russa.

La Duma ratificherà i trattati il 3 ottobre, mentre il Consiglio della Federazione (la camera alta), il giorno successivo. L’intera procedura richiederà circa 12 giorni dall’inizio dei referendum.

Una volta che l’annessione sarà sancita ogni attacco ai quattro territorio ucraini sarà per il Cremlino un attacco contro il territorio russo e quindi un pretesto per minacciare l’uso di armi nucleari per proteggere il territorio. D’altra parte l’utilizzo del nucleare non è così immediato come possiamo pensare: “Ci sono varie cerchie di potere che devono approvare l’uso del nucleare, ci sono delle procedure. Bisogna vedere quanto il sistema insieme a Putin è pronto all’autodistruzione”, ha spiegato in un’intervista a Money.it Nona Mikhelidze (Iai).

Già con la comunicazione della «mobilitazione parziale» Putin aveva minacciato l’occidente: «Quando l’integrità territoriale del nostro Paese sarà minacciata, useremo sicuramente tutti i mezzi a nostra disposizione per proteggere la Russia e il nostro popolo. Non è un bluff», aveva detto aggiungendo che «coloro che stanno cercando di ricattarci con armi nucleari dovrebbero sapere che la rosa dei venti può girare nella loro direzione».

Arrivano le prime truppe mobilitate da Putin

Intanto a Donetsk sono arrivati i primi riservisti richiamati dal presidente russo Vladimir Putin. Lo rende noto su Telegram la cosidetta Milizia popolare della Repubblica popolare di Donetsk. «I primi militari richiamati nella parziale mobilitazione annunciata in Russia sono arrivati nella zona dell’operazione militare speciale, nel territorio della Repubblica popolare di Donetsk. Ora stanno seguendo un corso intensivo di addestramento al combattimento presso i campi di addestramento», si legge nella nota.

«Gli abitanti della Repubblica popolare hanno incontrato con entusiasmo le forze in avvicinamento e ringraziano il presidente della Federazione Russa per la decisione», continua la dichiarazione.

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