Quali BTP conviene comprare ora, con il crollo delle Borse e dei mercati finanziari?

Stefano Vozza

9 Aprile 2025 - 17:07

Dove converrebbe rifugiarsi sul reddito fisso in questi giorni di forti tempeste finanziarie e crollo delle Borse mondiali?

Quali BTP conviene comprare ora, con il crollo delle Borse e dei mercati finanziari?

Sono giorni intensi e di grande agitazione tanto per gli esperti gestori patrimoniali quanto per il piccolo investitore alle prese con le turbolenze dei mercati. È da giovedì 3 aprile, infatti, che i listini azionari hanno perso la bussola e si ritrovano con prezzi, indici e grafici in subbuglio.

In altri termini, sono alle prese con la gestione di un nuovo trend, almeno nel breve (e probabilmente anche medio) termine. Per il lungo periodo, invece, è ancora presto per lasciarsi andare a giudizi o osservazioni di sorta.

Fatto sta che neanche il reddito fisso è rimasto immune da quest’ordine di cose. Sono settimane che prezzi e rendimenti vanno su e giù in balia degli eventi, delle singole notizie e delle aspettative. Per cui in tanti ci si chiede: ma su quali BTP e titoli di Stato converrebbe investire con il crollo delle Borse e dei mercati finanziari?

Il rendimento del BTP decennale

Partiamo vedendo qual è stato il trend del BTP decennale in questi primi 100 giorni del 2025. L’anno si è aperto con il rendimento al 3,52%, per poi portarsi in poco tempo al 3,81% prima di chiudere il mese a 3,58%. Febbraio, invece, è stato ad oggi il mese più tranquillo dei 3 già archiviati, con i rendimenti che in 28 giorni sono oscillati in un range compreso tra il 3,43% e il 3,64%.

L’arrivo della primavera, a marzo, ha segnato una forte impennata dei ritorni sull’obbligazionario mondiale, non solo sui titoli del Tesoro. L’annuncio a più riprese di nuovi, e soprattutto massicci, piani di stimolo pubblici all’economia ha dato il là alle vendite dei bond già in circolo. Tradotto, i rendimenti sono schizzati di tanto soprattutto tra il 5 e il 6 marzo. Si è passati dal 3,56% di martedì 4 al 3,84% di mercoledì 5 e al 3,92% di giovedì 6. Poi sono rimasti mediamente alti per il resto del mese, sfiorando anche il 4%.

La recente tempesta sulle Borse aveva inizialmente portato a un ripiegamento dello yield a 3,76% il 04/04, salvo poi riesplodere oggi, mercoledì 9. Nell’intraday il decennale ha segnato un high al 4,018%, mentre al momento siamo al 3,902% (dati: Investing).

Puntare ai prezzi o al rendimento sui titoli di Stato?

Com’è noto prezzi e rendimenti sono legati da una relazione inversa, per cui quando gli uni salgono i secondi scendono e viceversa. In questi casi a trarre maggior vantaggio sono soprattutto i trader in titoli di Stato, esperti nel muoversi tra un prezzo e un altro.

A loro il guadagno deriva principalmente dai movimenti dei corsi e, in parte residuale, dal rateo nel frattempo maturato. Tuttavia, è un’operatività per pochi, e si tratta di gente molto esperta e dal timeframe di breve o brevissimo respiro. Inoltre è molto preparata sul come operare e, soprattutto, possiede un’elevata propensione al rischio.

Più in generale, l’impennata dei rendimenti è probabile non avrà fatto piacere a chi aveva già impegnato il capitale su tale asset. In questi casi capita spesso che i prezzi dei bond in portafoglio scendono, aprendo a potenziali perdite in conto capitale. Tuttavia, fino a quando non si liquida il titolo gli eventuali gain o perdite presenti sul dossier titoli sono solo potenziali e non reali.

Sentimento opposto, invece, per chi è rimasto liquido in passato e/o chi vorrebbe comunque sfruttare l’attuale situazione. Come muoversi al meglio e senza “fare danni”?

Su quali BTP e titoli di Stato converrebbe investire con il crollo delle Borse e dei mercati finanziari?

Il primo suggerimento è di evitare il fai da te se non si è sicuri al 100% di una data scelta. Ma anche laddove lo si fosse, l’ascolto o il lasciarsi guidare dal proprio consulente finanziario di fiducia (a patto che non abbia conflitti di interesse) non è mai sbagliato.

Premesso ciò, sicuramente andrebbero evitati i bond lunghi per evitare di avere in portafoglio obbligazioni troppo volatili nei prezzi. Queste possono regalare grandi soddisfazioni nei periodi di discesa dei tassi e rendimenti, ma il futuro appare alquanto denso di nubi. È il caso di esporsi ai rischi tipici degli strumenti di investimento di lungo termine solo per avere un punto o una frazione di punto percentuale in più?

Ancora, forse sarebbe meglio preferire un bond corto dalla buona cedola nominale annua (ma occhio al prezzo di carico), anziché dal buon rendimento. Quest’ultimo potrebbe derivare dal corso sotto cento e quindi giungerebbe a scadenza, mentre prima del termine il flusso cedolare sarebbe più “magro”.

Infine diversificare sempre e per quanto più possibile gli strumenti in portafoglio, magari optando per un fondo che è diversificato per natura. In tal caso, quello passivo come l’ETF si lascerebbe preferire a quello attivo. Il perché è presto detto: hanno minori costi di gestione, e dato il ritorno medio dell’asset in generale, limare in primis i costi non sarebbe una cattiva idea. Anzi.

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