Quando si parla di tributi locale, entro quanto tempo interviene il termine di prescrizione di tasse e imposte? Vediamo cosa prevede la normativa e l’allungamento dei termini.
Quando si prescrivono i tributi locali? Le tasse e le imposte che si versano non sempre hanno lo stesso ente impositore che può essere lo Stato o gli enti locali. Si tratta di una precisazione non di poco conto visto che va a incidere direttamente sui termini di prescrizione dei tributi: si tratta di tempistiche differenti se si tratta di somme richieste dallo Stato o se l’ente impositore è la Regione, la Provincia o il Comune.
Tutti i cittadini sono chiamati a versare tasse e imposte per partecipare alla spesa pubblica, nella maggior parte dei casi si tratta di somme calcolate in proporzione al reddito (anche se esistono anche dei tributi che sono fissi e uguali per tutti il cui esempio classico può essere visto nell’Iva).
Quali tributi si versano?
I tributi che i cittadini versano si dividono in:
- imposte: si tratta di tributi finalizzati a finanziare la spesa pubblica generale (come, ad esempio, la sicurezza, l’istruzione, la sanità) e non sono legati all’erogazione di un servizio in particolare. Tra le imposte più rilevanti ricordiamo l’Imu, l’Irpef, l’Iva, le imposte di bollo, di registro, ipotecarie, catastali…;
- tasse: sono tributi richiesti a fronte dell’erogazione di un servizio di cui il soggetto gode o potrebbe godere. L’esempio che interessa il maggior numero di contribuenti è la Tari, la tassa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.
Sia le imposte che le tasse sono soggette a prescrizione, se non pretese entro un determinato limite temporale si estinguono e il pagamento non può essere più richiesto.
Avendo fatto una distinzione, in apertura, tra tributi che si versano allo Stato e tributi locali, in questo articolo andremo ad approfondire nello specifico quando si prescrivono i tributi locali.
Tributi locali, quali sono?
I tributi locali sono tasse e imposte che permettono agli enti locali, come Comuni, Province e Regioni, di avere entrate per finanziare i servizi che offrono ai cittadini.
I tributi locali maggiormente conosciuti sono:
- Imu: si tratta di una imposta che si paga a fronte del possesso di fabbricati (con l’esclusione dell’abitazione principale che non rientra nelle categorie di lusso), aree fabbricabili e terreni;
- Tari: è la tassa dovuta al Comune per finanziare il servizio di smaltimento e raccolta dei rifiuti;
- Tosap: tassa per l’occupazione del suolo pubblica dovuta ai Comuni e alle Province quando si occupa un’area che appartiene all’ente locale:
- imposta di soggiorno: riscossa dalle strutture ricettive, è di competenza dei Comuni;
- addizionali comunali e regionali all’Irpef.
Dopo quanto si prescrivono i tributi locali?
L’articolo 1, comma 161 della legge 296 del 2006 prevede che gli enti locali devono notificare gli avvisi di accertamento entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui il tributo doveva essere originariamente versato.
La prescrizione dei tributi locali, quindi, ha un termine di 5 anni trascorsi i quali l’importo non può più essere richiesto.
Da tenere presente, però, che con l’emergenza nata per fronteggiare la pandemia di Covid 19 è stata disposta una lunga sospensione dei termini di notifica e riscossione che ha avuto conseguenze anche sui termini di prescrizione.
L’allungamento dei termini di prescrizione è stata disposta dal Dl 41 del 2021 che all’articolo 4, comma 1 prevede che per i carichi affidati all’Agenzia delle Entrate Riscossione nel periodo di sospensione (dall’8 marzo 2020 e il 31 dicembre 2021) i termini di prescrizione sono prorogati di 24 mesi. Questo significa che per gli atti iscritti a ruolo durante la sospensione la prescrizione, anche se si tratta di tasse e imposte dovute agli enti locali, si allunga di 2 anni.
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