Una domanda che non poche persone potrebbero porsi attiene al limite massimo di pazienti che può avere un medico di famiglia? Qual è? Facciamo chiarezza.
Il primo anello del sistema di assistenza sanitaria del nostro paese individua nell’operatore di assistenza primaria, ovvero nel medico di famiglia, quella figura in grado - per competenza e preparazione - di offrire un’assistenza sanitaria generale. Chi ha un medico di base può contare su un supporto quasi sempre immediato e, dunque, eviterà di recarsi al pronto soccorso o di essere visitato da un medico che non conosce.
Anzi laddove un paziente faccia una visita presso un medico che non conosce, quest’ultimo potrebbe non avere a disposizione tutte i dati di base necessari per la diagnosi e il trattamento del problema. In termini pratici, ciò potrebbe portare a ripetere gli esami o prescrivere esami non necessari. Ecco perché questa figura si rivela subito di importanza cruciale per ogni paziente e, proprio per questo, di seguito e nel corso di questo articolo ci domanderemo qual è il limite di pazienti che può avere un medico di famiglia. Ovvero: qual è il numero o tetto massimo cui fare riferimento? Scopriamolo insieme.
Quanti pazienti può avere al massimo un medico di famiglia?
Chi è il medico di famiglia in breve
Prima di vedere da vicino qual è il limite al numero dei pazienti, che si applica al medico di famiglia, vediamo in sintesi di quale figura professionale stiamo parlando. Ebbene, il medico di famiglia, che prende anche il nome di medico di base, svolge un ruolo chiave per la collettività poiché - oltre al distinto servizio del pronto soccorso - egli costituisce, di fatto, il primo punto di riferimento per il cittadino - in ipotesi di malessere o malattia. Dopo la laurea ed il superamento dell’esame di Stato, tra le varie specializzazioni, è possibile scegliere quella triennale in medicina generale, la quale apre la strada al ruolo di medico di base o di famiglia.
Chiaro che una figura come il medico di base - chiamato anche medico curante, generico o di medicina generale - è dunque un tassello essenziale del nostro sistema sanitario, in quanto rappresenta l’anello di congiunzione e punto di raccordo tra il cittadino e gli ambienti ospedalieri, specialistici e assistenziali localizzati nel territorio del nostro paese.
Non dimentichiamo poi che il medico di famiglia conosce nel dettaglio la storia clinica dei suoi pazienti, ma non di rado anche l’ambiente familiare e lo stile di vita di ognuno di essi. Questo sicuramente aiuta ad instaurare una relazione di fiducia e a costituire un effettivo punto di riferimento per la tutela sanitaria di moltissime famiglie.
La sua importanza è però ben comprensibile anche sotto un altro punto di vista. L’aumento costante dell’aspettativa di vita combinato con una popolazione che, soprattutto in Italia, conta sempre più persone anziane, rappresenta infatti un quadro nel quale la presenza radicata dei medici di base sul territorio è da ritenersi essenziale, al fine di assicurare la piena tutela del diritto alla salute. Senza dimenticare che proprio quest’ultimo è uno dei capisaldi della Costituzione.
Quali sono le funzioni principali del medico di base?
Al medico di base o di famiglia sono attribuiti compiti specifici, e tra essi hanno assoluto rilievo quelli che seguono:
- proteggere la salute dei propri pazienti, indicando una prima diagnosi e poi individuando le cure da seguire;
- prescrivere i farmaci, le analisi e le visite specialistiche;
- gestire le patologie croniche ed acute dei singoli pazienti, nel corso del tempo;
- emettere i certificati come ad es. quelli obbligatori per l’ammissione alla scuola dell’obbligo, di idoneità a compiere attività sportive e per l’incapacità temporanea all’attività di lavoro;
- assistere i pazienti attraverso visite presso l’abitazione o ambulatoriali;
- fare attività di prevenzione verso i singoli pazienti e ei loro familiari, come anche di educazione sanitaria;
- verificare periodicamente le condizioni dei pazienti con l’aggiornamento delle cartelle cliniche, anche assegnando degli infermieri per lo svolgimento delle attività di assistenza domiciliare;
- partecipare alle campagne sanitarie promosse a livello regionale e dalle Asl;
- indicare nascite, morti e focolai epidemiologici alle autorità;
- conseguire consulenze ed esami più dettagliati da parte di colleghi specializzati in una certa area della medicina.
Queste ovviamente non riassumono tutte le possibili attività di un medico di famiglia, ma aiutano di certo a capire quanto possa essere articolato il suo lavoro nel corso della giornata. Inoltre ci fanno intuire che i pazienti che può avere un medico di base sono potenzialmente davvero tantissimi, come tra poco vedremo.
Qual è il limite al numero di pazienti?
Le principali mansioni del medico di famiglia, che abbiamo elencato sinteticamente sopra, devono essere poi rapportate al numero di pazienti, che non di rado è davvero consistente. Ebbene, al fine di garantire ad ogni singolo paziente un’assistenza di qualità, la quale non sia in alcun modo pregiudicata dalla brama di aumentare i pazienti per veder salire le entrate (il guadagno di questa figura professionale è proporzionato al numero di pazienti), le norme che regolano la professione ci indicano che sussiste un limite massimo - o ’massimale’ - di 1.500 individui a carico di un singolo medico di famiglia.
Attenzione però, perché vi è la facoltà di deroga secondo cui per alcuni medici è possibile incrementare ancora questo numero fino a 1800. Si tratta di un diritto acquisito per vecchi accordi nazionali, tuttora valevole. E non deve sorprendere che in Italia vi siano non pochi dottori con un numero di pazienti ben oltre il migliaio, se consideriamo il ben noto problema della carenza di medici di base.
I dati sui pazienti totali per medico ci indicano che, a livello nazionale, la media è attorno a circa 1150 assistiti a testa, con la precisazione secondo cui le cifre cambiano comunque molto in base a regione e località.
Nel settore medico il numero di pazienti considerato ottimale, al fine di garantire un servizio all’altezza, è pari a circa mille individui. Ciò permetterà al medico di base di conseguire comunque entrate di tutto rispetto in considerazione del grande impegno e responsabilità richiesti, e al contempo eviterà di sovraccaricare di lavoro di questa così importante figura professionale, senza rischi di ridurre la qualità del servizio offerto. Non dimentichiamo poi che il numero di pazienti permette altresì di determinare il numero di ore lavorative obbligatorie.
Come si sceglie il medico di base?
Dopo aver considerato qual è il limite massimo di pazienti per un medico di famiglia, vediamo infine cosa fare per sceglierne uno (che ovviamente abbia la possibilità di aggiungere altri pazienti alla propria lista).
Ebbene, proprio allo scopo di favorire un effettivo rapporto di fiducia, la scelta del medico di base si compie in modo del tutto libero e volontario, sulla scorta di un elenco di figure messo a disposizione dalle Asl. La scelta è fatta comunque nell’obbligo per il paziente di individuarne uno nel proprio Comune di residenza o di domicilio e, per quanto riguarda i pazienti extracomunitari, occorre il requisito del regolare permesso di soggiorno.
Scegliere o cambiare il medico di famiglia non è un’operazione complessa. Semplicemente basta rendere nota la propria decisione presso gli uffici del proprio distretto sanitario, mostrando la tessera sanitaria e un documento di riconoscimento.
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