Quanti soldi dovresti avere sul tuo fondo pensione a 30, 40, 50, 60 anni? Ecco quanto versare per assicurarsi un’ottima pensione.
Il futuro delle pensioni INPS è nero. Per questo rivolgersi a un fondo pensione sta diventando quantomai urgente. Ad oggi solo il 36,9% della forza lavoro italiana (fonte: Covip) ha aderito alla previdenza complementare, con un versamento medio annuo di 2.810 euro.
Ma quanti soldi servono davvero per cogliere al massimo i vantaggi dati da questo strumento? Più nello specifico, quanto bisognerebbe aver versato all’età di 30, 40, 50 e 60 anni per potersi garantire una pensione dignitosa grazie ai fondi pensione?
Quanti soldi dovresti avere sul fondo pensione in base alla tua età
Per realizzare un’analisi orientativa su quanti soldi occorra avere in un fondo pensione complementare in base all’età dobbiamo necessariamente definire delle fasce di reddito d’esempio. Meno si guadagna, infatti, e meno liquidità si ha a disposizione per pensare al futuro e versare soldi in uno strumento di previdenza complementare.
Dobbiamo poi ipotizzare un tasso di rendimento annuale medio del fondo pensione, facciamo del 3%, come anche il tempo in cui si avrà modo di godere dei risultati dell’investimento - siamo ottimisti e ipotizziamo un’aspettativa di vita di 87 anni, così da avere circa 20 anni per godere della rendita.
Inevitabilmente consideriamo anche il tasso di inflazione, quantomeno per mantenere inalterato il proprio potere d’acquisto nel tempo. Prevediamo un tasso medio del 2%.
Ci siamo quasi. Ora consideriamo di voler ottenere una rendita da pensione complementare che copra almeno il 70% del reddito netto percepito in età lavorativa. Così, una volta in pensione, dovremmo una rendita annuale netta dal nostro fondo pensione di:
- circa 12.600 euro netti (con uno stipendio di 1.500 euro al mese)
- circa 16.800 euro netti (con uno stipendio di 2.000 euro al mese)
- circa 21.000 euro netti (con uno stipendio di 2.500 euro al mese)
Queste cifre si andranno ad aggiungere all’assegno pensionistico pubblico.
Ora, finalmente, possiamo stimare quanti soldi bisognerebbe aver versato al fondo pensione in base alla propria età (ipotizzando contributi regolari e una crescita costante del capitale, quindi considerando l’impatto dell’interesse):
Età | Reddito 1.500€/mese | Reddito 2.000€/mese | Reddito 2.500€/mese |
---|---|---|---|
30 anni | 15.000€ | 20.000€ | 25.000€ |
40 anni | 50.000€ | 66.000€ | 83.000€ |
50 anni | 120.000€ | 160.000€ | 200.000€ |
60 anni | 250.000€ | 330.000€ | 415.000€ |
Quanti soldi bisognerebbe versare ogni mese al fondo pensione?
Per raggiungere gli obiettivi sopra indicati, stimiamo i versamenti mensili che una persona dovrebbe effettuare al fondo pensione complementare. Più tardi si parte con i versamenti e maggiore sarà la somma mensile da versare per raggiungere l’obiettivo:
Età di partenza dei versamenti | Reddito 1.500€/mese | Reddito 2.000€/mese | Reddito 2.500€/mese |
---|---|---|---|
20 anni | 60-70€ | 90-110€ | 120-150€ |
30 anni | 100€ | 150€ | 200€ |
40 anni | 200€ | 300€ | 400€ |
50 anni | 350€ | 450€ | 550€ |
60 anni | 500€ | 700€ | 900€ |
In media, ad oggi, gli italiani iscritti a un fondo pensione versano circa 234 euro al mese.
Gli italiani e i fondi pensione
Nel 2023 si è registrata una crescita positiva e una progressiva adesione ai fondi pensione, strumento finanziario fondamentale per integrare la pensione pubblica. Secondo i dati riportati da Covip, lo scorso anno il numero totale di aderenti ha raggiunto i 9,6 milioni, registrando un incremento del 3,7% rispetto al 2022.
Tuttavia, ne risulta che ancora solo il 36,9% dei lavoratori italiani ha scelto di aderire a un fondo pensione complementare (+737 mila nuove adesioni registrate nel 2023).
La distribuzione degli iscritti mostra una predominanza di lavoratori dipendenti, che rappresentano il 73% degli aderenti. Gli autonomi, con il 12,4%, sono ancora una minoranza, probabilmente a causa di una minore offerta di soluzioni specifiche o di una diversa sensibilità all’argomento. La restante quota del 14,6% è costituita da «altri iscritti», che comprende categorie di lavoratori non inquadrabili nelle prime due tipologie.
La ripartizione per genere evidenzia una differenza notevole: il 61,7% degli iscritti è costituito da uomini, mentre le donne rappresentano il 38,3%, una disparità che riflette anche le differenze di partecipazione al mercato del lavoro tra uomini e donne, oltre che la minore capacità contributiva media femminile, dovuta al gender pay gap.
Guardando invece alla distribuzione per fasce d’età, notiamo che quasi la metà degli iscritti (47,8%) rientra nella fascia tra i 35 e i 54 anni, confermando che la maggioranza delle persone comincia a considerare la previdenza complementare in età intermedia. Ma il 19,3% degli aderenti ha meno di 34 anni, segno positivo che indica un aumento della consapevolezza anche tra le generazioni più giovani. Il restante 32,9% degli iscritti ha più di 55 anni.
Sul piano economico, i contributi totali versati alla previdenza complementare nel 2023 ammontano a 19,2 miliardi di euro, con un incremento del 5,2% rispetto all’anno precedente.
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