Quanti soldi si possono versare senza controlli?

Patrizia Del Pidio

2 Gennaio 2025 - 11:18

I versamenti sono soggetti a controllo da parte del Fisco? Quali sono i limiti da rispettare e a cosa deve fare attenzione il cittadino per evitare problemi?

Quanti soldi si possono versare senza controlli?

Quanti soldi si possono versare senza controlli? I versamenti che si effettuano sul proprio conto corrente sono soggetti a controlli da parte del Fisco? Esiste un limite di versamento contanti da non superare per non avere problemi con l’Agenzia delle Entrate? Da quando i conti corrente sono finiti sotto l’occhio attento dell’amministrazione tributaria qualsiasi cittadino si pone domande su quello che potrebbe scatenare un accertamento fiscale.

Anche il cittadino più onesto, per evitare seccature e problemi, si vuol tenere a debita distanza da tutto quello che allerta Il Fisco e proprio per questo, nel seguente approfondimento, andiamo a vedere quali sono i limiti di cui tenere conto quando si opera con il conto corrente.

Il limite all’utilizzo dei contanti

Il limite per i versamenti senza controlli non va confuso con il limite nel trasferimento dei contanti visto che nel 2025, quello tra privati, è rimasto inalterato a 5.000 euro. Di fatto, quindi, si possono usare i soldi contanti per pagare importi fino a 4.999 euro o per trasferire denaro da un soggetto all’altro. Per chi non rispetta questa soglia le sanzioni previste sono molto salate e vanno:

  • da 1.000 a 50.000 euro per importi fino a 250.000 euro;
  • da 5.000 a 250.000 euro per importi superiori.

Per trasferire soldi per importi superiori a 5.000 euro è necessario l’utilizzo di mezzi tracciabili come carta di credito/debito, bonifico o assegno.

Sapere che esiste un limite all’uso dei contanti per pagamenti e trasferimenti di denaro fa, però, sorgere il dubbio sugli eventuali versamenti che si possono fare sul proprio conto corrente o sul libretto di risparmio. Se si devono versare più di 5.000 euro in contanti ci sono limitazioni o rischi che si corrono? Se questo limite non influisce, ne esiste qualcun altro?

Versamenti in contanti, esistono limiti?

La legge non prevede alcun limite nel versamento di contanti nei propri conti o libretti. In questo caso, infatti, non si parla di trasferimento di contanti a soggetti terzi, visto che i soldi rimangono in possesso alla stessa persona. In caso di versamenti anche ingenti, quindi, non si rischia alcuna sanzione.

L’articolo 49 del decreto legislativo 231 del 2007, infatti, al comma 1 recita:

È vietato il trasferimento di denaro contante e di titoli al portatore in euro o in valuta estera, effettuato a qualsiasi titolo tra soggetti diversi, siano esse persone fisiche o giuridiche, quando il valore oggetto di trasferimento, è complessivamente pari o superiore a 3.000 euro. Il trasferimento superiore al predetto limite, quale che ne sia la causa o il titolo, è vietato anche quando è effettuato con più pagamenti, inferiori alla soglia, che appaiono artificiosamente frazionati e può essere eseguito esclusivamente per il tramite di banche, Poste italiane S.p.a., istituti di moneta elettronica e istituti di pagamento, questi ultimi quando prestano servizi di pagamento diversi da quelli di cui all’articolo 1, comma 1, lettera b), numero 6), del decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 11.

Al comma 3-bis, poi, il limite di 3.000 euro è elevato a 5.000 euro a decorrere dal 1° gennaio 2023. Se si legge bene il comma 1 dell’articolo 49, in ogni caso, parla solo ed esclusivamente di trasferimento di denaro contante tra soggetti diversi e non menziona mai il caso in cui lo stesso soggetto trasferisca somme superiori al limite in sue forme diverse di risparmio.

Limiti dei versamenti, a cosa stare attenti

Non trattandosi di un trasferimento a terzi dei soldi, quindi, si è liberi di versare qualsiasi cifra in banca, ma questo non significa che non è necessario fare attenzione in ogni caso.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze sulla questione del limite di utilizzo dei contanti, ha specificato con la circolare 2 del 16 gennaio 2012, che i prelievi e i versamenti al si sopra della soglia non costituiscono una violazione automatica della disciplina che limita l’utilizzo dei contanti, a meno che non esistano elementi concreti che facciano supporre il contrario. Proprio per questo motivo le banche, anche in presenza di versamenti e prelievi superiori a 5.000 euro non sono tenute a effettuare la comunicazione della violazione della disciplina sul contante.

Anche se non esistono dei divieti veri e propri, infatti, se un soggetto effettua un prelievo o un versamento per importi superiori a 10.000 euro (somma totale da considerare nell’arco di un mese), la banca deve inviare una comunicazione all’Unita di Informazione Finanziaria per l’Italia (per l’antiriciclaggio).

Questa comunicazione potrebbe far scattare un campanello di allarme nell’Agenzia delle Entrate che potrebbe decidere di procedere a un accertamento fiscale per comprendere la provenienza delle somme. Il primo passo, quando c’è un dato che all’Agenzia non torna, è quello di controllare la dichiarazione dei redditi del contribuente per comprendere se la somma in questione è stata assoggettata a tassazione.

Versare, quindi, somme in contanti troppo elevate potrebbe esporre al rischio di dover in qualche modo giustificare la provenienza del denaro e dimostrare che si tratti di una cifra già tassata o che sia frutto di donazioni, risarcimenti e altre forme esenti da tassazione.

Se si deve, quindi, versare una somma importante sul proprio conto corrente è sempre bene ricordare che ci si potrebbe trovare nella scomoda situazione di dover dimostrare la provenienza del denaro. In questo caso, visto che il limite di 10.000 euro è riferito al mese, o si può optare per un versamento in due mesi distinti o ci si deve premunire di adeguata documentazione che, nel caso di controlli, aiuti a dimostrare la provenienza del denaro.

Versamenti sul c/c

Come abbiamo visto non esiste un vero e proprio limiti per i versamenti che si effettuano sul proprio conto corrente. L’Agenzia delle Entrate, però, ha il potere di avviare delle indagini bancarie sui conti corrente dei contribuenti e se trova dati che si discostano dalla dichiarazione dei redditi presentata potrebbe chiedere al contribuente di spiegare da dove proviene il denaro in questione.

Il Testo Unico sulle imposte sui redditi, infatti, prevede che tutti i versamenti contanti che si effettuano sul proprio conto, vanno considerati come redditi e come tale vanno tassati se non sono stati inseriti nella dichiarazione annuale.

Ovviamente un contribuente sottoposto a controllo ha la possibilità di dimostrare che si tratti di somme già tassate o esenti da tassazione, ma proprio per questo è importante avere la prova documentale di ogni versamento che si effettua. E se si tratta di contanti frutto di risparmio? Il consiglio è quello di non accumulare somme importanti prima di procedere al versamento in conto corrente, perché altrimenti si potrebbero avere problemi nel dimostrare che si tratta di soldi risparmiati.

Argomenti

Iscriviti a Money.it