Con il Natale si rinnova la tradizione dei regali agli insegnanti, ma quanti soldi si possono spendere per il regalo? Ecco cosa ci dice la legge e perché c’è un limite.
Con l’avvicinarsi delle festività natalizie, si rinnova la tradizione di ringraziare gli insegnanti con un piccolo dono.
Un gesto che vuole riconoscere l’impegno e la dedizione dei docenti verso i loro studenti, non solo come insegnanti ed educatori, ma anche come guide nel percorso di crescita personale.
Tuttavia, è importante ricordare che esistono regole precise da rispettare per evitare di sfociare nell’illegalità. Infatti, la normativa vigente pone dei limiti chiari sulla possibilità di fare regali al personale della scuola, definendo i confini tra cortesia e possibile illecito.
Negli ultimi anni, infatti, non sono mancati episodi in cui dirigenti scolastici hanno dovuto intervenire per richiamare l’attenzione su queste regole. Ad esempio, un caso emblematico risale al 2018, quando un dirigente pugliese proibì l’accettazione di regali, sottolineando come una colletta di 30 euro per famiglia avesse superato i limiti consentiti. Questo tipo di interventi ha spesso generato confusione e perplessità tra i genitori, ma è fondamentale comprendere che i divieti non mirano a negare la riconoscenza, bensì a garantire trasparenza e correttezza.
Ecco, quindi, quanto si può spendere per i regali per i professori e quali sono i rischi per dei regali troppo costosi.
Quanto si può spendere per il regalo agli insegnanti?
Secondo il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici (Dpr 62/2013), i regali agli insegnanti sono consentiti solo se di “modico valore” e se “effettuati occasionalmente”.
In termini pratici, ciò significa che il valore del regalo non deve superare i 150 euro. Questa cifra rappresenta il massimo consentito per rispettare i criteri di legalità e cortesia previsti dalla legge. Qualsiasi dono che ecceda questa soglia non può essere accettato dagli insegnanti, indipendentemente dall’intenzione dei genitori.
Il principio alla base di questa norma è chiaro: evitare che regali troppo costosi possano essere percepiti come tentativi di influenzare l’attività del personale scolastico. La legge, infatti, è progettata per prevenire conflitti di interesse e garantire la neutralità del corpo docente. Per rispettare questi parametri, i genitori spesso optano per regali collettivi, come un oggetto simbolico o un buono regalo, il cui costo è suddiviso tra le famiglie.
È quindi essenziale monitorare con attenzione la spesa totale e comunicare in modo trasparente con tutti i partecipanti. In caso di dubbi, i genitori possono consultare il dirigente scolastico, che è responsabile della vigilanza sul rispetto delle normative. Ricordiamoci che il dono è un gesto di gratitudine, non un obbligo: ciò che conta è il valore simbolico, non quello economico.
Rischi e conseguenze dei regali troppo costosi agli insegnanti
Cosa accade però se il valore del regalo supera il limite consentito? La normativa prevede che i docenti siano tenuti a rifiutare regali inappropriati o, in alternativa, a metterli a disposizione dell’amministrazione per la restituzione o la devoluzione a fini istituzionali. Tuttavia, accettare consapevolmente un regalo oltre i 150 euro può comportare gravi conseguenze.
Tra le sanzioni previste dal Codice di comportamento, vi sono:
- la multa;
- la sospensione dal servizio;
- il licenziamento (solo nei casi più gravi).
In particolare, il rischio si aggrava se il regalo è percepito come un “corrispettivo per attività dovuta”: in questa circostanza, le pene possono arrivare fino alla sospensione da tre a sei anni. Anche i dirigenti scolastici che non vigilano adeguatamente rischiano sanzioni.
Il rispetto di queste regole è fondamentale non solo per evitare sanzioni, ma anche per preservare la trasparenza e l’integrità dell’ambiente scolastico. I genitori, dal canto loro, possono contribuire scegliendo regali simbolici che esprimano gratitudine senza violare la legge, come un buono libri, un’agenda, o ancora una tazza decorata. Insomma qualunque cosa che possa esprimere la gratitudine della classe in modo simbolico, senza eccedere.
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