Morti bianche, un problema ancora troppo diffuso in Italia. Ecco quanti sono i morti sul lavoro in Italia, argomento che sarà oggetto di discussione anche sul palco del Festival di Sanremo.
Nonostante gli enormi passi in avanti fatti sul fronte della prevenzione degli infortuni sul lavoro capita ancora troppo spesso di leggere notizie di persone morte mentre stavano svolgendo la loro professione.
A rispondere alla domanda su quanti sono i morti sul lavoro in Italia è l’Inail che puntualmente ogni anno pubblica il report con le vittime registrate negli ultimi 12 mesi.
Nel 2023 c’è stato calo delle cosiddette “morti bianche” - come si usano chiamare i decessi causati da incidenti che avvengono sul luogo di lavoro - circa il 4,5% in meno rispetto a quelli dell’anno prima.
Tuttavia, si tratta di un problema ancora lontano dall’essere risolto e di cui purtroppo si parla troppo poco.
Quanti sono gli incidenti e le morti sul lavoro registrate nell’ultimo anno
Durante l’anno appena trascorso sono state 1.041 le vittime, appena 49 in meno rispetto all’anno prima (il 4,5% in meno). Tra questi, l’incidente sul lavoro a Brandizzo, dove cinque operai sono stati travolti da un treno in corsa, oppure quello avvenuto a Gaiole in Chianti (in provincia di Siena) dove un operaio appena 24enne è precipitato da un’impalcatura di circa 10 metri. E ancora, l’incidente di Roma dove un’auto ha investito tre operai (tutti morti) sul Grande raccordo anulare.
Numeri che fanno rabbrividire, specialmente se ci si sofferma su chi erano queste persone: genitori, fratelli, sorelle, figli, famiglie intere distrutte a causa di errori che con maggiore accortezza potevano essere evitati.
Vero che il numero sta progressivamente scendendo - sono 180 morti in meno rispetto al 2021, 229 rispetto al 2020 - ma siamo molto lontani dal raggiungere l’obiettivo ambizioso delle “zero morti sul lavoro” che ad esempio è diventato uno slogan (con tanto di videogioco) del sindacato Uil.
Analizzando i dati, notiamo che ci sono zone dove passi avanti significativi non sono stati fatti: ad esempio, se da una parte il numero di decessi sul lavoro è sceso tanto al Nord Ovest (dove si è passati da 301 a 270) quanto al Nord Est (da 245 a 233), come pure al Centro (da 225 a 193), nel Sud Italia (da 235 a 255) e nelle Isole (da 84 a 90) è stato invece registrato un incremento.
Tra le regioni più virtuose si segnalano Toscana (con 21 decessi in meno), Piemonte (18) e Veneto (12), mentre un passo indietro lo fanno Abruzzo (con 15 decessi in più), Friuli Venezia Giulia (12) e Sicilia (5).
Nel complesso sono state 585 mila le denunce di infortunio che sono state inviate all’Inail, molte meno rispetto a quelle dell’anno precedente quando erano state 697.773.
Un calo del 16,1% che conferma che qualche piccolo passo in direzione di una maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro è stato mosso. Specialmente nel settore dell’industria, dove persino c’è stato il 19,8% di denunce per infortunio in meno rispetto all’anno prima. In leggero rialzo invece nel settore dell’agricoltura (0,4%), dove di certo il caldo torrido registrato nell’ultima estate non ha di certo aiutato.
La canzone contro le morti sul lavoro
In queste ore il delicato tema dei decessi sul lavoro sarà protagonista sul palco del Festival di Sanremo: merito di Stefano Massini, scrittore e drammaturgo vincitore del Tony Award nel 2022, e del musicista Paolo Jannacci (figlio dell’indimenticabile Enzo), che porteranno all’Ariston la canzone “L’uomo nel lampo”.
Un brano scritto come denuncia di quanto ancora oggi purtroppo succede su alcuni luoghi di lavoro, dove si pensa poco alla prevenzione e alla sicurezza con conseguenze purtroppo drammatiche.
Un argomento di cui, come ritiene lo stesso Massini, “si parla sempre e solo in occasione di gravi accadimenti” e spesso solamente con numeri e statistiche dimenticando che per ogni vittima c’è un volto e una storia alle spalle.
Nel dettaglio, la canzone parla di una delle tante vittime registrate in Italia in questi anni: una storia vera, un padre morto molto giovane in un incidente sul lavoro (Massini non scende ulteriormente nel dettaglio), immaginando un dialogo impossibile tra il padre defunto che attraverso una foto appesa in salotto non smette mai di parlare con suo figlio.
Una storia drammatica pronta a emozionare tutto il pubblico in ascolto ma che purtroppo raffigura una realtà troppo spesso verificata nel nostro Paese.
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