La battaglia per l’eredità della giornalista e scrittrice si è conclusa solo nel 2015 dopo la sentenza del Tribunale di Firenze.
Oriana Fallaci è stata una delle giornaliste e scrittrici italiane più importanti e conosciute a livello mondiale. Questa sera la Rai la ricorderà con la messa in onda della prima puntata della mini serie «Miss Fallaci» su Rai Uno. Ad interpretarla sul piccolo schermo sarà Miriam Leone. La serie, diretta da Luca Ribuoli, Giacomo Martelli e Alessandra Gonnella, «è un bellissimo romanzo di formazione, una storia di coraggio, ma anche di grande dolore, di sofferenza, che insegna quanto sia importante nella vita scegliere anche le persone che amiamo», ha detto la protagonista.
La vita di Oriana Fallaci è stata molto intensa. Celebri sono i suoi reportage, le inchieste scritte con taglio pungente, diretto, graffiante. È sempre stata uno spirito libero. È venuta a mancare il 15 settembre 2006 a Firenze, la sua città, sconfitta dalla malattia. Dopo la sua morte si è aperta una guerra per la sua eredità. Una battaglia legale che si è conclusa soltanto nel 2015 dopo una sentenza del Tribunale di Firenze. Oriana è stata sentimentalmente legata a Alexandros Panagulis, un leader dell’opposizione greca scomparso nel 1976 in un misterioso incidente stradale. Secondo quanto scrisse, rimase incinta del patriota greco, ma dopo un litigio con lo stesso Panagulis ebbe un aborto spontaneo. Oriana era la primogenita di 4 sorelle ma alla sua morte fece rumore la decisione da testamento di lasciare tutto il suo patrimonio al nipote Edoardo Perazzi, figlio della sorella Paola.
Oriana lasciò tutto al nipote
Edoardo era il suo nipote prediletto, un rapporto particolare e intenso il loro. Gli è rimasto accanto fino alla sua morte. Ed è stato grazie a lui che sono state rese possibili alcune pubblicazioni postume come «Un cappello pieno di ciliegie» che è uno dei libri più celebri della Fallaci.
Il testamento con cui la scrittrice annunciava di voler lasciare tutto al nipote fu scritto a New York il 21 agosto 2006 alla presenza di tre testimoni: il notaio e i due esecutori testamentari. Poche le righe: «Lascio il mio intero patrimonio a mio nipote nato il 26 gennaio del 1966 a Milano, Italia. Nel fare questo intendo esprimere la mia gratitudine per la sua gentilezza e il suo affetto durante gli ultimi mesi e giorni della mia vita e per l’aiuto che mi ha dato nell’affrontare traversie e sofferenze imposte dalla mia malattia».
Ma proprio su quel testamento alcuni anni dopo la morte di Oriana Fallaci si è aperta una battaglia legale avviata dalla sorella Paola, madre di Edoardo che è arrivata a mettersi contro suo figlio. Paola riteneva la firma apposta al testamento falsa. Edoardo si è sempre difeso da ogni accusa ed è servita una sentenza del Tribunale di Firenze nel 2015 per sancire l’autenticità della firma sul testamento e quindi la validità dello stesso. Una firma chiara apposta alla presenza di tre testimoni che non lasciava dubbi: tutto il patrimonio appartenuto alla scrittrice doveva passare al nipote.
L’eredità di Oriana Fallaci
Un’eredità significativa, non solo per il valore emotivo e morale degli scritti, ma anche dal punto di vista economico. Nel suo testamento, la giornalista ha destinato a Edoardo i proventi dei diritti d’autore sui suoi libri e articoli, la residenza di New York, l’archivio personale, oltre a crediti e conti bancari.
Alla sorella Paola comunque sono state assegnate due proprietà: una casa a Firenze e un’altra a Greve in Chianti. Oriana, ancora in vita, ne aveva già ceduto la nuda proprietà, mantenendone però l’usufrutto. E anche l’elmetto famoso indossato dalla scrittrice durante i suoi reportage in Vietnam fu lasciato alla sorella.
Per sua espressa volontà, gran parte del suo vasto patrimonio librario, insieme a cimeli significativi, come lo zaino usato in Vietnam, è stata donata alla Pontificia Università Lateranense di Roma. All’epoca, il rettore dell’ateneo era monsignor Rino Fisichella, amico personale della scrittrice, che le rimase accanto fino alla fine.
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