Gli analisti di JP Morgan hanno osservato che il consumo stagionale di benzina negli Stati Uniti è al livello più basso degli ultimi 22 anni.
Arabia Saudita e Russia, i leader de facto del gruppo OPEC+ degli esportatori di petrolio, hanno esteso i loro tagli volontari alla produzione almeno fino alla fine di quest’anno, una mossa che crea un delicato equilibrio per il mercato globale del petrolio greggio.
Non c’è dubbio che rimuovendo circa 1,3 milioni di barili al giorno, i sauditi e i russi hanno stretto il mercato globale e aumentato i prezzi. L’Arabia Saudita ha annunciato che manterrà il suo taglio aggiuntivo di 1 milione di barili al giorno fino alla fine del 2023, mentre la Russia ha dichiarato separatamente che manterrà la sua riduzione di 300.000 barili al giorno fino alla fine di dicembre. La sfida per i sauditi e i russi è se l’economia globale possa sopportare un prezzo del petrolio più vicino ai 100 dollari al barile rispetto ai 70 dollari che prevalevano a metà del 2023.
È troppo presto per fare una valutazione definitiva in merito, ma ci sono alcuni segnali che indicano che la domanda potrebbe iniziare a diminuire a causa dei prezzi al dettaglio elevati, che rinnovano le preoccupazioni sull’inflazione e intaccano la spesa e la fiducia dei consumatori.
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