Con la quarta ondata, i contagi in Italia continuano a salire. Secondo i dati dell’Iss, i rischi di contagio, ricovero e decesso sono maggiori per chi non è vaccinato.
I contagi continuano a salire. In Italia, la quarta ondata, anche se meno potente rispetto a quella di altri paesi europei (grazie all’alto tasso di vaccinazione intorno all’83,8%), ha riportato il numero degli attualmente positivi al Covid sopra quota 100mila. Non solo. L’Agenas, l’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari Regionali, ha sottolineato dopo settimane di stabilità un aumento percentuale dei posti in terapia intensiva occupati dai pazienti Covid (dal 4 al 5%). Friuli Venezia Giulia e Marche superano la soglia di allerta del 10% (sono all’11%). La soglia di allerta rappresenta uno dei parametri per riportare una regione in zona gialla, con le conseguenti restrizioni (obbligo mascherina all’aperto e capienza cinema, teatri e stadi ridotta al 50%).
Non è tutto. In sette regioni sale l’occupazione dei posti letto ordinari, restando comunque sotto la soglia di allerta del 15% (la media italiana è al 6%). Secondo l’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità, c’è una notevole differenza tra i tassi di contagio e di ospedalizzazione dei no vax rispetto a quelli dei pazienti immunizzati. Entriamo nel dettaglio.
Incidenza contagi quattro volte superiore per i non vaccinati
Come riporta l’ultimo report Iss-Epicentro, i rischi di ricovero e decesso sono maggiori per chi non è vaccinato. Il tasso di ospedalizzazione delle persone non immunizzate è infatti sette volte più alto rispetto a quello dei pazienti vaccinati. Non è tutto. Se si guarda all’incidenza dei contagi dell’ultimo mese, quella dei no vax resta quattro volte superiore rispetto a quella degli immunizzati.
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L’analisi dei contagi da Covid-19 fascia per fascia
Prima di analizzare i dati fascia per fascia, occorre fare premessa. Nel momento in cui le vaccinazioni raggiungono alti livelli di copertura, si verifica il cosiddetto «effetto paradosso». Ovvero il numero assoluto di contagi, ricoveri e decessi dei vaccinati può essere simile o perfino superiore rispetto a quello dei non vaccinati, per via della progressiva diminuzione del numero delle persone non immunizzate.
Ad esempio, nella fascia di età over 80, dove la copertura vaccinale è superiore al 90%, emerge che fra il e 24 settembre e il 24 ottobre i contagi tra i vaccinati (4.591) sono addirittura il quadruplo di quelli registrati tra i non vaccinati (1.055). Ma non è come sembra. Calcolando, infatti, l’incidenza dei contagi sulla popolazione di riferimento i rapporti si rovesciano. Ed emerge come questa sia oltre quattro volte più alta per i non vaccinati rispetto ai vaccinati con ciclo completo (447 vs 108 contagi per 100mila abitanti).
Non solo. L’incidenza resta circa quattro volte più alta per i non vaccinati rispetto ai pazienti immunizzati in tutte le fasce d’età. Anche considerando la popolazione nel suo complesso (408 vs 96 contagi per 100mila abitanti).
Il legame tra il numero dei contagi e il livello di vaccinazione
Al momento, a livello nazionale l’incidenza dei contagi è a quota 62 nuovi casi ogni 100mila abitanti. Diversa la situazione se si guarda a livello regionale. I picchi maggiori, infatti, si registrano nelle aree dov’è più basso il tasso di vaccinazione.
Al primo posto, c’è la provincia autonoma di Bolzano (260), penultima per tasso di vaccinazione in Italia con il 77,5% di over 12 immunizzati. Al secondo posto c’è il Friuli Venezia Giulia (197) che con l’82,1% di over 12 vaccinati si trova sotto la media nazionale (83,8%).
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