Questa banca ha emesso un bond con cedola al 4,75% pagata tutta in unica soluzione

Stefano Vozza

25 Febbraio 2025 - 07:52

Analizziamo le caratteristiche salienti di questo bond del tipo callable e cumulative emesso di recente da una nota banca francese

Questa banca ha emesso un bond con cedola al 4,75% pagata tutta in unica soluzione

Non di soli sovereign bond vive il mercato finanziario, e l’investitore attento a ricercare “occasioni” (tutto è relativo) di investimento lo sa bene. Aldilà del BTP Più che ha caratterizzato la scorsa settimana, poi si annoverano molte altre emissioni sia sul fronte sovrano che corporate. Ad esempio nella prima metà del mese questa banca ha emesso un bond con cedola al 4,75% pagata tutta in unica soluzione, ossia è del tipo cumulative. Vediamo di quale istituto di credito si tratta e quali sono le condizioni economiche previste dal relativo prestito obbligazionario.

Il bond cumulative e callable di Societe Generale

Alcuni giorni fa Societe Generale, la 4° banca francese per asset totali trattati dopo BNP Paribas, Crédit Agricole e BPCE, è tornata sui mercati obbligazionari. Nello specifico ha emesso un nuovo prestito dual tranche rivolto al mercato retail, dato che il taglio minimo di sottoscrizione è alla portata del piccolo investitore. Le emissioni sono differenti principalmente per la valuta di denominazione del debito ($ USA ed €) e per le cedole offerte, mentre molti altri elementi sono comuni. L’emissione in dollari l’abbiamo già illustrata a suo tempo, per cui soffermiamoci ora su quella in euro e sveliamone i pro e i contro.
Il bond in euro ha codice ISIN XS2970972613 ed è quotato sul mercato Bond-X (EuroTLX) di Borsa Italiana. Al pari della tranche in $, ha una durata massima di 15 anni (data scadenza: 07/02/2040) ma è del tipo callable. Dopo il 1° anno di vita, infatti, la banca francese potrebbe richiamarlo ed estinguerlo o rimandarne il richiamo e lasciarlo maturare ancora. Si tratta di un’opzione integralmente rimessa nelle sue mani e non in quelle del risparmiatore come previsto, per esempio, con il nuovo BTP Più.
Il lotto minimo di negoziazione è di 1.000 € e non comporta alcun rischio di cambio per l’investitore nazionale e/o comunque in euro.

Il payout dell’obbligazione callable di Societe Generale

Su questo bond l’emittente riconosce una cedola del 4,75% lordo annuale, il 3,515% al netto della ritenuta fiscale del 26% sugli interessi lordi maturati. Tuttavia, l’altra peculiarità del titolo è che l’emittente paga la cedola tutta in un’unica soluzione, essendo l’obbligazione del tipo cumulative, oltre che callable.
Quindi il titolare del bond incasserà il payout o tutto a naturale scadenza, nel febbraio 2040, o in una delle date di rimborso anticipato. In ambedue i casi riceverà il 100% del nominale sottoscritto più il netto delle cedole fino ad allora maturate.
Se per esempio arrivassero nel 2030, il payout riconosciuto sarebbe del 23,75% lordo (4,75% x 5 anni). Se invece giungessero nel 2035, del 47,50% lordo (4,75% x 10 anni), mentre a naturale scadenza, nel 2040, del 71,25% lordo (4,75% x 15 anni).
Vanno fatte tuttavia almeno quattro precisazioni. La prima è che il rimborso del 100% del valore nominale sottoscritto potrebbe non coincidere con il proprio esborso monetario. L’uguaglianza si avrebbe solo in caso di ingresso esattamente a 100. Al momento, seconda osservazione, il titolo prezza di una spanna sotto, a 99,94 per l’esattezza, per cui il rendimento effettivo a scadenza è di una virgola superiore al nominale.
Un altro aspetto riguarda il rendimento medio annuo effettivo dato che la cedola non è incassata al termine dell’anno di maturazione, ma a distanza di anni. Più è lontano quel tempo dello stacco, e minore sarà il valore effettivo di quella cedola. Ad esempio il rendimento medio annuo a scadenza sarebbe del 3,65% in caso di acquisto a 100, e di una virgola superiore ai prezzi attuali. L’ultima considerazione è che i bond sono negoziati al corso secco, per cui il rateo calcolato dal giorno di emissione sarà incassato all’atto di vendita del bond. Ossia pagato, per il caso inverso di chi acquista.

Questa banca ha emesso un bond con cedola al 4,75% pagata tutta in unica soluzione

Ora, se l’inflazione media annua futura si attestasse al 2-2,5% o anche meno, il payout del bond sarebbe in grado di soddisfare due esigenze. Primo, proteggere per molto tempo il valore reale del capitale contro l’erosione da carovita. Secondo, garantire un minimo di ritorno reale positivo, che sarebbe tanto maggiore quanto più marcato fosse il crollo dell’inflazione. In quel caso, tuttavia, è probabile che i futuri tassi di mercato siano più bassi degli attuali, per cui la banca avrebbe interesse a sostituirlo (callable).
Un altro punto di forza sta nel rating emittente, dato che i bond della banca sono giudicati investment grade con giudizi pari ad A per S&P e Fitch, ad A1 per Moody’s.
Tra i contro citiamo invece la flebile liquidità del bond sul secondario, sia in termini di volumi che di valori. Poi ricordiamo l’eventuale rischio di quotazione, ossia di oscillazione dei corsi sul mercato secondario, e quello di reinvestimento. In caso di call l’investitore potrebbe non essere in grado di trovare altri bond con simili rendimenti.

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