Queste zone d’Italia saranno sommerse dall’acqua tra 200 anni

Flavia Provenzani

25 Maggio 2024 - 15:50

Uno studio pubblicato dagli scienziati di Climate Central avverte che il livello del mare sta salendo in tutto il mondo. Nessun Paese è al sicuro, neanche l’Italia.

Queste zone d’Italia saranno sommerse dall’acqua tra 200 anni

A causa dell’innalzamento del livello del mare, la terra emersa - un tempo era sicura al di sopra del livello della marea - è ora a rischio di inondazioni, esponendo così i suoi residenti a veder inondate le proprie abitazioni.

I dati più recenti mostrano come, entro 200 anni, le zone a rischio in tutto il mondo si estendono per diversi chilometri. L’acqua potrebbe ricoprire del territorio dove oggi vivono circa 93 milioni di persone. Quali zone d’Italia sono a rischio?

Queste zone in Italia saranno sommerse tra 200 anni

Secondo l’attuale ritmo delle emissioni, che si prevede portino a un riscaldamento globale di 3°C, circa 50 grandi città in tutto il mondo saranno sommerse, a meno che non riescano a mettere in campo delle difese senza precedenti. Il rischio è quello di perdere diverse aree popolate a causa del costante aumento dei livelli del mare.

Anche l’Italia è a rischio. Secondo il report, pubblicato ad ottobre 2021, l’intera area del Delta del Po e Venezia, fino a salire verso Monfalcone (Friuli-Venezia Giulia) e scendere fino a Ravenna e Rimini potrebbero risultare essere al sotto il livello del mare entro circa 200 anni, ipotizzando un aumento della temperatura globale di 3,8°C rispetto ai valori preindustriali.

Le zone a rischio inondazione in Italia Le zone a rischio inondazione in Italia Con un riscaldamento globale di 1°C (area celeste) e 3,5°C (area rossa). Fonte: Climate Central

Ma non solo. Sarebbero a rischio anche le zone costiere toscane da Marina di Carrara e Livorno, superando l’entroterra di Pisa, come anche buona parte della provincia di Grosseto. Anche il Lazio non è esente, con aree a rischio inondazione da Montalto Marina fino ad abbracciare l’intera area di Fiumicino, Ostia e la costa di Ardea, fino a coinvolgere buona parte della provincia di Latina.

Le zone a rischio inondazione in Italia Le zone a rischio inondazione in Italia Con un riscaldamento globale di 1°C (area celeste) e 3,5°C (area rossa). Fonte: Climate Central

Proseguendo a sud sulla costa tirrenica, saranno coinvolte anche le aree settentrionali campane, Napoli ed anche le zone vicine a Pompei, come anche la costa da Salerno ad Agropoli.
È coinvolta, inoltre, quasi tutta l’area costiera del golfo del Mar Ionio e parte delle coste pugliesi e calabrese e, in Sicilia, Catania fino a scendere ad Agnone Bagni.

La mappa interattiva e il report presentati da Climate Central si basava su modelli predittivi climatici di ultima generazione che simulano l’innalzamento del livello del mare in diversi scenari di emissioni di gas serra.

L’allerta nel report di Climate Central

Gli scienziati del Climate Central hanno esaminato le aree in cui le popolazioni saranno più vulnerabili nei prossimi 200-2000 anni ipotizzando diversi scenari di riscaldamento globale. Tra i risultati più allarmanti emerge che:

  • la marea potrebbe invadere il territorio occupato da circa il 10% dell’attuale popolazione mondiale (oltre 800 milioni di persone) in uno scenario di riscaldamento di 3°C.
  • Molti paesi insulari rischiano di veder immersa l’intera superficie.
  • L’Asia è l’area maggiormente esposta a livello complessivo, sia in questo secolo che negli anni successivi.
  • In Cina, con un riscaldamento di 3°C, circa 43 milioni di persone si ritroverebbero al di sotto del livello del mare alla fine di questo secolo.
  • Cina, India, Vietnam e Indonesia ricoprono le prime posizioni nell’elenco dei Paesi più a rischio di immersione a lungo termine.

Le cause dell’innalzamento del livello del mare

Il riscaldamento globale ha innalzato il livello del mare di circa 20 centimetri dal 1880, e il tasso di aumento sta accelerando. L’innalzamento del livello del mare aumenta drasticamente la probabilità di inondazioni dannose dovute a mareggiate”, avverte la ricerca.

Il carbonio già presente nella nostra atmosfera sta già riscaldando il pianeta di 1,1°C, abbastanza da far aumentare il livello medio globale del mare di circa 1,9 metri nei prossimi secoli, anche ipotizzando che le emissioni globali rimangano stabili. Questo perché gli effetti della CO2 sono di lunga durata e il gas rimane nell’atmosfera per secoli.

Secondo il rapporto Climate Change 2021: the Physical Science Basis of the InterGovernment Panel on Climate Change (IPCC), si prevede che, entro il 2030, la temperatura media del pianeta sarà di 1,5 ºC o 1,6 ºC più alta rispetto ai livelli preindustriali in cinque diversi scenari relativi a diverse emissioni di gas serra.

I livelli più alti del mare sono causati da una combinazione di mareggiate, maree e onde, fenomeni che diventano più frequenti con i cambiamenti climatici. Ma il report precisa che, anche senza un aumento della ricorrenza di questi fenomeni, si prevede che l’innalzamento del livello del mare da solo causerà maggiori inondazioni e/o erosioni della costa. Il motivo è che il livello dell’acqua sarà sempre più alto a causa dello scioglimento dei ghiacci e dell’espansione del volume delle masse acquee dovuta all’aumento delle temperature globali.

Nonostante queste prospettive scoraggianti, il report assicura che c’è ancora speranza e che abbiamo l’opportunità di cambiare il futuro. Raggiungere gli obiettivi più ambiziosi dell’Accordo sul clima di Parigi ridurrà probabilmente l’esposizione delle aree potenzialmente coinvolte di circa la metà, evitando di dover costruire infrastrutture difensive, non testate, o di dover abbandonare le aree costiere.

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