Chi sono i fortunati che nel 2025 riceveranno in automatico più soldi già dal mese di gennaio? Non solo i pensionati, ma anche i genitori ecco perché.
Questi soldi arrivano automaticamente nelle tasche degli italiani già dal 1° gennaio 2025. Anche se la riduzione delle aliquote fiscali ancora non è certa, quel che è certo è che da gennaio si assisterà alla rivalutazione di pensioni e di assegno unico e altre prestazioni, questo porterà, per tutti i beneficiari, a importi mensili più alti in maniera del tutto automatica.
Per riflettere l’inflazione degli ultimi 12 mesi gli importi di tutte le prestazioni erogate dall’Inps saranno rivalutate da gennaio 2025 e proprio per questo pensionati, dipendenti e famiglie riceveranno, senza neanche chiederlo, dei soldi in più ogni mese. Si tratta delle prestazioni sociali e familiari che comprendono pensioni, assegni per i figli, prestazioni per l’infanzia, per gli invalidi e per i disoccupati.
La perequazione automatica è il meccanismo che permette annualmente di adeguare l’importo di determinate prestazioni al costo della vita per fare in modo di lasciare invariato il reale potere di acquisto che offrono a chi le riceve.
Anche se negli ultimi anni si è assistito a rivalutazioni record, per colpa di un’inflazione altissima (nel 2023 dell’8,1% e nel 2024 del 5,4%), quest’anno le prestazioni potrebbero essere rivalutate con una percentuale che a stento arriva all’1,5%.
A comunicare la percentuale in base alla quale saranno rivalutate le prestazioni previdenziali, assistenziali e sociali per le famiglie è un decreto del Ministero che, solitamente, arriva a ridosso della fine dell’anno (nel corso del mese di dicembre).
Al momento, quindi, è possibile solo fare ipotesi di quelle che potrebbero essere le rivalutazioni e le proiezioni delle principali misure per il prossimo anno.
Quali soldi arrivano in automatico nelle tasche degli italiani?
Una delle misure che coinvolge una larga fetta della popolazione è sicuramente l’assegno unico per i figli. Oggi l’importo base (per chi non presenta Isee o per chi ce l’ha superiore a una determinata soglia) è di 57 euro al mese per ogni figlio, mentre l’importo massimo, senza maggiorazioni, che il beneficio può raggiungere per chi ha un Isee al di sotto di una determinata soglia è di 199,60 euro per ogni figlio.
Da tenere conto che la rivalutazione non agisce solo sull’importo dell’assegno stesso, ma anche sulle soglie Isee per avere diritto all’importo massimo (ma anche sulla soglia limite che stabilisce il diritto solo all’importo base). Sull’assegno unico, quindi, la rivalutazione ha un doppio valore visto che aumentando l’Isee limite consente, automaticamente, all’assegno di salire.
In ogni caso facendo solo il conto sugli importi, rivalutarli all’1.5% significherebbe garantire un aumento a:
- 57,85 euro per l’importo base;
- 202,59 euro per l’importo massimo.
Ovviamente, con le premesse fatte sull’Isee l’aumento reale dell’assegno unico dovrebbe essere lievemente più alto e sempre che la percentuale di rivalutazione sia confermata all’1,5%.
Anche ai pensionati soldi in più nel 2025
A essere interessate in maniera particolare dalla rivalutazione annuale sono le pensioni. Tutte le prestazioni erogate dall’Inps, dalle pensioni dirette a quelle indirette, dalle prestazioni sociale per chi versa in stato di bisogno a quelle per gli invalidi, a gennaio di ogni anno sono rivalutate in base all’inflazione. Anche in questo caso di quanto aumenterebbero gli importi con una perequazione all’1,5%?
Partiamo dalla pensione base, quella integrata al trattamento minimo che oggi ha un importo di 598 euro mensili circa (in realtà i pensionati al minimo nel 2024 hanno percepito 614 euro al mese circa grazie alla rivalutazione straordinaria 2024, al 2,7%, che però ha effetto solo per quest’anno e cha a fine anno fa tornare la pensione minima al suo importo reale, se non confermata). Con una rivalutazione all’1,5% l’integrazione al trattamento minimo arriverebbe nel 2025 a 607 euro circa per un aumento annuo di circa 117 euro.
L’assegno sociale, che l’Inps eroga ai cittadini senza diritto a una pensione diretta e in stato di disagio economico, oggi ha un importo di 534,41 euro al mese. Con la rivalutazione all’1.5% l’importo mensile arriverebbe a 542,42 euro mensili con un aumento annuo pari a 104 euro circa.
La pensione di invalidità erogata mensilmente dall’Inps agli invalidi che rispettano precisi requisiti reddituali, passerebbe dagli attuali 333,33 euro mensili, a 338,32 euro per un aumento annuale di circa 65 euro.
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