Questo politico giapponese voleva vietare alle donne sopra i 25 anni di sposarsi (e non è la cosa peggiore)

Maria Paola Pizzonia

19 Novembre 2024 - 14:21

Naoki Hyakuta è un romanziere e politico giapponese al centro delle polemiche per alcune dichiarazioni problematiche sulle donne.

Questo politico giapponese voleva vietare alle donne sopra i 25 anni di sposarsi (e non è la cosa peggiore)

In una nazione alle prese con una profonda crisi demografica, il politico e romanziere Naoki Hyakuta ha scioccato l’opinione pubblica con dichiarazioni che sembrano evocare uno scenario distopico. Le sue proposte, provocatorie, hanno portato a delle conseguenze che forse non si aspettava. Infatti, hanno aperto un dibattito piuttosto acceso sulla libertà femminile, mettendo in luce i rischi di una visione che vede le donne in un modo problematico, ovvero quasi come “strumenti” per risolvere problemi sociali.

Provocazioni forti

In Giappone, la crisi delle nascite è un tema che tocca tutti. Il tasso di natalità è ai minimi storici, e trovare una soluzione sembra ogni giorno più difficile. Ecco, in questo scenario, la recente affermazione di Hyakuta ha spiazzato persino i più abituati alla retorica estrema. Il romanziere e co-fondatore del giovane Partito conservatore giapponese ha infatti lanciato una serie di dichiarazioni shock sul suo canale YouTube, immaginando un mondo in cui le donne sopra i 25 anni non possano sposarsi, le ragazze non vadano all’università oltre i 18 anni e le donne che superano i 30 anni siano obbligate a sottoporsi a interventi di sterilizzazione. In seconda battuta, Hyakuta ha dichiarato che si trattava solo di un’analogia ipotetica, di una prospettiva distopica, ma le sue parole hanno scatenato un vero e proprio terremoto.

Forse per questo, durante il suo intervento online, Hyakuta ha spiegato che le sue parole dovevano essere intese come una provocazione. Voleva, ha detto, far riflettere il pubblico sui “limiti biologici” delle donne nel poter avere figli. Ma questo non ha convinto l’opinione pubblica, la cui reazione è stata immediata e feroce, come riportano i media giapponesi. Kyodo, The Mainichi e altre testate importanti hanno riportato le sue parole, e i suoi toni così duri hanno generato polemiche. Con una crisi delle nascite così seria, esternazioni così estreme potrebbero essere solo un modo per scandalizzare? O potrebbero, più in profondità, nascondere il fatto che manchino risposte concrete? In ogni caso, la strategia di Hyakuta (se così si può chiamare) non ha colto nel segno.

Un passo indietro: le scuse (che purtroppo non sono convincenti)

Dopo lo scandalo, Hyakuta è corso ai ripari, riferendo che le sue intenzioni erano state fraintese, che ha proposto delle idee “fantascientifiche da romanziere” e niente di più. Ha definito, compiendo un ulteriore passo indietro, le sue parole come “maleducate e scioccanti”, ammettendo anche che avrebbero potuto apparire macabre agli occhi di qualcuno. “Volevo spiegare che la struttura sociale deve cambiare per rispondere a questa crisi”, ha detto, cercando di giustificare la suddetta provocazione, provocazione che è sembrata più che altro un insulto. Il suo tentativo di placare le acque non ha funzionato: molti hanno visto le sue scuse come un tentativo goffo di recuperare terreno senza un reale ragionamento dietro.

Comunque, non è la prima volta che Naoki Hyakuta finisce al centro delle polemiche. In passato, il romanziere e politico ha negato l’esistenza del massacro di Nanchino, uno degli episodi più tragici della storia asiatica, e ha definito i bombardamenti americani sulla Seconda Guerra Mondiale come un genocidio. Parliamo quindi di un uomo avvezzo alle dichiarazioni forti, di un personaggio che non ha mai avuto paura di spingersi oltre i limiti. Tuttavia, sembra che stavolta Hyakuta abbia toccato un nervo particolarmente scoperto.

Che sia una banale provocazione?

Le parole di Hyakuta hanno scatenato una vera e propria ondata di indignazione in Giappone, con numerosi esponenti della società civile che hanno espresso pubblicamente il proprio dissenso. Sumie Kawakami, docente all’Università Yamanashi Gakuin, ha rilasciato un commento a This Week in Asia, in cui ha espresso la sua incredulità: “Non posso credere che un politico giapponese avrebbe detto una cosa del genere”. Anche Hideaki Omura, governatore della prefettura di Aichi, si è unito al coro di critiche, definendo le dichiarazioni del leader conservatore “indescrivibilmente orribili”.

C’è, tuttavia, chi sostiene che il commento del politico e romanziere sia stato volutamente provocatorio, quasi una sfida retorica (o una voglia di far parlare di sé) più che una proposta seria. Viste le precedenti dichiarazioni di Hyakuta, non sarebbe impossibile pensare che abbia cercato di spingersi a un’estremità solo per vedere fino a che punto potesse provocare. La sua storia di commenti controversi e revisionisti suggerisce una tendenza a dire qualcosa che va “oltre” più per il gusto della provocazione, del sentirsi “colui che ha avuto il coraggio dirlo”, che per una reale volontà di cambiare le cose. Stavolta, però, questa strategia gli si è ritorta contro, trasformando il suo (possibile) gioco retorico in un boomerang che ha messo in discussione la sua credibilità e quella del suo giovane partito.

La crisi delle nascite richiede soluzioni, non minacce o retoriche

Volendo porre in essere una riflessione, possiamo però ricavare molto dalla vicenda. Questo episodio rivela quanto sia fragile la posizione delle donne nella società giapponese, nonostante il contesto di progresso sociale e avanzamento dei diritti. Per molti, il Giappone sembra essere a un punto di svolta: un paese moderno che fatica però a liberarsi di vecchie visioni patriarcali. Le parole di Hyakuta, per quanto giustificate da lui come provocatorie e paradossali, hanno colpito profondamente una società che, pur avanzando in termini di diritti, appare ancora in bilico tra tradizione e modernità.

L’incidente ha messo in luce anche un altro aspetto: quanto sia difficile affrontare la crisi demografica in Giappone senza cadere in discorsi che tolgano valore e diritti alle donne. Hyakuta ha forse cercato di provocare, ma ha finito per riportare alla mente una società in cui il controllo sui corpi femminili è un’arma retorica per affrontare problemi sociali complessi.

La crisi delle nascite è un problema serio, ma la soluzione non è questa. Sostenere la natalità è molto più complesso di così: richiede politiche sociali, politiche sul lavoro, incremento del welfare. Provocazioni come quelle di Hyakuta non aiutano il Giappone ad affrontare i suoi problemi, ma non dovrebbero distogliere troppo l’attenzione dalle soluzioni: la richiesta di programmi politici adeguati.

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# Donne

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