Reati commessi all’estero, quando si prescrivono?

Ilena D’Errico

21 Dicembre 2023 - 00:21

Ecco come funziona la punibilità in caso di reati commessi all’estero e come calcolare i tempi di prescrizione a seconda dei casi.

Reati commessi all’estero, quando si prescrivono?

L’Italia non è certo l’unico paese del mondo a prevedere l’istituto della prescrizione anche nel diritto penale, cioè l’estinzione del reato dopo un certo lasso di tempo senza che ci sia stata una sentenza del giudice. Molti sono contrari alla prescrizione, temendo che fornisca un comodo escamotage per evitare le pene.

La legge, in realtà, definisce la prescrizione in modo specifico in base al reato (quelli punibili con l’ergastolo nemmeno si prescrivono) e vuole così garantire la certezza delle pene. Un giusto processo sarebbe impraticabile dopo troppo tempo dal fatto, ma non avrebbe nemmeno la stessa utilità per la collettività.

Come anticipato, anche in molti paesi esteri esiste l’istituto della prescrizione penale (o altri analoghi) che comporta l’estinzione del reato o dei tempi processuali. Le regole cambiano da paese a paese e non è possibile conoscerle tutte senza approfondire la procedura penale di ogni Stato. Ciò che si può invece capire è cosa succede se un italiano commette un reato all’estero e come funziona la prescrizione in questi casi.

Reati commessi all’estero, la prescrizione italiana

In ambito di reati commessi all’estero da cittadini italiani bisogna effettuare un’importante suddivisione di partenza. Prima ancora di valutare i tempi e la gravità del fatto, bisogna infatti sapere se si applica la legge italiana o quella del paese dove è stato commesso il reato.

Bisogna sapere che vige il principio di territorialità del diritto penale, dunque i reati sono puniti con le leggi del luogo in cui sono stati commessi. I processi si celebrano sul posto e sempre lì viene scontata la pena, secondo l’ordinamento penale del luogo. Questo può tradursi in pene più lievi rispetto a quelle italiane oppure più gravi. Ad esempio, nei paesi che la prevedono, la pena di morte può essere comminata anche al cittadino italiano.

Esistono però delle eccezioni in cui i cittadini hanno diritto a essere processati con le leggi italiane. Ciò è possibile per i seguenti reati:

  • Delitti contro la personalità dello Stato italiano (come la rivelazione di segreti statali o l’attentato al Presidente della Repubblica);
  • contraffazione del sigillo di Stato e utilizzo del sigillo contraffatto;
  • falsità di monete con corso legale in Italia, in valori di bollo o in carte di pubblico credito italiano;
  • delitti commessi da pubblici ufficiali a servizio dello Stato (con abuso o violazione delle funzioni);
  • reati per cui le convenzioni internazionali prevedono l’applicazione della legge italiana.

Si evince che l’applicazione della legge italiana per questi reati commessi all’estero mira a tutelare lo Stato e non, come si potrebbe pensare, il cittadino. In ogni caso, in questi casi si seguono le regole della prescrizione penale italiana: pari alla pena massima prevista per il reato in questione, con un minimo di 4 anni per le contravvenzioni e di 6 anni per i delitti.

Quando si può applicare la legge italiana sulla prescrizione

Al di fuori delle eccezioni elencate, esistono dei casi in cui l’applicazione delle leggi italiane per i reati commessi all’estero è possibile ma non obbligatoria. Ciò accade quando il colpevole è già rientrato in Italia e il reato commesso è punito con l’ergastolo o la reclusione minima di 3 anni.

Per i reati con pene minori, la punibilità del cittadino italiano già tornato in Italia è a discrezione del ministro della Giustizia, così come avviene per i delitti politici.

La prescrizione penale all’estero

Al di fuori dei casi citati, i cittadini italiani che commettono reati all’estero devono sottostare alle leggi del paese in questione, anche per quanto riguarda la prescrizione e le sue tempistiche. Ovviamente, non è possibile riassumere qui tutte le leggi straniere sulla prescrizione, ma cerchiamo comunque di avere una panoramica della situazione.

La Grecia è il paese che in assoluto a regole sulla prescrizione più simile a quelle nostrane, poiché l’esercizio dell’azione penale non riavvia la prescrizione da zero ma ne sospende solo la decorrenza. I tempi vanno dai 20 ai 15 anni per i reati più gravi, a 5 anni per le contravvenzioni fino a 1 anno per le infrazioni minori.

In Francia, invece, l’azione penale azzera la prescrizione e i tempi sono abbastanza lunghi: 30 anni per i reati di terrorismo, 20 anni per i crimini, 5 anni per i delitti e 2 anni per le contravvenzioni. Esistono poi prescrizioni straordinariamente brevi, ad esempio quella di soli 3 mesi per reati a mezzo stampa (ma senza odio razziale).

In Germania non si possono prescrivere i reati puniti con l’ergastolo, l’omicidio e il genocidio. Per gli altri reati i tempi di prescrizione vanno da 30 a 3 anni per la punibilità e da 25 a 5 anni per l’esecuzione della pena. In caso di abusi su minore, tuttavia, la prescrizione è sospesa finché la vittima non compie 30 anni.

Insomma, le regole in Europa sono abbastanza simili, tranne per il fatto che soltanto in Italia e in Grecia le azioni legali sospendono la prescrizione senza interromperla, dunque negli altri paesi i tempi si allungano notevolmente.

Spostandoci dai confini europei, le norme sulla prescrizione sono estremamente variegate. Nel Regno Unito e negli Stati uniti la prescrizione in senso stretto non esiste, ma ci sono dei tempi massimi entro cui deve svolgersi il processo (anche molto molto brevi). Qui, tuttavia, ogni atto penale interrompe la decorrenza.

La prescrizione o i tempi massimi processuali sono considerati nella maggior parte del mondo, per lo più con interruzione della decorrenza con l’azione penale, però con tempistiche molto varie. Pressoché ovunque i tempi variano a seconda della gravità del fatto, che è modulata secondo le leggi, la cultura e la sensibilità del territorio (che può essere molto diversa da quanto si pensa).

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