Redditi bassi, cosa sta facendo il Governo per chi guadagna poco nella riforma Irpef

Rosaria Imparato

4 Dicembre 2021 - 11:02

Riforma IRPEF, cosa sta facendo il Governo per i redditi bassi, e quindi per aiutare chi guadagna poco? Vediamo le ultime novità.

Redditi bassi, cosa sta facendo il Governo per chi guadagna poco nella riforma Irpef

Cosa sta facendo il Governo per chi guadagna poco, e quindi ha un reddito basso? La riforma IRPEF consiste nel passaggio da cinque a quattro aliquote e il rimodulazione della curva delle detrazioni. Non sono ancora noti tutti i dettagli, ma in base alle informazioni rilasciate per ora sono i redditi più alti a risparmiare di più.

È saltato, ancora prima di prendere forma, il contributo di solidarietà contro il caro bollette proprio per aiutare le fasce economicamente più deboli della popolazione. Secondo le ultime anticipazioni, l’obiettivo del Governo è quello di preservare i redditi fino a 28.000 euro. Altra misura riguarda invece il taglio dei contributi fino a 35.000 euro. Vediamo qual è il piano del Governo per andare incontro al ceto medio reale, con redditi sotto i 40.000 euro annui.

Redditi bassi, cosa sta facendo il Governo per chi guadagna poco nella riforma Irpef

Per come è attualmente strutturata la riforma IRPEF a guadagnarci sono i redditi da 40.000 euro in su (insomma non proprio il ceto medio reale del Paese). Nella fascia tra i 40 e i 45.000 euro si verifica infatti il beneficio massimo, con 707 euro di risparmio all’anno. L’idea iniziale alla base di tutta la riforma del sistema tributario dovrebbe essere quella di aiutare quei redditi schiacciati dalla pressione fiscale da un lato e tuttavia non abbastanza bassi da avvantaggiarsi a pieno dal sistema di bonus e detrazioni.

Secondo le anticipazioni del Sole24Ore i tecnici del Ministero dell’Economia stanno lavorando a una clausola di salvaguardia proprio per i redditi tra i 15.000 e i 28.000 euro, che popolano il secondo scaglione IRPEF. Visto che la nuova IRPEF a quattro aliquote interverrà anche sulla no tax area, alzandone la soglia, l’obiettivo è quello di evitare che con la rimodulazione delle detrazioni aumenti esponenzialmente il numero degli incapienti.

Nella no tax area infatti si perderebbero aiuti, come le detrazioni per i figli a carico (rimodulate anch’esse con l’arrivo dell’assegno unico da marzo 2022) o gli sconti derivanti dall’uso dei bonus edilizi.

Inoltre, per i lavoratori dipendenti con redditi fino a 15.000 euro, dovrebbe continuare a esserci anche il bonus Renzi direttamente in busta paga.

Redditi bassi e riforma fiscale: gli aiuti contro gli aumenti delle bollette

Visto l’allarme sul caro bollette, con rischi aumenti fino al 50%, tutti i politici sono d’accordo nell’importanza di stanziare risorse ad hoc per contrastare i rincari nelle utenze di gas e luce.

L’idea allo studio del governo era quella di congelare per uno o due anni il taglio dell’IRPEF previsto per i redditi oltre i 75.000 euro. La proposta di Draghi servirebbe per reperire risorse da stanziare allo scopo di ridurre l’impatto dell’aumento dei costi delle bollette introducendo il contributo di solidarietà. La misura però è stata cassata al Consiglio dei Ministri con l’opposizione di Lega, Fratelli d’Italia e Italia Viva.

Per ricompattare la maggioranza si è deciso allora di creare comunque un fondo contro il caro bollette da 300 milioni.

Redditi medio-bassi, taglio dei contributi per chi guadagna fino a 35.000 euro all’anno

Dopo il confronto con i sindacati (già scontenti per l’impostazione del taglio dell’IRPEF) il Governo sta affinando anche la proposta per il taglio una tantum dei contributi con uno stanziamento di 1,5 miliardi.

Secondo le prime simulazioni, il risparmio funzionerebbe così:

  • per la fascia di redditi fino a 8.000 euro il risparmio, al lordo degli effetti fiscali, sarebbe di 64 euro annui;
  • fino a 20.000 euro il taglio dei contributi si traduce in un risparmio di 160 euro;
  • il beneficio arriva a 200 euro all’anno per i redditi fino a 25.000 euro;
  • fino a 30.000 euro diventano 240 euro;
  • fino a 35.000 euro di reddito il risparmio è di 280 euro lordi annui.

La decisione, però, ancora non è stata presa: nel frattempo continuano i confronti con i sindacati.

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