Reddito di cittadinanza, l’allarme dell’esperta: “I poveri aumenteranno, il governo li disprezza”

Simone Micocci

24 Marzo 2023 - 12:59

Reddito di cittadinanza, con il passaggio alla Mia aumenteranno i poveri. Ne è certa Chiara Saraceno, l’esperta a cui il governo Draghi aveva affidato la valutazione della misura.

Reddito di cittadinanza, l’allarme dell’esperta: “I poveri aumenteranno, il governo li disprezza”

La riforma del Reddito di cittadinanza non convince gli esperti. Tra questi Chiara Saraceno, colei che l’ex ministro del Lavoro per il governo Draghi, Andrea Orlando, incaricò di guidare la task force che avrebbe dovuto valutare eventuali modifiche per migliorare il sistema delle politiche di sostegno alla povertà.

Dopo aver letto la bozza di riforma, con la quale ci sarà il passaggio da Reddito di cittadinanza a Misura d’inclusione attiva, Chiara Saraceno - sociologa esperta di povertà e politiche sociali - ha bocciato la nuova misura ritenendo che in questo modo aumenterà il numero dei poveri in Italia.

Saraceno - a margine della presentazione genovese del suo ultimo libro, “La povertà in Italia” - ha poi utilizzato parole dure nei confronti del governo Meloni, parlando di “disprezzo nei confronti dei poveri” e spiegandone le ragioni.

Cosa prevede la riforma del Reddito di cittadinanza

Per il momento la riforma del Reddito di cittadinanza è ferma alla bozza di qualche settimana fa dove viene descritta la nuova Misura d’inclusione attiva, la cosiddetta Mia.

Nel dettaglio, se per le famiglie con minori, disabili e over 60 non ci saranno grandi cambiamenti rispetto a oggi - se non un aumento dell’importo per le famiglie con figli - per tutti gli altri ci sarà una riduzione d’importi e durata. L’importo percepito, ad esempio, verrà decurtato del 25%, mentre la durata massima complessiva sarà di 18 mesi (12 mesi più altri 6 di rinnovo).

Inoltre, sembra che anziché di sussidio si tratterà di un rimborso spese, in quanto l’arrivo dei soldi potrebbe essere condizionato alla partecipazione di un corso di formazione.

Con la Misura d’inclusione attiva aumenterà il numero dei poveri

Come ricordato da Chiara Saraceno, l’Istat ha certificato il successo del Reddito di cittadinanza in quanto ha tolto dalla povertà più di 1 milione di persone. Tuttavia, con il passaggio alla Misura d’inclusione attiva si rischia di assistere all’effetto opposto: “Osserveremo un simmetrico effetto negativo, tutte queste persone rientreranno in condizioni di povertà”.

Non usa quindi mezzi termini nel bocciare lo “smantellamento” del Reddito di cittadinanza e la sostituzione del Mia, spiegando le ragioni per cui - secondo lei - il governo Meloni non si sta facendo scrupoli nel colpire i poveri. “Non teme ripercussioni”, spiega Saraceno, dal momento che queste persone nella maggior parte dei casi queste persone “non votano”, ed è per questo motivo che nei loro confronti vi è un “profondo disprezzo”.

Persone che vengono colpevolizzate con una narrativa che non sempre corrisponde alla realtà: “non vogliono lavorare” o anche “non accettano qualsiasi lavoro”, dichiarazioni che servono a legittimare una decisione politica che secondo Saraceno è totalmente sbagliata.

Anche perché non si può semplificare dicendo che dalla povertà si esce solamente con il lavoro, come invece il governo sostiene. Si tratta infatti di un fenomeno “multidimensionale e complesso” che non può essere solo legato alla mancanza di lavoro.

Le cause della povertà in Italia sono diverse: dalla precarietà del mercato del lavoro ai bassi tassi di occupazione femminile, fino alla frammentazione e all’eterogeneità del sistema di protezione sociale. E ancora “la scarsa e diseguale disponibilità di servizi di conciliazione famiglia-lavoro e le forti differenze territoriali”.

Un problema multidimensionale che non può essere risolto solamente puntando sulle politiche attive, anche perché prima bisognerebbe risolvere tutti i problemi che caratterizzano il mercato del lavoro, cosa non semplice in tempi brevi. A tal proposito, Saraceno consiglia di non credere all’idea per cui “il lavoro c’è, sono i poveri che non vogliono impegnarsi”: si tratta, secondo la sociologa, di una retorica sbagliata, in quanto il lavoro c’è ma non per i percettori di Reddito di cittadinanza che - come ci descrivono i dati - sono persone poco qualificate, senza un titolo di studio adeguato, che il mercato del lavoro non è riuscito ad assorbire. Si tratta, quindi, di occupabili ai fini delle statistiche ma che difficilmente troveranno un lavoro in tempi brevi.

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