Reddito di cittadinanza, aumentano le domande: più poveri a causa del coronavirus?

Antonio Cosenza

20 Aprile 2020 - 12:00

Reddito di cittadinanza: aumentano le domande, così come pure i beneficiari. Ma la colpa - per adesso - non è del coronavirus.

Reddito di cittadinanza, aumentano le domande: più poveri a causa del coronavirus?

Reddito e pensione di cittadinanza: aumenta notevolmente il numero delle domande presentate tra i mesi di febbraio e marzo, così come quello dei nuclei familiari percettori (come rilevato dal nuovo Osservatorio INPS pubblicato nel mese di aprile). Un dato che a molti ha fatto pensare ad un incremento della povertà causato dalla diffusione del coronavirus, ma la realtà è un’altra.

Sta destando molto scalpore il fatto che nei mesi di febbraio e marzo c’è stato un sostanziale incremento del numero di domande per reddito o pensione di cittadinanza.

Complessivamente sono 142.000 i nuclei familiari che lo hanno richiesto, per un incremento del 9% rispetto a chi ha fatto domanda per RdC/PdC nel mese di gennaio.

Che sia un primo effetto della crisi provocata dal coronavirus? Non è da escludere che in parte chi abbia perso il lavoro in questo periodo abbia approfittato dell’opportunità offerta del reddito di cittadinanza per chiedere un sostegno allo Stato. Tuttavia, generalmente il motivo per cui sono aumentate le domande per questi due sostegni economici sembra essere un altro.

Perché le domande per reddito e pensione di cittadinanza sono aumentate

Come anticipato, tra febbraio e marzo c’è stato un incremento marcato rispetto al trend dei mesi precedenti, il che ha fatto pensare ad un possibile ampliamento della popolazione in condizione di povertà.

Ma attenzione, perché non è assolutamente detto sia così; anzi, ad oggi riteniamo che questo incremento abbia un’altra spiegazione. Come prima cosa è importante dire che l’aumento (i nuclei beneficiari sono saliti da 1,119 milioni a 1,280 milioni, un +10%) è stato calcolato su due mesi e non su uno, a causa dello stop dell’Osservatorio INPS che - causa COVID-19 - non è stato pubblicato a marzo.

Altro motivo, come spiegato anche dall’INPS, riguarda il rilascio delle nuove DSU per ISEE 2020 che generalmente viene effettuato nei primi mesi dell’anno.

La valutazione della situazione reddituale e patrimoniale accertata al 2018, quindi, ha determinato l’aumento della platea - avvenuto nonostante circa 150.000 nuclei familiari nel frattempo siano decaduti per mancanza dei requisiti - e non la crisi economica provocata dalla diffusione della pandemia.

Effetto coronavirus sul reddito di cittadinanza?

Ovvio che alcuni nuclei familiari potrebbero essere stati spinti dalla nuova crisi economica per fare domanda del reddito di cittadinanza, ma al momento sembra essere ancora presto per parlare di un “effetto coronavirus” per l’incremento delle richieste.

I prossimi mesi saranno decisivi per capire se effettivamente i nuovi poveri si riverseranno sul reddito di cittadinanza per avere un sostegno da parte dello Stato oppure se si “accontenteranno” degli aiuti una tantum riconosciuti appositamente per l’emergenza (come ad esempio il reddito di emergenza, non cumulabile con quello di cittadinanza).

Gli elementi affinché nei prossimi mesi il numero dei beneficiari di reddito e pensione di cittadinanza possa salire ancora ci sono tutti: moltissimi hanno perso il lavoro (nonostante le rassicurazioni del Governo), tanti altri sono stati sospesi o hanno subito riduzioni di orario e - di conseguenza - dello stipendio.

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