Reddito di cittadinanza: chi non ha reso la DID rischia di perderlo a breve

Antonio Cosenza

24/01/2020

Reddito di cittadinanza: chi non ha rilasciato la dichiarazione di immediata disponibilità rischia di perderlo. L’obbligo vale per tutti i componenti del nucleo familiare, eccetto esclusi ed esonerati.

Reddito di cittadinanza: chi non ha reso la DID rischia di perderlo a breve

Il reddito di cittadinanza è partito da quasi un anno ma ad oggi ci sono dei beneficiari che rischiano che da un momento all’altro il sostegno al reddito gli venga tolto.

Ad oggi, infatti, molte delle famiglie che beneficiano del reddito di cittadinanza non hanno adempiuto ad uno dei primi doveri previsti dalla normativa, ossia non hanno rilasciato la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro (o meglio conosciuta come DID).

Nell’articolo 4 della legge 26/2016, infatti, è descritto chiaramente l’obbligo per il richiedente, così come pure per i componenti del nucleo riconosciuti beneficiari del RdC (eccetto gli esclusi e gli esonerati), di rendere la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro entro il termine di 30 giorni dal riconoscimento del beneficio.

L’obbligo di rendere la DID, quindi, non è obbligatorio solo per il titolare della carta, ossia per colui che ha presentato la domanda per il reddito di cittadinanza, ma anche per tutti coloro che sono nella condizione di poter intraprendere un percorso di condizionalità volto al reinserimento nel mercato del lavoro.

Quest’obbligo, però, è stato sottovalutato (anche a causa di una scarsa conoscenza della normativa da parte degli interessati) da una buona parte dei beneficiari del reddito di cittadinanza i quali rischiano di perdere il diritto acquisito proprio a causa di questa dimenticanza.

Reddito di cittadinanza: cosa rischia chi non rende la DID

L’articolo 7 della legge 26/2019 ci dice che per coloro che non rendono la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro pur essendo obbligati è prevista la sanzione della decadenza del beneficio.

Qui, infatti, si legge che è “disposta la decadenza dal reddito di cittadinanza quando uno dei componenti del nucleo familiare non effettua la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, ad eccezione dei casi di esclusione ed esonero”.

Ricapitolando, entro trenta giorni dal riconoscimento del beneficio tutti i componenti del nucleo familiare devono presentare la DID, eccetto coloro che si trovano in una delle seguenti condizioni:

  • occupati sopra soglia (con reddito da lavoro dipendente superiore agli 8.145,00€ annui, o da lavoro autonomo superiore a 4.800€ annui);
  • occupati sotto soglia (reddito inferiore ai suddetti importi, ma con lavoro che li impiega per un tempo superiore alle 20 ore settimanali, o anche 25 ore se si tiene conto anche del tempo impiegato per recarsi sul posto di lavoro);
  • chi ha compiuto il 65° anno di età;
  • invalidi (con percentuale pari almeno al 46%);
  • coloro che assistono un minore di età inferiore ai 3 anni, o un disabile al 100%;
  • coloro che frequentano un regolare corso di studi o un corso di formazione finalizzato all’ottenimento di una qualifica professionale;
  • chi è in carcere oppure è ricoverato in una struttura sanitaria per lunga degenza;
  • chi non è nella condizione di salute psico-fisica tale da poter intraprendere un percorso di reinserimento lavorativo (questa va dimostrata tramite certificato medico).

Eccetto queste situazioni, tutti i componenti maggiorenni devono quindi rendere la DID. Basta che una sola persona non presenti la DID per far scattare la sanzione che comporta la decadenza del reddito di cittadinanza. Senza dimenticare poi che chi non rilascia la DID rischia di non essere convocato dal CPI per la sottoscrizione del Patto per il Lavoro.

Ricordiamo che questa si può presentare online tramite il portale di ANPAL, o anche per mezzo dei patronati o dei CAF, ma in ogni caso va convalidata recandosi al centro per l’impiego competente sul territorio; solo così la dichiarazione di immediata disponibilità risulterà presentata correttamente.

Reddito di cittadinanza a rischio: l’Inps e i controlli per la mancata presentazione della DID

C’è da dire che ad oggi non risultano casi testimoniati di RdC decaduto o sospeso a causa di una DID non presentata. Tuttavia è pur vero che in questa fase l’Istituto ha dovuto far fronte ad una mole di lavoro particolarmente elevata e quindi potrebbe aver trascurato i controlli su questo adempimento obbligatori.

Per questo motivo consigliamo ai beneficiari che ancora non hanno ottemperato a quest’obbligo di farlo il prima possibile: non si sa mai, infatti, quando e come l’INPS partirà con i controlli riguardanti la condizionalità.

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