Reddito di cittadinanza sostituito dal reddito di resilienza: cos’è e come potrebbe funzionare

Simone Micocci

1 Agosto 2022 - 16:27

Reddito di cittadinanza, anche Italia al centro (di Giovanni Toti) vuole cancellarlo. Ma è già pronta l’alternativa: il reddito di resilienza.

Reddito di cittadinanza sostituito dal reddito di resilienza: cos’è e come potrebbe funzionare

Stop al reddito di cittadinanza - “è stato un fallimento” - sì al reddito di resilienza; è questo uno dei punti del programma di Italia al centro, partito politico fondato da Giovanni Toti, su cui è intervenuto il senatore Gaetano Quagliariello nel corso di una conferenza stampa tenutasi nei giorni scorsi a Montecitorio.

Italia al centro si aggiunge dunque al lungo elenco di partiti politici che promettono la cancellazione del reddito di cittadinanza in caso di arrivo al governo. Tuttavia, il partito dell’attuale governatore della Liguria non si limita ad annunciare l’abrogazione di una delle misure più contestate negli ultimi anni, in quanto ne presenta anche l’alternativa: un reddito di resilienza, condizionato non solo alla condizione economica familiare ma anche dalla volontà di fare impresa.

Nel dettaglio, secondo le intenzioni di Italia al centro, che ne ha già pronto il disegno di legge, bisogna intervenire sulla parte di reddito di cittadinanza che si è rivelata essere la meno funzionale, ossia la politica attiva. I risultati di rioccupazione dei beneficiari del reddito di cittadinanza, infatti, sono stati inferiori alle aspettative, ed è per questo che sarebbe opportuno sostituirlo con un reddito di resilienza riservato solamente a coloro che, oltre a vivere in una situazione economica di difficoltà, sono favorevoli a rimettersi in gioco in una realtà territoriale complicata.

Cos’è il reddito di resilienza

Sappiamo ben poco sul reddito di resilienza, da non confondere assolutamente con il piano nazionale di ripresa e resilienza su cui da mesi sta lavorando il governo Draghi.

Intanto concentriamoci sul significato del termine resilienza, ossia la capacità dell’individuo di far fronte - in maniera positiva - a eventi traumatici e periodi di difficoltà. Di fatto, le persone resilienti non solo riescono a superare le circostanze avverse, ma le utilizzano anche come slancio per il raggiungimento di traguardi importanti.

Proprio da ciò nasce la proposta di Italia al centro, con la quale si punta anche a rivalutare alcuni territori. A tal proposito, il senatore Gaetano Quagliarello ha spiegato che:

Il reddito di resilienza è il tentativo di tener conto delle situazioni di disagio (economico, ndr), ma premiarle solo nel momento in cui c’è uno sforzo per creare lavoro e reddito autonomo.

Il reddito di resilienza sarebbe riservato a coloro che hanno intenzione di fare impresa, creando così reddito e lavoro. E la misura del beneficio sarebbe tanto più elevata quanto più sono le difficoltà che caratterizzano il luogo in cui tale attività viene esercitata:

Ad esempio, se c’è un’attività in una zona appenninica interna che però può in un certo lasso di tempo creare reddito e lavoro, di tali difficoltà si dovrà tener conto anche nel valutare la misura dell’aiuto statale.

Il reddito di resilienza, dunque, dovrebbe essere un contributo per l’avvio di un’impresa riconosciuto a coloro che non hanno i mezzi necessari per farlo, purché abbiano comunque la volontà di operare in situazioni difficili.

A ribadire quanto appena detto ci ha pensato Daniele D’Angelo, capogruppo al Comune dell’Aquila nonché coordinatore provinciale d’Italia al centro, il quale è d’accordo nel ritenere necessaria una misura che sostiene chi lavora e avvia attività nelle aree più fragili del Paese, “contribuendo a renderle attrattive e a contrastarne lo spopolamento”.

Una misura che non determinerebbe un costo a perdere: supportando le attività lavorative e dando loro la possibilità di creare un maggior numero di posti di lavoro, infatti, “ci sarebbero persino effetti positivi sui conti pubblici”.

Anche Italia al centro non vuole il reddito di cittadinanza

Italia al centro potrebbe far parte della coalizione di centrodestra alle prossime elezioni politiche del 25 settembre. D’altronde tra i punti di condivisione sembra esserci almeno il futuro del reddito di cittadinanza, sul quale il partito di Toti ha le idee chiare.

Il senatore Quagliarello, infatti, lo ha bocciato su tutta la linea spiegando che il reddito di cittadinanza ha fallito in quanto non ha immesso forze nel mondo del lavoro e in alcuni casi ha favorito persino il lavoro nero. “Lo abbiamo sperimentato, ha fallito, dobbiamo cambiarlo”, ha poi concluso.

Dello stesso parere gli altri partiti del centrodestra, uno su tutti Fratelli d’Italia: nonostante l’avvio della campagna elettorale, infatti, Giorgia Meloni non ha cambiato i toni, ribadendo la necessità di eliminare al più presto il reddito di cittadinanza, descritto come una misura “stupida, diseducativa e controproducente”.

E anche Forza Italia, in questi mesi più garantista sul futuro del reddito di cittadinanza, ha scelto di adottare la stessa linea degli alleati. Tajani, infatti, non ha dubbi: “È una misura che va abolita, per poi ridisegnare l’assistenza”.

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