Reddito di cittadinanza: cambiano le regole per i controlli. Due le conseguenze: meno furbetti e tempi più lunghi per il primo pagamento.
Reddito di cittadinanza: dal prossimo anno ottenerlo sarà più lungo e complicato.
Nessun problema per chi presenta tutti i requisiti per beneficiare del sostegno, ma coloro che tentano di fare i furbetti, richiedendo il reddito di cittadinanza anche senza averne diritto, rischiano molto a causa delle novità introdotte con la Legge di Bilancio 2022.
Attenzione: con questo non vogliamo dire che oggi coloro che non soddisfano i requisiti del reddito di cittadinanza hanno comunque facile accesso alla misura. Come spiegato dallo stesso Istituto rispondendo alle accuse mosse nel corso della trasmissione “Porta a Porta” riguardanti una presunta mancanza di controlli da parte dell’INPS - su un totale di 4.359.359 domande presentate nel periodo che va da aprile 2019 a settembre 2021, il 27,87% è stato respinto per mancanza di requisiti accertati grazie ai controlli effettuati dall’INPS in fase d’istruttoria.
Il 13,88% delle domande, invece, è decaduto in seguito per il venir meno dei requisiti in corso di fruizione. E nonostante l’ampio spazio che viene dedicato dai giornali, solamente il 2,84% ha visto il reddito di cittadinanza revocato in seguito ai controlli effettuati dalle Forze dell’Ordine.
Al netto di questo, non si può dire che l’INPS non effettui controlli in sede preliminare. Tuttavia, dal 2022 questi saranno persino potenziati e di conseguenza la percentuale di coloro che vedono la domanda del reddito di cittadinanza respinta potrebbe anche aumentare, vediamo perché.
Reddito di cittadinanza: nel 2022 più controlli nella fase istruttoria
Nonostante i buoni risultati raggiunti dall’INPS, il Governo Draghi ritiene si possa fare di meglio riducendo al minimo la possibilità che coloro che non hanno diritto alla misura riescano ad accedere al beneficio.
D’altronde, recuperare poi quanto indebitamente erogato appare più complicato del previsto, ecco perché bisogna assolutamente ridurre i casi di furbetti. Anche perché, vista la risonanza mediatica che questi hanno, contribuiscono a minare la credibilità dell’intera misura.
Cosa viene deciso allora? La fase istruttoria viene potenziata con più poteri per l’INPS.
Intanto vi è una stretta ulteriore per gli stranieri, o comunque per coloro che hanno proprietà all’estero. Nel testo della manovra finanziaria, infatti, viene previsto un nuovo piano per la verifica dei beni detenuti all’estero.
Maggiori controlli poi in merito alla composizione dei nuclei familiari. Ci sono, infatti, richiedenti che in sede di richiesta dell’ISEE omettono alcuni componenti, o ne inseriscono altri, così da avere maggiori possibilità di rientrare tra i beneficiari della misura. E ancora, c’è chi mente sulla residenza, sempre per aggirare le regole e sperare di percepire il reddito di cittadinanza pur non avendone diritto, con la speranza poi di non essere scoperti in un secondo momento.
Nel dettaglio, ci sono due possibilità:
- i Comuni effettuano, all’atto della presentazione dell’istanza, verifiche sostanziali e controlli anagrafici sulla composizione del nucleo familiare dichiarato nella domanda per l’accesso al RdC e sull’effettivo possesso dei requisiti. I controlli possono essere effettuati in fase d’istruttoria o successivamente all’erogazione del beneficio. L’esito delle verifiche verrà prontamente comunicato all’INPS;
- l’INPS effettua i controlli su dati anagrafici, di residenza, di soggiorno e di cittadinanza già in fase d’istruttoria, e nel caso in cui avesse necessità di nuovi controlli ne dà immediata comunicazione ai Comuni tramite apposita piattaforma. Il Comune avrà tempo 90 giorni per effettuare le verifiche del caso per poi darne comunicazione all’INPS. Importante: durante i 90 giorni il pagamento del reddito di cittadinanza è sospeso.
Reddito di cittadinanza: tempi più lunghi per il primo pagamento
È specialmente quest’ultimo punto a cambiare le tempistiche per l’erogazione del reddito di cittadinanza. Oggi, infatti, dopo massimo un mese dalla domanda si riceve l’esito, salvo casi particolari ovviamente. Nel 2022, qualora l’INPS dovesse richiedere l’intervento del Comune, potrebbero volerci anche 90 giorni.
A giovarne dovrebbero essere i conti pubblici. Una maggiore partecipazione dei Comuni, i quali dovrebbero conoscere in maniera maggiormente approfondita la situazione del nucleo familiare, garantirà una maggiore accuratezza nei controlli, aumentando le possibilità che il furbetto venga scoperto già in fase preliminare non riuscendo dunque ad accedere alla misura.
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