In Italia spesso si parla di referendum costituzionale: ecco la definizione, di cosa si tratta, come funziona, chi vota, se è presente un quorum e quali sono i suoi costi.
Referendum costituzionale, tutto quello che c’è da sapere su questo strumento di democrazia diretta previsto dalla nostra Costituzione per consentire ai cittadini di esprimersi su modifiche apportate alla Costituzione stessa.
L’ultimo referendum costituzionale in Italia è stato quello del 2020 sul taglio dei parlamentari, con gli italiani che poi alle urne hanno confermato la sforbiciata voluta dal Movimento 5 Stelle.
Adesso invece si parla di un possibile ricorso a questo strumento se dovesse essere approvata la riforma del premierato, la “madre di tutte le riforme” come è stata definita da Giorgia Meloni.
Nel 2025 invece in Italia si voterà per cinque referendum abrogativi: quattro riguarderanno il tema del lavoro, uno invece quello della cittadinanza.
Vediamo allora nel dettaglio tutto quello che c’è da sapere sul referendum costituzionale: la definizione, come funziona, chi vota, se è presente un quorum e quali sono i suoi costi.
Cos’è il referendum costituzionale: definizione e riferimenti normativi
Il referendum costituzionale è uno strumento di democrazia diretta previsto dalla Costituzione italiana per sottoporre al voto popolare una legge di revisione costituzionale o altre leggi costituzionali.
Può essere richiesto quando la legge in questione non è stata approvata con una maggioranza particolarmente qualificata in Parlamento, ovvero i due terzi in doppia lettura in entrambe le Camere.
Il referendum costituzionale è disciplinato dall’articolo 138 della Costituzione italiana, che disciplina il procedimento di approvazione delle leggi costituzionali e il referendum confermativo.
Altro riferimento normativo è la Legge n. 352 del 25 maggio 1970, che detta le norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sull’iniziativa legislativa popolare.
Le regole del referendum costituzionale in Italia: ecco come funziona e chi vota
Dopo l’approvazione di una legge di revisione costituzionale è possibile avviare la procedura per chiedere ai cittadini aventi diritto al voto di confermare quanto deciso dal Parlamento. Il referendum non è automatico, ma possono richiederlo:
- un quinto dei membri di una Camera (Senato della Repubblica o Camera dei deputati);
- 500.000 elettori;
- cinque Consigli regionali.
Lo stesso articolo 138 stabilisce che il referendum confermativo possa essere chiesto entro 3 mesi dall’approvazione della legge di revisione costituzionale. Oltre questo termine non è più possibile avviare la procedura di conferma degli elettori.
In Italia, al referendum costituzionale possono votare i seguenti cittadini italiani maggiorenni, quelli iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) e coloro che risiedono temporaneamente all’estero per motivi di lavoro, studio o cure mediche, votando per corrispondenza previa richiesta al proprio comune di residenza in Italia.
Quorum del referendum costituzionale
La legge costituzionale o di revisione costituzionale viene confermata se allo spoglio i sì superano i no anche di un solo voto.
A differenza del referendum abrogativo (articolo 75 Cost.), il referendum costituzionale non richiede un quorum: il risultato è valido indipendentemente dalla percentuale di partecipazione al voto.
Bisogna poi ricordare che il voto è vincolante: se la maggioranza dei votanti approva la legge, questa entra in vigore; se viene respinta, la legge non ha effetti.
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Costi del referendum costituzionale
Il costo di un referendum costituzionale in Italia può variare a seconda di diversi fattori come l’organizzazione logistica, il numero dei seggi elettorali, la stampa del materiale elettorale, la remunerazione del personale coinvolto, e le campagne informative istituzionali.
Attualmente i costi stimati per un referendum costituzionale sono stati tra 300 e 400 milioni di euro, con la cifra che può cambiare in base ai fattori sopra elencati.
Per esempio referendum costituzionale del 2016 è costato circa 350 milioni di euro, mentre quello del 2020 per il taglio dei parlamentari è stato stimato intorno ai 300 milioni di euro visto che si è svolto in contemporanea con la tornata delle elezioni amministrative.
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