Dopo la decisione di Moody’s annunciata venerdì, oggi è stata la volta dei dati sul Prodotto interno lordo britannico. Vediamo quali sono i tre elementi che emergono dalla pubblicazione dei dati.
Indicazioni sotto le stime dal dato relativo il Prodotto interno lordo del Regno Unito, cresciuto dello 0,3% nel terzo trimestre (qui la notizia).
Come si può vedere sul nostro Calendario Economico, gli analisti avevano stimato un rialzo dello 0,4%. Su base annua, il Pil è passato dall’1,3 all’1%.
Indicazioni negative sono arrivate anche dall’accoppiata produzione industriale (-0,3% su base mensile e -1,4% su base annua) e manifatturiera (a -0,4% e -1,8%).
Pil Regno Unito: i tre fattori da prendere in considerazione
Tornando all’indice della ricchezza prodotta, l’aggiornamento odierno era particolarmente atteso poiché, dopo il -0,2% dei tre mesi tra aprile e giugno, una nuova indicazione negativa avrebbe fatto scivolare il Regno Unito in recessione tecnica.
Tre sono gli elementi che, secondo un report di ING, vanno tenuti in considerazione:
-* il freno rappresentato dalle scorte è stato maggiore del previsto: ”i dati ci dicono che nel terzo trimestre si è avuto un notevole calo delle scorte, nonostante la revisione della scadenza per la Brexit”;
-* investimenti sopra le stime, ma ancora deludenti: “gli investimenti delle imprese sono scesi in ogni trimestre dal 2018 (eccezion fatta per il primo trimestre 2019 quando il cambio della modalità di calcolo ha portato ad una crescita artificiale) […] in questa rilevazione la buona notizia è che non sono scesi ulteriormente (hanno fatto registrare un andamento piatto) ma ci attendiamo che il contesto sfidante sia destinato a proseguire”;
-* i consumi hanno permesso di evitare la recessione: “diversamente dalle imprese, finora i consumatori si sono rilevati meno preoccupati dai colpi di scena della Brexit”.
Regno Unito: anche Moody’s porta l’outlook a negativo
Venerdì l’agenzia Moody’s ha annunciato di aver ridotto l’outlook sul merito di credito britannico “Aa2” da “stabile” a “negativo” a causa della debolezza dell’economia e dei rischi connessi con l’uscita dall’Ue.
Tra questi, l’agenzia di rating cita l’incremento dei costi per raccogliere liquidità e l’instabilità politica.
Moody’s fino a venerdì era l’unica delle “Big Three” (le alter due sono Fitch e Standard and Poor’s) a non avere un outlook negativo.
“L’onere del debito nel Regno Unito è a livelli elevati e difficilmente scenderà, viste le crescenti pressioni agli aumenti di spesa e la poco chiarezza sui metodi di finanziamento di queste misure”. L’incertezza sulla Brexit “ha rallentato la crescita degli investimenti delle imprese e questo pesa sull’andamento dell’economia”.
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