Sintesi delle condizioni economiche esitate dalle nuove tranche di bond sovrani del Tesoro a scadenze brevi, medie e lunghe
Con la giornata di ieri si è chiusa la prima finestra di emissioni sovrane di marzo. Adesso se ne parla per la fine del mese, quando ci sarà la seconda mini tornata di emissioni sovrane targate MEF. L’appuntamento era particolarmente atteso dal mercato per tastare il polso della situazione dopo le pesante giornate di vendite dei giorni precedenti.
Bene, al termine delle varie aste si sono registrati rendimenti fino al 4,70% lordo a scadenza per i titoli di Stato andati in scena in settimana.
Il rendimento del nuovo Buono Ordinario del Tesoro
Il primo appuntamento con il mercato e i risparmiatori è stato il 12 marzo con l’asta del BOT a 364 giorni in scadenza il 13 marzo dell’anno prossimo. Si è trattato di un titolo nuovo di zecca, il cui codice ISIN è IT0005640666 e la 1° tranche è stata pari a 9 mld di € tutti sottoscritti (rapporto di copertura: 1,45). Al termine delle procedure è risultato un prezzo di aggiudicazione a 97,692, per un rendimento medio ponderato del 2,337%.
Qui forse il mercato si attendeva un ritorno effettivo lordo a scadenza di una spanna più generoso, tipo a ridosso del 2,50%, per esempio. Tuttavia, questi titoli seguano molto da vicino il trend dei tassi ufficiali di riferimento e meno (anzi, quasi nulla) le tensioni di medio-lungo termine. Quest’ultime si scaricano soprattutto sui bond a notevole durata residua, molto più volatili e quindi molto più speculativi.
Il BOT per sua natura è principalmente un “bond conservativo”, diciamo così, e non a caso rientra tra gli strumenti monetari.
Il BTP a 3 anni e il BTP Green con durata residua a 6 anni
Le aste di medio termine hanno riguardo un nuovo BTP a 3 anni (scadenza 15 giugno 2028) e un BTP Green con vita residua a 6 anni (scadenza 30 ottobre 2031).
Il BTP in scadenza nel ‘28 (ISIN IT0005641029) era una nuova emissione in assoluto, e nella 1° tranche sono stati assegnati 4 mld di € di debito (1,2 agli Specialisti). La cedola nominale annua lorda è del 2,65%, inferiore al rendimento esitato del 2,77% grazie al prezzo di aggiudicazione a 99,69. Tuttavia, la 1° cedola è del tipo corta (90 giorni) dato che verrà pagata il prossimo 15 giugno (date stacco: 15/06 e 15/12). Nello specifico essa sarà pari allo 0,655220%.
Per il titolo Verde (ISIN IT0005542359), invece, l’asta della 4° tranche ha riguardato il collocamento di 1,5 mld di € (0,3 agli Specialisti), per un rapporto di copertura di 1,76. Il bond ha una cedola annua lorda del 4%, ma il prezzo di aggiudicazione a 103,69 ne ha eroso il ritorno effettivo. Il rendimento lordo esitato è stato del 3,40%, lordo annuo mentre al tempo dell’articolo l’obbligazione prezza sul MOT di Borsa Italiana a 103,78 centesimi.
Rendimenti fino al 4,70% lordo a scadenza per i titoli di Stato andati in scena in settimana
Arriviamo infine ai 2 titoli dalle durate residue maggiori, per i quali il Tesoro ha collocato nuove fette di debito e quindi ampliato i rispettivi flottanti di mercato.
Per il BTP 15 anni, con ISIN IT0005240350 ma una vita residua di soli 8 (data scadenza: 1° settembre 2033) l’asta ha riguardato la 21° tranche. L’importo assegnato è stato di 1,25 mld di € (0,250 agli Specialisti) ad un prezzo di aggiudicazione a 91,08, e quindi un rendimento effettivo a scadenza del 3,72% lordo annuo. L’obbligazione, invece, prevede una cedola annua lorda del 2,45%.
Arriviamo infine alla 5° tranche del BTP a 30 anni, ISIN IT0005611741, nato a settembre 2024. Il BTP ha una cedola del 4,30% ma l’enorme durata residua e le recenti turbolenze sui mercati obbligazionari ne hanno alzato il ritorno effettivo. Al termine dell’asta il prezzo esitato è stato 94,43, per un rendimento di aggiudicazione del 4,70% lordo.
Si tratta di un bond alquanto volatile sul mercato secondario e difatti ha una duration modificata del 15,57. Sotto più punti di vista lo potremmo definire l’esatto opposto del BOT visto in apertura, sia per durata che duration, come pure per rendimenti e finalità d’impiego in un portafoglio.
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