C’è grande attesa per il rientro sui banchi, tuttavia la riapertura delle scuole potrà causare dei nuovi focolai secondo il virologo Fabrizio Pregliasco.
Con la riapertura delle scuole ci saranno dei nuovi focolai. Ne è convinto Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano, il quale ha però precisato che è una cosa necessaria. C’è grande attesa per il ritorno sui banchi, previsto a breve in molte regioni, ed anche molto ottimismo, tuttavia molti esperti precisano che i primi 15 giorni saranno decisivi.
Come ricorda Matteo Bassetti, infettivologo dell’ospedale Policlinico San Martino di Genova, le linee guida, anche se diffuse in ritardo dal Ministero, dovranno essere seguite alla lettera. Sarà questo l’unico modo per prevenire eventuali contagi di massa all’interno degli istituti scolastici.
Nelle scuole ci saranno nuovi focolai
Molti esperti hanno espresso il loro scetticismo sulla riapertura delle scuole, primo fra tutti il noto virologo Fabrizio Preglisco, secondo cui però “la scuola deve essere aperta: ci saranno dei focolai, ci saranno problemi all’inizio. Ma di certo, se ci sarà un coordinamento tra presidi, insegnanti e famiglie, troveremo una soluzione di operatività e fattibilità”.
Le prime settimane saranno un momento decisivo, e potrebbero sorgere alcuni problemi, per questo motivo è di fondamentale importanza tornare sui banchi per capire se il sistema ipotizzato dal ministero funziona davvero. Bassetti spiega all’ADN Kronos che:
“Le misure adottate nelle scuole, anche se arrivate un po’ in ritardo, vanno nella direzione giusta. La regola più importante è il distanziamento tra gli studenti e poi indossare la mascherina non solo negli spazi comuni, ma fin dall’autobus per raggiungere l’istituto. Saranno però determinati i primi 10-15 giorni, lì si capirà se il sistema messo in piedi funziona”.
Il tracciamento nelle scuole
Per limitare la diffusione del virus nelle scuole dovrà essere attuato un fitto sistema di tracciamento in grado di identificare i focolai nel momento della loro nascita. Questa procedura è fortemente consigliata anche da Massimo Clementi, ordinario di Microbiologia e Virologia all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Irccs ospedale San Raffaele, il quale ha ricordato la rilevanza del “tracciamento dei focolai, che devono essere identificati al più presto quando sono ancora piccoli, della gestione corretta di casi e contatti e delle quarantene”.
A destare maggiore preoccupazione però è la gestione dei sintomi, infatti la febbre, un sintomo tipico del coronavirus, potrebbe essere la manifestazione di qualsiasi patologia e non solo della Sars-Cov-19. A rendere il tutto ancora più difficile, continua Clementi, è il fatto di “avere poche regole non univoche”.
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