Le richieste delle grandi aziende internazionali in vista del vertice sul clima organizzato dagli USA il 22-23 aprile: regolamentazione comune a livello mondiale, attenzione al mercato e nuovi sussidi.
In vista del vertice sul clima organizzato dagli Stati Uniti per il prossimo 22-23 aprile, le grandi aziende internazionali si stanno muovendo per presentare le proprie richieste ai leader mondiali che si incontreranno virtualmente, in modo da non rischiare di venire penalizzate dalle nuove regole nella lotta al cambiamento climatico.
I dirigenti delle diverse società che operano a livello globale, insieme ai grandi investitori, premono affinché venga promosso una regolamentazione comune da parte dei Paesi di tutto il mondo.
Per i grandi gruppi privati sarebbe di grande aiuto infatti poter rispettare le stesse norme che hanno l’obiettivo di ridurre le emissioni globali di gas a effetto serra, senza dover cambiare policy a seconda della nazione o dell’area in cui si opera.
Inoltre, gli attori del business internazionale mettono in guardia i partecipanti al summit fortemente voluto da Joe Biden per rilanciare la leadership USA sui temi green, sul fatto che una politica ambientale troppo drastica e senza alcuna attenzione al mercato potrebbe reprimere il commercio internazionale, danneggiando i profitti delle multinazionali e causando, di conseguenza, gravi ricadute anche per l’economia interna.
Le richieste delle aziende internazionali per il vertice sul clima in USA
I rappresentanti di queste categorie tengono a precisare nelle loro dichiarazioni pubbliche come questi avvertimenti non siano un modo per impedire l’attuazione di una transizione ecologica, ma servono a porre l’attenzione nei confronti delle istituzioni con l’obiettivo di mettere in campo una strategia che sia efficace per ridurre le emissioni di carbonio senza mettere a rischio la crescita economica.
Dello stesso avviso anche alcuni tra i maggiori sindacati americani, come la federazione AFL-CIO che mette insieme 50 sigle nazionali e internazionali.
Secondo gli esponenti dell’American Federation of Labor and Congress of Industrial Organizations, per proteggere i lavoratori, bisognerebbe attivare nuovi dazi nei confronti delle merci provenienti da Paesi più permissivi in quest’ambito.
Automotive e agricoltura i settori in prima linea
Tra le società che temono più minacce dalle possibile decisioni che potrebbero uscire dal vertice, si trovano le case automobilistiche, le quali dovranno eliminare nel prossimo futuro dalla loro produzione i veicoli che non prevedono l’alimentazione attraverso energie rinnovabili.
Poiché queste hanno già messo in campo dei piani per la conversione dei propri stabilimenti, la richiesta nei confronti dei Governi nazionali è quella di attuare forti investimenti pubblici per aumentare le infrastrutture di ricarica così da incoraggiare l’acquisto da parte dei consumatori.
Anche l’industria agricola, responsabile del 25% del totale delle emissioni del pianeta, chiede nuovi piani che le permettano di abbassare drasticamente il proprio livello di inquinamento senza subire gravi perdite per il settore, promuovendo ad esempio la cattura di carbonio nel sottosuolo dei campi coltivati con fondi ad hoc.
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