La legge delega sulla riforma fiscale è arrivata in Parlamento: vediamo i punti chiave del provvedimento e le tempistiche di attuazione.
Lo schema del disegno di legge recante la legge delega per la riforma fiscale è finalmente arrivato in Parlamento il 27 ottobre. Ricordiamo infatti che l’approvazione del Consiglio dei Ministri risale allo scorso 5 ottobre. Si tratta del primo passo verso il percorso che porterà alla revisione del sistema fiscale in circa due anni, considerando proroghe e tempi tecnici.
Il documento si compone di 10 articoli per la revisione del sistema tributario, dalle aliquote IRPEF al catasto, passando per la Riscossione.
La legge delega è una sorta di cornice, che stabilisce solo i principi generali. A dover entrare nei dettagli, stabilendo tutti i parametri, saranno i decreti attuativi.
La prima scadenza è a 18 mesi: un anno e mezzo dall’entrata in vigore della legge delega per iniziare a impostare la riforma con i primi decreti attuativi. Per il lavoro sul catasto invece è prevista una tempistica di 5 anni. Una volta entrata in vigore la legge delega, quindi, il Governo ha 18 mesi per emanare i vari decreti attuativi.
Su questi decreti le Commissioni competenti hanno 30 giorni, passibili di altri 20 giorni di proroga, per esprimere il loro parere. Trascorsi questi termini il decreto può essere comunque adottato.
Di seguito vediamo punto per punto cosa prevede la legge delega.
Riforma fiscale, cosa prevede? La legge delega punto per punto
- Riforma fiscale: primi decreti attuativi entro 18 mesi
- Cosa prevede la legge delega per la Riscossione
- Riforma fiscale: verso un sistema duale
- L’IRES nella legge delega
- IVA e imposte indirette: le novità
- Superamento dell’IRAP nel nuovo Fisco
- Le novità sul catasto
- Addizionali Irpef e IMU nella riforma fiscale
- Riordino delle norme tributarie
- Le risorse stanziate per la riforma
Riforma fiscale: primi decreti attuativi entro 18 mesi
Il primo articolo della legge delega sulla riforma fiscale si occupa delle tempistiche; il Governo dovrà emanare, entro 18 mesi dall’entrata in vigore del provvedimento, i decreti attuativi con cui si attuerà la riforma.
La legge delega infatti contiene solo i principi generali: dei particolari se ne occuperanno i decreti attuativi (o delegati).
Quattro i principi generali che dovranno ispirare la riforma fiscale, e quindi i decreti attuativi:
- lo stimolo alla crescita economica attraverso l’aumento una maggiore efficienza della struttura delle imposte e la riduzione del cuneo fiscale, cioè le tasse sul lavoro;
- razionalizzazione e semplificazione del sistema anche attraverso la riduzione degli adempimenti a carico dei contribuenti e l’eliminazione di micro-tributi;
- il principio costituzionale della progressività del sistema tributario va sempre salvaguardato;
- riduzione dell’evasione e dell’elusione fiscali.
Cosa prevede la legge delega per la Riscossione
Il secondo articolo della legge delega si occupa della riforma della Riscossione: i suoi compiti verranno trasferiti all’Agenzia delle Entrate. Ci sarà quindi una fusione tra le due agenzie.
Inoltre, va rivisto il meccanismo dell’aggio, cioè il sistema di remunerazione dell’agente.
Riforma fiscale: verso un sistema duale
La assazione sui redditi prodotti dalle persone fisiche verrà riformata seguendo due idee:
- progressiva evoluzione verso un modello duale, cioè redditi da capitale e redditi da lavoro;
- revisione generalizzata dell’IRPEF nel rispetto del principio costituzionale di progressività.
Per il secondo punto è prevista una stessa aliquota proporzionale per tutti i redditi provenienti dall’impiego di capitale e la riduzione delle aliquote medie effettive derivanti dall’applicazione dell’IRPEF e delle variazioni eccessive delle aliquote marginali.
La legge delega conterrà anche l’incarico al Governo per sistemare le tax expenditures, espressione con cui si indica l’insieme di agevolazioni fiscali, dalle detrazioni e deduzioni d’imposta ai per i crediti d’imposta, passando per le aliquote ridotte e le imposte sostitutive (come la cedolare secca).
Il tentativo è quello di riordinare tutte queste spese fiscali, tagliando dove possibile, in modo da trovare altre risorse per finanziare la riforma.
L’IRES nella legge delega
All’IRES e in generale alla tassazione del reddito d’impresa è dedicato il quarto articolo.
In generale si prevede la modifica dell’IRES in modo che la tassazione risulti allineata a quella duale previsto per l’imposizione personale.
Per semplificare la tassazione societaria e ridurre gli adempimenti amministrativi, la legge delega prevede il rafforzamento del processo di avvicinamento tra valori civilistici e fiscali.
Tra gli obiettivi c’è anche quello di evitare che il fisco condizioni in maniera distorsiva la scelta della forma organizzativa e giuridica dell’attività: per questo si dovrà garantire neutralità tra i diversi sistemi di tassazione.
IVA e imposte indirette: le novità
Il quinto articolo si occupa della razionalizzazione dell’IVA intervenendo sia sul numero che sui livelli delle aliquote.
Inoltre, si prevede il riordino delle accise sulla produzione e sui consumi dei prodotti energetici e dell’energia elettrica.
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Superamento dell’IRAP nel nuovo Fisco
L’articolo 6 della legge delega non scende nei dettagli del superamento dell’IRAP. In linea generale viene indicato che il tributo scomparirà in modo graduale.
Tuttavia, la misura dovrà comunque garantire il finanziamento del fabbisogno sanitario.
Le novità sul catasto
La riforma del catasto per i prossimi 5 anni è pensata come un’operazione di trasparenza.
Il Governo si impegna ad accatastare tutto quello che oggi non lo è, terreni e abitazioni. Ci sarà anche la revisione delle rendite catastali adeguandole alle rendite di mercato, e solo per questa misura ci vorranno 5 anni.
Il Presidente Draghi ha ribadito che “nessuno pagherà di più o di meno”: le rendite della tassazione di oggi rimangono invariate: non cambia quindi l’imposizione patrimoniale.
In un primo momento si investirà sulla predisposizione di strumenti per accatastare gli immobili non censiti o mal censiti. Per raggiungere questo obiettivo vanno individuati incentivi per le attività di accertamento svolte dai Comuni.
Dal 2026 a ciascuna unità immobiliare dovranno essere attribuiti:
- la rendita catastale;
- un valore patrimoniale e una rendita attualizzata in base ai valori di mercato.
Inoltre, va stabilito un meccanismo di adeguamento periodico. Questi dati non saranno utilizzati per determinare la base imponibile dei tributi.
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Addizionali IRPEF e IMU nella riforma fiscale
La riforma fiscale prevede, senza che cambi il gettito, la sostituzione delle addizionali regionale e comunale all’IRPEF con una sovraimposta.
Per quanto riguarda l’IMU, invece, il gettito derivante dagli immobili destinati a uso produttivo appartenenti al gruppo catastale D andrà direttamente all’ente locale competente (e quindi non verrà più ripartito tra Stato e Comuni).
Riordino delle norme tributarie
Il penultimo articolo si occupa della delega al Governo sul riordino delle norme tributarie. Quest’impegno però potrà essere portato avanti solo nel momento in cui la riforma verrà attuata.
I principi da seguire sono:
- organizzare le regole per settori omogenei;
- coordinare le disposizioni vigenti, anche di recepimento e attuazione della normativa Ue;
- assicurare unicità, completezza, chiarezza e semplicità della disciplina relativa a ogni settore;
- aggiornare e semplificare il linguaggio normativo; indicare esplicitamente le norme da abrogare.
Le risorse stanziate per la riforma
Attualmente per la riforma fiscale sono stati stanziati:
- 2 miliardi di euro per il 2022;
- 1 miliardo a partire dal 2023.
Se i decreti attuativi dovessero comportare oneri maggiori rispetto agli stanziamenti previsti, prima andranno emanati dei provvedimenti con cui si compensano le risorse mancanti.
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