La riforma fiscale passa anche tramite la decontribuzione per chi assume giovani e donne: l’intervista all’on. Ungaro (Italia Viva) a #Flashmobweb.
La legge delega sulla riforma fiscale era attesa per fine luglio, ma viste le difficoltà nel reperire le coperture economiche dovremo aspettare ancora un po’. Come anticipato dal ministro MEF Franco, la riforma del Fisco passa anche dal taglio delle tasse sul lavoro, in modo da creare maggiore occupazione.
Ma quali sono i passi concreti per arrivare a questo obiettivo? Lo abbiamo chiesto all’onorevole Massimo Ungaro di Italia Viva, membro della 6ª Commissione Finanze della Camera dei Deputati, durante la sesta puntata del format #FlashMobWeb di VideoBackLight di Marco Italiano, in collaborazione con Money.it e Informazionefiscale.
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Riforma fiscale tramite decontribuzione dei giovani: l’intervista all’On. Ungaro
Come sottolineato dall’On. Ungaro, l’Italia è uno dei Paesi europei con la situazione peggiore: ultimi dopo la Grecia per occupazione femminile e con il (triste) record di giovani inattivi, pari a 2 milioni.
Il problema principale in Italia, come ricordato dallo stesso ministro Franco in audizione la scosa settimana, è incrementare l’occupazione.
Per aumentare l’occupazione femminile la proposta di Italia Viva è stata quella di detassare il secondo percettore di reddito di Irpef, ma si sta rivelando di non facile attuazione.
“Detassare giovani (under 35, ndr) e donne sarebbe di per sé incostituzionale”, afferma Ungaro, e per questo motivo bisogna trovare lo strumento giusto per metterlo in atto.
La strada giusta potrebbe essere quella della decontribuzione: “far sì che vengano compensati i contributi previdenziali al datore di lavoro che assume giovani” potrebbe essere la misura giusta, se legata al contratto di occupazione, togliendo fino a 10.000 euro a lavoratore fino a 2 anni.
Bisognerebbe, continua Ungaro, garantire la decontribuzione almeno per il primo anno di assunzione a tempo indeterminato: in questo modo può da un lato ridurre il costo del lavoro e dall’altro aumentare la busta paga del lavoratore.
Riforma fiscale, digitalizzazione e seplificazione sono necessarie
Altro passaggio necessario per la riforma fiscale è procedere verso la digitalizzazione del Fisco, anche (e non solo) per migliorare il rapporto tra istituzioni e contribuente.
Ad esempio è paradossale che per la domanda per i contributi a fondo perduto le partite IVA (ma molto più spesso i loro intermediari) si trovino a dover inserire manualmente e più volte una serie di informazioni che sono già in possesso dell’Agenzia delle Entrate.
La riforma fiscale deve portare a un doppio obiettivo:
- abbassare la pressione fiscale;
- semplificare gli adempimenti.
La complessità delle norme, tra l’altro, crea grande incertezza non solo nei professionisti, ma soprattutto nei contribuenti. Investire quindi nella semplificazione e nella digitalizzazione del Fisco, con una maggiore collaborazione tra i vari database istituzionali, non può che essere una delle priorità.
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