Rinnovo contratto statali: ecco la proposta del Governo

Antonio Cosenza

21/11/2020

Contratti statali, aumento di 107 euro secondo il Governo grazie al prossimo rinnovo. Ma i sindacati non sono d’accordo.

Rinnovo contratto statali: ecco la proposta del Governo

Aumento stipendio statali: con il passare dei giorni le cifre dell’incremento che il Governo intende garantire ai dipendenti pubblici con il rinnovo di contratto si avvicinano all’ufficialità.

Nella relazione tecnica al disegno di legge di Bilancio, infatti, è scritta nero su bianco la proposta che l’amministrazione farà ai sindacati per il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici. Una proposta che arriva in un momento molto delicato per la trattativa: le risorse ulteriori stanziate dalla Legge di Bilancio 2021, infatti, non sono state considerate come sufficienti dai sindacati tant’è che questi hanno proclamato uno sciopero della Pubblica Amministrazione per il prossimo 9 dicembre, generando non poche polemiche visto il periodo che stiamo vivendo.

Un’offerta, quindi, che non piace ai sindacati, nonostante sia a tre cifre: come vedremo di seguito, infatti, con le risorse a disposizione l’Amministrazione sarà in grado di riconoscere ai dipendenti pubblici un aumento di stipendio di circa 107,00 euro lordi al mese.

Aumento di stipendio dipendenti pubblici: ecco l’offerta dell’Amministrazione

Come anticipato, con il rinnovo del contratto il Ministero della Pubblica Amministrazione conta di riconoscere un aumento di stipendio di circa 107,00€ medi e lordi, circa 20,00€ in più rispetto a quanto fatto con lo scorso rinnovo.

Un aumento di stipendio che a regime (quindi per il solo anno 2021 e per i successivi) sarà leggermente superiore al 4%: a godere di un aumento di 107,00€, quindi, saranno coloro con una retribuzione media annua pari a 34.250 euro.

Nel dettaglio, grazie ai 400 mila euro in più stanziati dall’ultima Legge di Bilancio, gli stanziamenti per il rinnovo del contratto salgono a 3,8 miliardi di euro. Ma sarà un incremento progressivo negli anni: per il 2019, infatti, l’incremento sarà pari all’1,3% della retribuzione media (quindi di circa 37 euro medi e lordi) e del 2,01% (circa 57,00€) per il 2020. Dal 2021, poi, si sale al 4%, con l’incremento che in quel caso dovrebbe facilmente raggiungere i 107,00€.

L’accordo per il rinnovo arriverà però solamente nel 2021, quindi in extremis come è stato per il contratto per il triennio 2016-2018. Per gli anni 2019 e 2020, quindi, gli arretrati saranno corrisposti sotto forma di assegno una tantum (ossia in un’unica soluzione).

Perché la proposta non piace ai sindacati

Quella presentata dall’Amministrazione, però, è una proposta che non piace ai sindacati i quali sono pronti a dare battaglia. Intanto perché questi ritengono che le cifre indicate nella relazione non corrispondano alla realtà: secondo le parti sociali, infatti, i calcoli dell’Esecutivo sono sbagliati in quanto con le risorse a disposizione si potrà ottenere un aumento di stipendio di poco superiore al precedente, ossia di appena 87,00 euro lordi.

I sindacati invece chiedono aumenti di stipendio in linea con la condizione economica delle famiglie e questo non sarà possibile con le risorse a disposizione visto che queste serviranno anche per finanziare l’indennità di vacanza contrattuale scattata nel 2019 e l’elemento perequativo riconosciuto con il precedente rinnovo di contratto (come pure bisogna considerare i fondi destinati al salario accessorio di militari e forze di polizia).

Voci che faranno sì che l’aumento di stipendio, almeno secondo i sindacati, sarà molto meno rispetto a quello indicato dall’Amministrazione. Più probabile, infatti, che si riesca a superare di poco quanto fatto con precedente concertazione (quando vennero riconosciuti 85,00€ medi e lordi).

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