Rinnovo contratto statali, zero risorse per il nuovo accordo: aumenti rinviati al 2025?

Simone Micocci

14/04/2023

Dipendenti pubblici, come anticipato dal ministro Zangrillo, non ci sono risorse per il rinnovo di contratto. Serviranno tagli alla spesa pubblica per aumentare gli stipendi.

Rinnovo contratto statali, zero risorse per il nuovo accordo: aumenti rinviati al 2025?

I dipendenti pubblici, oltre ad aspettare l’una tantum introdotto dalla legge di Bilancio 2023 (per il quale i tempi continuano a essere incerti), guardano con attenzione al prossimo rinnovo di contratto.

Ricordiamo, infatti, che i rinnovi firmati di recente riferiscono al triennio 2019-2021, quindi è più di un anno che l’accordo risulta già scaduto. Tant’è che nelle buste paga viene caricata la cosiddetta indennità di vacanza contrattuale, una sorta di “indennizzo” nell’attesa che il contratto venga rinnovato. Indennità a cui appunto si aggiunge l’incremento straordinario dell’1,5% dello stipendio tabellare introdotto dall’ultima legge di Bilancio 2023 ma che per una serie di motivi non è stato ancora applicato in busta paga.

Ma presto bisognerà sedersi a un tavolo di confronto per definire i dettagli del prossimo rinnovo, per il triennio 2022-2024, con l’obiettivo di arrivare a un accordo condiviso con i sindacati entro la fine del prossimo anno. Ma non sarà semplice perché come più volte sottolineato dal ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, le risorse a disposizione saranno davvero poche.

Cosa dice il Def

Nel Documento di economia e finanza per il triennio 2024-2026 non viene fatta chiarezza sulle risorse che verranno messe a disposizione per il rinnovo di contratto.

Quindi, per avere maggiori informazioni su cosa aspettarsi bisognerà attendere almeno fino a settembre, quando con la Nota di aggiornamento al Def dovrebbero essere sciolte le riserve a riguardo. Prima di allora però, come si legge nel Def stesso, saranno necessari nuovi tagli alla spesa pubblica: servirà, infatti, “un rafforzamento della revisione della spesa corrente che, con risparmi crescenti nel tempo, contribuirà alla copertura di tali politiche”.

Di fatto, le risorse che verranno messe a disposizione per il rinnovo di contratto dipenderanno da quanto il governo sarà capace di tagliare. Altrimenti non ci sarà spazio per incrementi rilevanti, nonostante nel frattempo i dipendenti pubblici abbiano pagato - così come nel settore privato - per l’alto tasso d’inflazione che ha comportato una rilevante perdita del potere d’acquisto.

Risorse nella Legge di bilancio 2024

In base alla capacità di risparmiare sulla spesa pubblica, verranno individuate le risorse da destinare al rinnovo del contratto degli statali, le quali verranno così stanziate con la legge di Bilancio 2024.

Solo allora si partirà con il tavolo di confronto tra Aran - l’Agenzia che rappresenta la Pubblica amministrazione - e i sindacati, con l’obiettivo di arrivare a un accordo entro la fine dell’anno perlomeno per il comparto centrale (che fa da apripista agli altri comparti).

Quando arrivano gli aumenti?

Specialmente se le risorse dovessero essere esigue, è probabile che la trattativa per il rinnovo di contratto duri diversi mesi. Ragion per cui, se si tiene conto dei tempi della burocrazia, anche laddove un accordo dovesse arrivare negli ultimi mesi del 2024 è lecito aspettarsi che gli aumenti - più o meno rilevanti che siano - partano solamente dal 2025 (ovviamente con il riconoscimento degli arretrati per le mensilità precedenti).

Probabile che nel frattempo venga prorogato al 2024 l’aumento una tantum dell’1,5%, il quale dovrebbe poi essere assorbito nel nuovo contratto. E nel frattempo i dipendenti pubblici, così come quelli privati, potranno consolarsi con il nuovo taglio al cuneo fiscale per il quale il governo ha stanziato, questa volta subito, più di 3 miliardi di euro. Soldi che dovrebbero bastare per raddoppiare il risparmio derivato dal taglio dei contributi in busta paga a partire da maggio 2023.

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