Ecco cosa succede alla morte del responsabile del danno, qual è la responsabilità degli eredi rispetto al risarcimento e come cambiano i tempi di prescrizione.
Chi procura un danno è tenuto a pagare un risarcimento alla persona offesa, nella misura stabilita dal giudice. Può trattarsi di un illecito civile, di un incidente stradale o di un reato, ma anche del mancato rispetto di un contratto. Per esempio, ha diritto al risarcimento danni per le spese mediche, ne ha diritto il locatore che non riesce ad affittare l’immobile perché l’inquilino lo ha lasciato in cattive condizioni, così come chi non riesce a dormire a causa dei rumori dal vicino di casa.
A prescindere dal fatto che dà origine al risarcimento, è necessario agire in sede civile per far valere questo diritto. È infatti un altro il dubbio che attanaglia molte persone, ovvero cosa succede in caso di morte del responsabile. In particolare, ci si domanda che responsabilità hanno gli eredi, se e quando sono tenuti a pagare il risarcimento in luogo del defunto.
Chiaramente la questione interessa chiunque abbia patito un danno e stia attendendo il pagamento del risarcimento oppure non abbia fatto in tempo ad agire legalmente, ma anche gli eredi. Questi ultimi devono sapere cosa comporta l’eredità nel caso in cui il defunto abbia procurato danni a persone o cose. Ecco cosa prevede la legge.
Risarcimento danni e morte del responsabile
Il risarcimento danni potrebbe essere configurato come un debito, dato che si tratta di una somma di denaro da elargire obbligatoriamente in confronte di alcuni soggetti beneficiari. Questa non è la definizione di legge, ma ci aiuta a capire perché l’obbligazione si trasmette agli eredi. Per rispondere sinteticamente al quesito iniziale, infatti, possiamo affermare che alla morte del responsabile l’obbligo di risarcire passa agli eredi.
Questo è possibile perché si tratta di un’obbligazione di natura patrimoniale derivante dalla legge (per contratto o illecito), dunque ricade sugli eredi del defunto senza possibili problemi di calcolo o legittimità. Di conseguenza, il risarcimento danni può essere chiesto a tutti coloro che hanno accettato l’eredità.
Prima dell’accettazione non è possibile avanzare alcuna richiesta, nel caso in cui non ci siano eredi il patrimonio passa allo Stato ed è il tribunale a liquidare l’asse ereditario. Gli eredi devono quindi considerare, se vogliono accettare, di farlo con beneficio d’inventario.
In questo modo il loro patrimonio personale rimane separato da quello del defunto. I creditori di quest’ultimo, compresi gli aventi diritto al risarcimento, ne beneficiano se l’erede ha egli stesso molti debiti, poiché non concorrono con altri creditori.
Tempi di prescrizione, fino a quando si può chiedere il risarcimento agli eredi
La morte del responsabile del danno non preclude la possibilità di ottenere un risarcimento, ma è necessario agire per tempo ed evitare che il diritto nel frattempo si prescriva. Bisogna quindi sapere che se il danno è derivato dal mancato rispetto di un obbligo contrattuale la prescrizione è di 10 anni.
Per esempio, un mancato pagamento o la mancata erogazione di un servizio o consegna del prodotto a fronte del pagamento e così via. Rientrano in quest’ambito tutti gli obblighi derivanti da contratto che non sono stati rispettati. Si applica il termine di prescrizione di 10 anni dal fatto (o dall’ultima interruzione), salvo alcune eccezioni.
I danni derivanti da responsabilità extracontrattuale, dunque da illeciti, hanno invece un tempo di prescrizione corrispondente a 5 anni. Dunque in caso di incidente stradale, reato o altro illecito bisogna agire entro soli 5 anni dal fatto (o dall’ultima interruzione). Non rileva il tempo di prescrizione dell’illecito, dato che quest’ultimo si estingue con la morte del responsabile. Anche in questo caso bisogna tenere a mente le eccezioni, come il risarcimento danni da circolazione di veicoli che si prescrive in soli 2 anni.
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