Attenti ai controlli del Risparmiometro, ecco cos’è, in quali casi può essere attivato e cosa succede in caso di segnalazione di anomalie nella gestione dei risparmi.
Il contrasto all’evasione fiscale è sempre stato un obiettivo dell’Agenzia delle Entrate e tra gli strumenti utilizzati vi è il Risparmiometro, ma cos’è e come funziona? Si possono evitare i controlli del Risparmiometro? Ecco qualche indicazione utile.
Come il termine stesso dice, il Risparmiometro è uno strumento volto al controllo dei risparmi dei contribuenti. Ora è denominato anche Vera, acronimo di “Verifica dei Rapporti Finanziari”, applicativo basato sull’uso dell’Intelligenza Artificiale. Tale strumento è utilizzato in simbiosi con la superanagrafe tributaria, cioè il database costituito dai dati dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza, un’enorme mole di informazioni a disposizione del Fisco.
Dopo una lunga attesa dovuta alla necessità di garantire il rispetto del Regolamento sulla protezione del dati personali, arriva l’ok del Garante della privacy e con la legge di Bilancio 2020 è stato approvato questo strumento. Lo stesso, quindi, viene regolarmente utilizzato dall’Agenzia delle Entrate anche se molti contribuenti ne sono all’oscuro, infatti, i controlli sono spesso silenziosi e solo nel caso in cui rilevino delle anomalie il contribuente viene di fatto avvisato.
Ma in cosa consiste il Risparmiometro e cosa viene controllato? Chi sono i soggetti maggiormente esposti al rischio di controlli? Ecco una breve disamina.
Cos’è il Risparmiometro
Dal punto di vista tecnico il Risparmiometro è un algoritmo che analizza e incrocia i dati e rileva anomalie tra quanto posseduto dal contribuente e quanto dichiarato dal contribuente. Oggetto di controllo del Risparmiometro sono i risparmi e in particolare:
- conti corrente;
- carte di pagamento, ad esempio la Postepay che funge anche da conto corrente;
- libretti di risparmio;
- conti deposito;
- buoni fruttiferi;
- Titoli di Stato;
- azioni, obbligazioni;
- prodotti assicurativi;
- fondi pensione.
Questi prodotti sono oggetto di controlli incrociati con le dichiarazioni prodotte dai contribuenti. Nel caso in cui ci sia uno scostamento ragguardevole, almeno il 20%, scatta l’allarme.
A quali contribuenti si applica il Risparmiometro?
I controlli sono eseguiti praticamente su tutti i contribuenti, come lavoratori autonomi, professionisti, lavoratori dipendenti e in particolare possono essere oggetto di controlli mirati anche i disoccupati, in questo caso infatti può essere più evidente il discostamento tra le entrate dichiarate e i risparmi. Il Garante privacy ha però sottolineato che in una prima fase i dati devono essere anonimizzati, solo al riscontro si può procedere a ulteriori controlli. Per poter sottoporre un contribuente ai controlli mirati del Risparmiometro vi devono essere degli indizi che portano a sospettare un’evasione fiscale. I controlli possono essere disposti dall’Agenzia delle Entrate o dalla Guardia di Finanza.
Cosa implica tale discostamento? Naturalmente se un contribuente dichiara redditi bassi o addirittura nessun reddito, ma ha risparmi consistenti e non giustificati rispetto alle entrate, il rischio è che ci siano delle entrate non dichiarate e quindi escluse da tassazione.
Ad esempio un contribuente che risulta disoccupato potrebbe avere risparmi anomali.
Naturalmente non si può inviare al contribuente una cartella esattoriale basata sul Risparmiometro, ma si può iniziare una comunicazione con il contribuente che potrebbe dover dimostrare che i fondi presenti nei conti sono in un qualche modo giustificati. Naturalmente all’Agenzia delle Entrate non basta che il contribuente dica “i miei genitori mi stanno aiutando economicamente” occorre che le movimentazioni siano tracciate in modo certo. Tra le possibili cause degli sposamenti anomali vi potrebbe essere, ad esempio, una vincita, sappiamo però che la vincita è tassata e che di conseguenza è possibile tracciare questa fonte di reddito.
Controlli mirati anche su conti intestati a terzi
Una strategia spesso usata per coprire soldi di provenienza poco chiara sono versamenti, magari divisi, su conti correnti intestati a soggetti terzi, ad esempio il coniuge o i figli, ma non sempre questa strategia è vincente perché l’algoritmo potrebbe tranquillamente essere applicato a conti corrente di soggetti terzi rispetto a colui che viene posto sotto controllo.
I controlli incrociati mirano quindi a verificare i vari movimenti tra i conti in modo da determinare quale potrebbe essere il reddito reale e quindi la differenza rispetto a quanto dichiarato. In caso di controlli è comunque il contribuente a dover provare la provenienza lecita dei fondi.
Risparmiometro, quali anomalie possono essere segnalate
Alcuni esempi pratici possono aiutare a capire. Se un contribuente dichiara un reddito da lavoro dipendente di euro 24.000 l’anno e riceve ogni mese 2.000 euro in conto corrente non vi è alcuna anomalia, ma se ogni mese riceve un accredito di 3.000 euro, è evidente che vi sono entrate in nero non dichiarate. Magari può trattarsi di straordinari non dichiarati e non tassati.
Se lo stesso contribuente riceve a un certo punto un bonifico di 10.000 euro sarà necessario dimostrare che questo importo è stato regolarmente percepito, è esentasse, oppure tassato attraverso tassazione separata (vincita).
Se un contribuente risulta disoccupato e magari percepisce anche sussidi economici pubblici, ma ogni mese riceve un bonifico anche semplicemente di 1.000 euro, può esservi un alert del Risparmiometro.
Se un pensionato riceve regolarmente somme di denaro sul conto corrente e le stesse non risultano in nessuna dichiarazione dei redditi, evidentemente vi sono delle anomalie da dover giustificare.
Il Risparmiometro può essere attivato anche in seguito ad altre anomalie, ad esempio un lavoratore dipendente con uno stipendio netto di 1.300 euro acquista una macchina di lusso, questo può generare sospetto e portare a maggiori controlli che portano anche all’uso del Risparmiometro.
Questi naturalmente sono solo degli esempi sulle anomalie segnalate dal Risparmiometro.
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