Il ritiro dedicato fotovoltaico permette di vendere l’energia elettrica prodotta in eccesso in modo indiretto a fronte di una tariffa fissa: ecco come funziona e quanto paga il Gse nel 2022.
Il ritiro dedicato fotovoltaico permette di vendere l’energia elettrica prodotta in eccesso da un impianto privato alimentato da fonti rinnovabili. Attraverso questa soluzione la cessione dell’energia in rete avviene in modo indiretto tramite Gestore dei Servizi Energetici (Gse) che vende per conto dell’utente l’energia immessa sul mercato riconoscendogli una tariffa fissa.
Oltre a questo metodo «indiretto», esistono anche altri meccanismi di incentivazione per remunerare la vendita di energia eccedente l’autoconsumo e che permettono di contrastare la crisi energetica e il caro bollette con un risparmio che può superare l’80%.
La vendita dell’energia prodotta da abitazioni individuali può infatti essere incentivata in tre modi diversi:
- conto energia - prevedeva la remunerazione dell’energia prodotta ma è un meccanismo non più applicabile ai nuovi impianti dal luglio 2013;
- scambio sul posto - permette di compensare l’energia prelevata quando il proprio impianto non produce abbastanza con quella immessa in rete;
- ritiro dedicato fotovoltaico - ideale per chi ha usufruito del Superbonus 110% ed è pertanto escluso dallo scambio sul posto o ha un grande impianto non collegato ad una utenza domestica.
Nei paragrafi che seguono analizziamo nel dettaglio come funziona il ritiro dedicato fotovoltaico (Rid), quanto paga il Gse per la cessione dell’energia e, di conseguenza, quanto si può guadagnare.
Come funziona il ritiro dedicato Gse?
Il ritiro dedicato Gse permette di guadagnare dall’energia prodotta in eccesso dal proprio impianto attraverso un contratto annuale tacitamente rinnovabile con il Gestore dei Servizi Energetici nazionale, che assume il ruolo di intermediario tra il mercato energetico e il produttore.
Sebbene negli anni il prezzo dell’energia in eccesso pagato dal Gse per il ritiro dedicato sia diminuito, questo meccanismo resta comunque conveniente per impianti dove l’autoconsumo è largamente inferiore alla quantità di energia prodotta in eccesso oppure quando è l’unico sistema per compensare le eccedenze prodotte da impianti acquistati con le agevolazioni fiscali del Superbonus 110%.
Il meccanismo di rimborso previsto dal ritiro dedicato differisce da quello dello scambio sul posto: nel primo caso l’utente paga tutta l’elettricità consumata dalla rete nazionale dei servizi, comprese le tasse e i servizi di rete e riceve un pagamento dal gestore per tutta l’energia ceduta alla rete, sulla base dei prezzi di mercato o di una tariffa minima garantita stabilita ogni anno dall’ARERA. Nel secondo caso l’utente ottiene un rimborso in bolletta per la parte di energia prodotta oltre l’autoconsumo e ceduta.
Per attivare il contratto di ritiro occorre trasmettere telematicamente il Modello Unico, accedendo all’Area Clienti sul portale del Gse. Ricevuta l’istanza, il Gse avvierà dei controlli per verificare che l’impianto in questione sia idoneo ad usufruire del Ritiro Dedicato per l’immissione in rete dell’energia non auto-consumata, il cui esito sarà comunicato tramite email.
Quanto paga Gse per il ritiro dedicato?
Una volta installato l’impianto con la convenzione di ritiro dedicato, l’energia prodotta non autoconsumata immessa nella rete viene remunerata direttamente dal Gse. Stabilire in via preliminare quanto paga il Gse per il ritiro dedicato non è facile perché il prezzo dipende dal mercato dell’energia.
Inoltre il meccanismo del ritiro dedicato offre all’utente la possibilità di scegliere tra due regimi di prezzi a cui aderire:
- Prezzo Zonale Orario (PO): è il prezzo che si forma sul mercato elettrico che varia in base all’orario di immissione in rete dell’energia e alla zona di mercato in cui si trova l’impianto. In questo caso il Gse paga il corrispettivo sulla base delle misurazioni trasmesse dal gestore della rete;
- Prezzo Minimo Garantito (PMG): è il prezzo minimo di vendita che il Gse si impegna a riconoscere per la cessione di energia in rete. Il tariffario viene aggiornato ogni anno dall’ARERA, con tutti i prezzi differenziati per fonte e per quantità di energia ritirata su base annua.
In ogni caso, se il prezzo zonale orario è superiore al prezzo minimo garantito viene corrisposto un conguaglio annuale per remunerare l’energia ceduta con un prezzo più vantaggioso. Il pagamento del ritiro dedicato avviene mensilmente con bonifico. Dall’importo ricevuto viene ridotto dello 0,5%
I produttori con impianti fotovoltaici con potenza nominale superiore a 3 kW che aderiscono al Rid devono pagare al Gse una tariffa a copertura degli oneri di amministrativi, che varia in funzione degli scaglioni di potenza e delle fonti di alimentazione. Nel caso di impianti fotovoltaici la tariffa applicata è dello 0,7% del controvalore energia per impianti fino a 20kW, dello 0,65% per impianti oltre i 20kW ma inferiori a 200kW e dello 0,6% per impianti con potenza nominale superiore a 200kW.
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