Rogito, addio provvigione pagata all’agenzia immobiliare quando si compra o vende casa

Simone Micocci

23 Ottobre 2024 - 15:43

Con il ddl Collegato lavoro approvato alla Camera (manca il via libera del Senato) viene meno l’obbligo delle parti di indicare nel rogito quanto hanno pagato di provvigione all’agente immobiliare.

Rogito, addio provvigione pagata all’agenzia immobiliare quando si compra o vende casa

A breve il ddl “Collegato lavoro” sarà legge. Il provvedimento è infatti stato approvato in prima lettura alla Camera e adesso si prepara all’esame del Senato.

Diverse le novità introdotte dal testo del ddl Collegato lavoro, tra cui figura l’addio al decreto Bersani per quanto riguarda il rogito, ossia quell’atto formale redatto da un notaio con il quale viene attestata la compravendita di un immobile, come può essere una casa ma anche un garage, un negozio o un terreno.

La novità sul rogito contenuta nel provvedimento in oggetto è molto importante, dal momento che semplifica le operazioni di compravendita eliminando alcuni dei vincoli oggi previsti. Si tratta pertanto di una buona notizia per chi compra e vende casa, ma soprattutto per gli intermediari.

Le modifiche previste dal decreto in oggetto, infatti, si applicano proprio sulla provvigione che spetta agli intermediari che si occupano dell’intera procedura di compravendita, per la quale sparisce l’obbligo di indicare l’importo esatto nel rogito. Una modifica che assicura una maggiore privacy e che in alcuni casi potrebbe rappresentare anche un aiuto a ridurre i compensi solitamente dovuti.

Compravendita immobile, come funziona oggi il rogito

Per capire cosa cambia per il rogito e come ciò si ripercuote sulle operazioni di compravendita di un immobile, dobbiamo però partire da quali sono i passaggi oggi previsti.

Nel dettaglio, nel rogito le parti hanno l’obbligo di indicare se si sono avvalse dei servizi di un mediatore o di un intermediario, quale può essere l’agente immobiliare, fornendo i dati necessari alla sua identificazione, quali codice fiscale (o Partita Iva) e numero di iscrizione al ruolo degli agenti di affari in mediazione e della Camera di commercio.

Ma non basta. Tanto il venditore quanto il compratore hanno inoltre l’obbligo di dichiarare qual è l’importo speso per avvalersi di questi servizi, la cosiddetta provvigione, nonché le modalità con cui si è provveduto al suo pagamento. Questa trasparenza introdotta dalla legge n. 223 del 2006 proposta dall’allora ministro dello Sviluppo economico Pier Luigi Bersani, serviva per contrastare l’evasione di queste somme (sulle quali ricordiamo che spetta anche una detrazione fino a un massimo di 190 euro), ma ha avuto come conseguenza quella di far venire meno il diritto alla privacy delle parti.

Nel momento del rogito, infatti, compratore e venditore scoprono quanto l’altro ha pagato di provvigione, venendo così a sapere ad esempio se una delle due parti ha goduto di un trattamento di maggior favore dall’intermediario. Una situazione che non si verificherà più con l’approvazione del disegno di legge Collegato lavoro, con il quale l’importo della provvigione pagata all’agenzia immobiliare sparisce dall’atto.

Come cambia il rogito con l’approvazione del Dl Collegato lavoro

Come anticipato, una volta che il Ddl Collegato lavoro sarà legge semplificherà il rogito riducendo le informazioni che le parti devono indicare. Nel dettaglio, per quanto permanga l’obbligo di comunicare se ci si è avvalsi del supporto di un intermediario, fornendo tutte le indicazioni necessarie all’identificazione, sparisce invece la parte relativa all’importo.

Per quanto le parti siano comunque libere di indicare questa informazione, laddove lo vorranno potranno anche tenerla segreta. Sarà sufficiente, infatti, indicare il numero della fattura e dichiarare che la spesa effettivamente sostenuta coincida con quanto scritto all’interno di questo pagamento.

Una modifica che ha uno scopo chiaro: tutelare la privacy delle parti, salvaguardando la libera trattativa tra cittadino e professionista. D’altronde nulla vieta a un mediatore di fissare un importo di provvigione diverso per acquirente e compratore: tuttavia la massima trasparenza prevista oggi ha impedito a molti professionisti di farlo, in modo da non compromettere il rapporto di fiducia con il cliente a cui è stata fatta pagare la cifra più alta. In questo modo dovrebbero quindi aumentare le possibilità di trattativa, con alcuni clienti che quindi potrebbero beneficiare di questa novità pagando una provvigione più bassa.

D’altronde, anche così facendo è difficile che possano verificarsi tentativi di evasione. L’importo sostenuto è infatti dichiarato nella fattura elettronica e lo stesso professionista ha l’obbligo di indicare esplicitamente quanto ha guadagnato dalla vendita dell’immobile.

Iscriviti a Money.it