È successo a un risparmiatore finlandese, al quale è stato bloccato il conto corrente per un mese. Il motivo? Una parola “sospetta” scritta nella causale di un bonifico.
Scrive la causale di un bonifico e la sua banca gli chiude il conto corrente per un mese. È successo a un risparmiatore finlandese, colpevole di aver usato in buona fede una parola considerata “sospetta”, che ha messo in allarme le autorità.
Le transazioni finanziarie - anche i semplici bonifici - sono diventate sempre più sicure ed efficienti grazie all’avanzare della tecnologia. Eppure, l’automazione dei processi di controllo è ben lontana dall’essere efficace al 100%.
Ed è così che nascono situazioni alquanto insolite, come nel caso di un uomo che, dopo aver partecipato a un seminario di lavoro a Helsinki, ha deciso di addebitare al proprio datore di lavoro le spese di trasferta - biglietti del treno e albergo - pagate con la propria carta di credito.
Scrive questa parola nella causale del bonifico. Gli bloccano il conto per un mese
L’incontro al quale ha partecipato il malcapitato nella capitale finlandese consisteva in un seminario sul tema delle attività culturali per le aree rurali scarsamente popolate, che in finlandese è riassumibile con l’acronimo “HAMA”.
Nell’eseguire il bonifico dell’importo di 572 euro, l’uomo ha scritto nella causale la parola “hama-seminaari”, ovvero “seminario hama”. Ma quella “S” del sostantivo “seminaari” così vicina all’acronimo “hama” ha fatto scattare l’allarme nel circuito bancario.
La paura era che si trattasse di fondi indirizzatati ad Hamas, organizzazione terroristica al centro del sonflitto israelo-palestinese.
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Cosa scrivere nella causale del bonifico?
Quattro settimane solo per avere una risposta
Non appena l’uomo si è reso conto che il suo conto bancario era stato bloccato, ha prontamente contattato il suo datore di lavoro e la sua banca. Tuttavia, la risoluzione del problema si è rivelata essere un processo lungo e frustrante. L’uomo ha dovuto aspettare quasi quattro settimane prima che la banca lo contattasse per chiedergli spiegazioni sulla parola sospetta utilizzata nella causale del bonifico.
Durante questo periodo, l’uomo ha inviato numerosi messaggi al servizio clienti della sua banca per cercare di velocizzare il processo di scongelamento dei fondi. Ma solo quando il suo datore di lavoro ha contattato l’altra banca coinvolta nella transazione la situazione è finalmente progredita.
Una lunga attesa per riavere accesso ai propri soldi
Secondo l’uomo, la sua banca non ha fatto alcuno sforzo per cercare di comprendere il contesto al quale era collegata la parola sospetta e la connessione con il suo lavoro. Nonostante l’istituto sapesse chi fosse il suo datore di lavoro, non ha preso in considerazione la possibilità di consultare altre fonti per verificare la validità delle informazioni.
L’uomo lavora per un’organizzazione che si occupa di fornire servizi culturali a comunità rurali scarsamente popolate. La parola “hama” in riferimento al seminario a cui aveva partecipato è un acronimo ufficiale utilizzato per identificare le zone rurali scarsamente popolate (in finlandese “harvaan asutusta maaseudusta”). Se la banca avesse speso anche solo pochi minuto per fare una ricerca su Internet, avrebbe potuto confermare prontamente la validità delle informazioni fornite dall’uomo.
Alla fine, l’uomo è riuscito a interloquire con un rappresentante della banca, fornendo spiegazioni dettagliate sulla parola sospetta utilizzata all’interno della caudale. Ha anche inviato un’email alla banca con ulteriori dettagli sul suo lavoro e sulla natura del seminario a cui aveva partecipato.
Solo allora i suoi fondi sono stati sbloccati e gli è stata concessa un’indennità di 100 euro per l’inconveniente subito.
Quando l’automatizzazione dei controlli fallisce
Questo caso solleva diverse questioni importanti sul funzionamento delle banche e dei loro sistemi di monitoraggio. Se da una parte è essenziale garantire la sicurezza delle transazioni finanziarie e prevenire attività illegali, è altrettanto cruciale che le banche siano in grado di distinguere tra attività sospette e transazioni legittime.
La mancanza di comunicazione e comprensione da parte delle banche nei confronti dei loro clienti può causare notevoli disagi e ritardi nella risoluzione di situazioni come quella vissuta dall’uomo in questo caso. È fondamentale che le banche adottino un approccio più proattivo e si impegnino a comprendere meglio il contesto delle transazioni sospette prima di prendere misure drastiche come il congelamento dei fondi.
La notizia è stata divulgata e confermata dai media finlandesi a partire dal 3 gennaio 2024.
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