Molti Comuni hanno iniziato a fissare le proprie regole per un salario minimo a 9 euro. Ma ci sono dei limiti insuperabili.
Come noto il governo ha accantonato qualsiasi proposta riguardante l’introduzione di un salario minimo di 9 euro tutelato dalla legge italiana.
La proposta avanzata dalle opposizioni, infatti, è stata respinta al mittente e attualmente si sta ragionando su un potenziamento della contrattazione collettiva al fine di tutelare quei lavoratori che oggi percepiscono un guadagno molto più basso rispetto alla media del settore.
Da qui la proposta, promossa dal presidente della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati, Walter Rizzetto, di un trattamento economico complessivo minimo, con il Parlamento che ha delegato il governo ad approvare le misure necessarie per assicurare a ogni lavoratore il diritto a un equo salario.
Tuttavia, mentre a livello nazionale è stata intrapresa un’altra strada, ci sono Comuni che hanno iniziato a fissare le proprie regole, prevedendo - laddove possibile, nel rispetto delle norme di legge - un loro salario minimo.
Come funziona il salario minimo comunale
Va detto subito che il Comune non ha il potere di obbligare tutte le aziende impegnate nel territorio ad attenersi a una soglia minima di salario per i propri dipendenti. Gli unici obblighi che queste sono dovute a rispettare, infatti, sono quelle fissate dalla legge - che pur in assenza di un salario minimo stabilisce il diritto a uno stipendio “sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa” - e appunto dalla contrattazione collettiva.
Tuttavia, i Comuni hanno comunque la possibilità di fissare delle regole per quanto riguarda bandi e appalti, stabilendo ad esempio delle condizioni di maggior tutela per i lavoratori impiegati dalle aziende che lavoreranno su concessione comunale.
Ed è proprio su questa possibilità che si poggia il regolamento approvato dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, il quale lo scorso 19 marzo ha annunciato che d’ora in avanti qualsiasi azienda che vuole partecipare a un appalto di opere e servizi deve garantire ai propri lavoratori un salario minimo di almeno 9 euro l’ora.
Ancora prima era stata la volta del Comune di Livorno, che a dicembre scorso ha votato un emendamento con il quale è stata fissata a 9 euro l’ora (lordi) la paga base per tutti i dipendenti del Comune come pure per quelli che lavorano in appalto comunale. E ogni futuro bando comunale dovrà prevedere una tale condizione.
E tanti altri Comuni stanno seguendo questo esempio: l’ultimo, in ordine cronologico, è quello di Bacoli, in provincia di Napoli, dove il sindaco Josi Gerardo Della Ragione ha introdotto l’obbligo di salario minimo di 9 euro per tutti coloro che lavorano per il Comune, anche a seguito di una concessione demaniale e comunale.
Vengono così tutelati tutti quei lavoratori “sottopagati”, come ad esempio quelli impiegati come stagionali nelle spiagge. Una misura che tra l’altro va a salvaguardare le aziende più corrette nei confronti dei propri dipendenti, quelle che difficilmente riescono ad acquisire un appalto comunale vista la difficoltà di concorrere con chi ha dei costi del lavoro - a discapito dei dipendenti - più bassi.
Lo stesso ha fatto un altro Comune campano, quello di Pellezzano (provincia di Salerno), dove viene dato mandato alle organizzazioni sindacali affinché possano raggiungere l’obiettivo di un trattamento economico minimo, e inderogabile, di 9 euro l’ora per tutti i contratti che fanno capo al Comune.
Salario minimo in Italia, sembra essere solo una questione di tempo
L’interesse da parte di molti Comuni in merito alla questione del salario minimo ci confermano che il dibattito è tutt’altro che stato accantonato, nonostante il governo Meloni abbia chiaramente detto che non è nei programmi dell’Esecutivo.
La sensazione è che per avere un salario minimo anche in Italia sia solamente questione di tempo - e probabilmente di un’altra maggioranza parlamentare - per quanto comunque molto dipenderà da quanto il governo riuscirà a fare con il potenziamento della contrattazione collettiva.
Semmai venisse raggiunto il risultato sperato - quindi nessun lavoratore sottopagato e adeguatamente tutelato dal contratto collettivo - allora potremmo dire che per quanto si chiami diversamente un salario minimo effettivamente esiste in Italia e in molti settori è persino più alto dei 9 euro lordi fissati dalla proposta delle opposizioni. In caso contrario intervenire con la legge nazionale sembra essere l’unica soluzione possibile.
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