Salario minimo, ci sono le proposte di legge: dai 9 ai 10 euro l’ora, cosa sappiamo

Giorgia Bonamoneta

25 Giugno 2023 - 12:38

Salario minimo o contratto collettivo? Perché non entrambi? Questa la risposta dell’opposizione che nel corso del tempo ha proposto il salario minimo nazionale da affiancare alla contrattazione.

Salario minimo, ci sono le proposte di legge: dai 9 ai 10 euro l’ora, cosa sappiamo

Si torna a parlare di salario minimo e lo si fa attraverso diverse proposte di legge delle opposizioni. Il filone del dibattito è sempre lo stesso: no al salario minimo, sì al contratto collettivo. Ma l’Europa smentisce il governo Meloni e in una sentenza del Tribunale europeo spiega che i contratti collettivi non coprono davvero tutti, un salario minimo nazionale sì.

L’opposizione si fa portavoce delle istanze dal basso che, al netto di stipendi troppo bassi rispetto al costo della vita e al mancato aumento di questi negli ultimi 30 anni, richiedono una discussione sul salario minimo.

Fissare un salario minimo non è un’utopia e nel mondo sono 140 i Paesi che lo hanno adottato (22 in Europa). Anche se il salario minimo non comporta inevitabilmente un miglioramento delle condizioni lavorative e di vita dei lavoratori e delle lavoratrici, si pone come base per un primo passo verso la riconquista del potere d’acquisto.

Salario minimo: necessario ma non risolutivo

Pensare di risolvere la crisi del lavoro e del potere d’acquisto solo con il salario minimo è una semplificazione, ma è vero anche che sarebbe un passo fondamentale da compiere per allinearsi agli altri Paesi. Secondo i dati a disposizione il salario minimo sarebbe un primo passo importante per tutelare il potere di acquisto anche dei lavoratori non coperti dai contratti collettivi e mettere un freno al dumping salariale.

Come riportato da Il Fatto Quotidiano, secondo la direttiva europea in materia la soglia minima andrebbe fissata al 60% del salario mediano lordo e al 50% di quello medio. Secondo l’Istat, nel 2020 il primo si è fermato per i lavoratori dipendenti non agricoli a 11,7 euro l’ora mentre il secondo si attesta a 14,45 euro, dati che porterebbero a un minimo di soli 7 euro circa. L’Inps, utilizzando i dati amministrativi Uniemens, individua invece un intervallo compreso tra 8 e 9 euro lordi.

Le proposte dell’opposizione: possibili soluzioni

Sono diverse le proposte per il salario minimo presentate dall’opposizioni. Il Movimento 5 Stelle, a firma Giuseppe Conte, porta la base del salario minimo a 9 euro lordi all’ora, pari a circa 7 euro netti. La cifra però sarebbe da considerare mutabile, cioè da adeguare ai prezzi del costo della vita e stabilita ogni anno da una Commissione presso il ministro de Lavoro con rappresentanti Inps, Istat, Inl, sindacati e datori di lavoro.

Il Partito Democratico ha la sua proposta di 9,5 euro lordi all’ora per i lavori non coperti dai contratti nazionali. Nel caso in cui un contratto c’è ma non prevede retribuzione minima sarebbe necessario individuarlo attraverso una commissione. L’idea di Carlo Calenda (Azione) va invece verso un’altra direzione: 9 euro lordi all’ora, più extra da integrare tipo buoni pasto e sanità, facendo però scendere il valore sotto i 7 euro netti.

Infine la proposta di Nicola Fratoianni di Sinistra italiana che punta ai 10 euro lordi l’ora. La cifra sarebbe da rivalutare di anno in anno in base all’indice dei prezzi al consumo. Anche Unione popolare, seppur senza rappresentanti in Parlamento, si sta muovendo per una legge di iniziativa popolare. Non solo salario minimo di 10 euro lordi, ma anche importi minimi legali per i rapporti di collaborazione, anche digitali.

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