Salvataggio Alitalia: rinvio o fallimento?

C. G.

17/10/2019

Il salvataggio di Alitalia, tra ipotesi di rinvio e fallimento. Cosa sta succedendo?

Salvataggio Alitalia: rinvio o fallimento?

Il salvataggio di Alitalia, tra ipotesi di rinvio e fallimento, sta continuando a tenere l’intera penisola con il fiato sospeso.

La scadenza dei termini per la presentazione delle offerte vincolanti non ha chiarito il quadro. Nella giornata di martedì 15 ottobre Atlantia e Ferrovie dello Stato hanno confermato il loro impegno e la loro partecipazione ma hanno altresì chiesto di rimandare la questione di altri due mesi.

Un’istanza, questa, che ha gettato nuove ombre sul salvataggio di Alitalia. Molto probabilmente sulla questione non potrà più pronunciarsi soltanto il Ministero dello Sviluppo Economico: la palla potrebbe passare al tribunale fallimentare.

Salvataggio Alitalia: le ultime novità

Ferrovie dello Stato ha chiesto di prorogare (per la settima volta) i tempi per la presentazione delle offerte definitive sulla ex compagnia di bandiera. Quella di martedì insomma è stata una semplice dichiarazione di intenti volta a confermare la partecipazione dei player.

“Riteniamo che siano indispensabili almeno 8 settimane di negoziazione prima di poter presentare una eventuale offerta vincolante da parte degli attuali interlocutori”.

Secondo quanto riportato da Il Corriere, la richiesta di ulteriore proroga avrebbe già fatto storcere il naso ai commissari straordinari, ormai in carica da circa 900 giorni.

Enrico Laghi, Daniele Discepolo e Stefano Paleari, hanno continuato le fonti di stampa citate, potrebbero ora prendersi 48 ore di tempo per capire che tipo di rinvio concedere a FS e Atlantia. Tra oggi e domani, insomma, potrebbero trapelare ulteriori notizie sul salvataggio di Alitalia.

Rinvio o fallimento?

La domanda che il MISE dovrà porsi è quella che si è già posta l’Italia intera: la dichiarazione di impegno da sola basterà ad evitare il fallimento? D’altronde per arrivare all’offerta saranno necessari almeno altri due mesi di tempo, troppi per una società che sta bruciando circa 715 mila euro ogni giorno.

Come riportato da Milano Finanza, per trovare una soluzione alla questione il Ministero dovrà farsi aiutare dal tribunale fallimentare di Civitavecchia, lo stesso che negli ultimi tempi si è occupato del salvataggio di Alitalia.

Nuovi soldi pubblici in arrivo?

La partita comunque non sarà facile visto che al vettore serviranno altri soldi per garantire la continuità aziendale. Secondo quanto riportato da diverse fonti di stampa nostrana sarà necessario un altro prestito ponte da 300 milioni di euro per permettere alla compagnia di arrivare al giorno delle offerte finali.

Il rischio? Quello della bocciatura da parte di un’Europa che potrebbe decidere di aprire una procedura di infrazione contro il Belpaese (già sotto esame per il primo prestito da 900 milioni di euro).

Troppe ancora le incognite (si pensi solo all’offerta di Lufhtansa) che renderanno la questione più spinosa che mai. Sarà necessario probabilmente richiedere l’aiuto del tribunale per cercare di trovare una quadra tra rinvio e fallimento, anche se secondo alcuni è improbabile che la costituzione della newco avverrà prima di marzo 2020.

Quanti avevano previsto che il salvataggio di Alitalia sarebbe stato definito il 15 ottobre si sono dovuti ricredere.

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