È emergenza abitativa per i giovani studenti e lavoratori italiani che protestano con le tende per chiedere risposte dalla politica. Matteo Salvini ha risposto sì, ma con una gaffe. Cosa sappiamo.
La politica vive di propaganda e promesse, ma una volta al governo i rappresentanti delle istituzione dovrebbero smettere di rilanciare dichiarazioni altisonanti e lavorare. Almeno in teoria. Nella pratica gli anni di governo sono intervallati da numerose gaffe, come l’ultima di Matteo Salvini che ha annunciato l’istituzione di un nuovo dipartimento che esiste già.
Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, per rispondere al tema del caro affitti che sta occupando la discussione pubblica, le piazze e l’opposizione, ha dichiarato di voler rispondere con un ministero ad hoc. La soluzione al problema, al quale il ministro dice di tenere in maniera particolare, è una Direzione ad hoc riservata solo all’edilizia. Questa però esiste già e si chiama “Direzione generale per l’edilizia statale, le politiche abitative, la riqualificazione urbana e gli interventi speciali”.
La polemica non solo è più calda che mai, ma soprattutto non è stata placata dalla dichiarazione-gaffe di Salvini. Il caro affitti è un problema non nuovo e certo non colpa del governo Meloni, ma dopo anni di disagi le condizioni accumulate fino a oggi sono inevitabilmente esplose in protesta. Studiare in queste condizioni non è possibile, dicono gli studenti. Il costo della vita è troppo alto, le abitazioni sono fuori dal budget personale o famigliare se non in condizioni di privilegio e a questo si aggiunge la saturazione di affitti stagionali per i vacanzieri che divorano le possibilità di studenti e lavoratori poveri.
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Caro affitto: la gaffe di Salvini e la lontananza della politica
Studiare è un diritto, ma anche un privilegio che non tutti possono permettersi. La protesta sul caro affitti ne è un esempio. Il dibattito è aperto e pone da una parte gli studenti e le famiglie che non riescono a permettersi o si permettono a fatica affitti nelle città universitarie; dall’altra troviamo chi, spalleggiando il governo Meloni, chiede agli studenti di non lamentarsi e di studiare.
Una parte del Paese, ben rappresentato dal governo Meloni, è totalmente distaccato dalla realtà. Complice l’età lontana dal periodo di studi o l’assenza di disuguaglianze all’ingresso di servizi pubblici come la scuola e l’università, sono in molti a non comprendere le proteste contro il caro affitto degli universitari. Un tema caro non soltanto a chi studia, ma anche ai pendolari, ai lavoratori poveri e a chi si trova in precarietà abitativa.
La gaffe di Salvini rappresenta esattamente la distanza della politica dalle richieste dei giovani, dei precari del lavoro e dello studio.
Caro affitti: cosa ha detto Salvini?
Al contrario di quanto affermato da Matteo Salvini, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti sembra fin troppo lontano dalle proteste dei giovani e delle giovani in tenda. La protesta dopotutto è solo l’ultima fase di occupazione di spazi pubblici in città universitarie dove mancano ostelli per i giovani, affitti accessibili e modulati in base alle esigenze di chi studia per il futuro di questo Paese.
Matteo Salvini ha infatti dichiarato che il tema del caro affitti gli sta cuore e che lo affronterà con una task force dentro il dicastero di Porta Pia. Eppure non serve un’ulteriore “Direzione generale per l’edilizia statale, le politiche abitative, la riqualificazione urbana e gli interventi speciali”. C’è ed è Lorenzo Quinzi il responsabile ad interim.
Non servono le promesse elettorali, quella fase è conclusa, ma interventi reali per rompere un disagio che non è certo nato con il governo Meloni, ma che con l’attuale inflazione e aumento del costo della vita è diventato un problema ancora più sentito: l’emergenza abitativa.
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